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sabato 2 gennaio 2021

“LE VERITA’ “ di Hirokazu Kore-eda: il doloroso percorso introspettivo, a ritroso nel tempo, di una madre e una figlia.


 Foto: Allociné

Fabienne Dangeville ( Catherine Deneuve ) è un’attrice con una lunga e invidiabile carriera cinematografica alle spalle, ma oramai da anni sul viale del tramonto.
Ha da poco pubblicato un’autobiografia e, proprio per celebrarne l’uscita, riceve da New York la visita della figlia Lumir ( Juliette Binoche ), di professione sceneggiatrice, accompagnata dal marito Hank ( Ethan Hawke ) e dalla piccola Charlotte. 
Proprio leggendo quel libro, Lumir si accorge però che quanto riportato dalla madre, soprattutto con riferimento al loro rapporto, purtroppo non corrisponde alla realtà; e così, alquanto indignata per l’evidente mistificazione dei fatti, finisce inevitabilmente per rinfacciare all’anziana genitrice il palese disinteresse da lei mostratole negli anni della sua infanzia, risvegliando così tutta una serie di dissapori e incomprensioni che il passare del tempo ha solamente assopito, ma non definitivamente cancellato…


Foto: Allociné

Dopo il pluripremiato “Un affare di famiglia”Hirokazu Koreeda torna a occuparsi delle dinamiche che si sviluppano all’interno di contesti familiari, questa volta spostando però l’azione dall’oriente all’Europa, e più nello specifico in Francia. 
Qui, in un’elegante dimora situata nei dintorni di Parigi, prende rapidamente forma un tormentato “gioco al massacro”, protagonista del quale è una figlia che non hai mai perdonato alla propria madre di averla sempre trascurata, in quanto troppo concentrata su se stessa e la propria carriera. 
E’ la recente pubblicazione di un libro di memorie dell’attrice a scatenare una serie di accese discussioni all’interno delle mura domestiche, nel corso delle quali Lumir di certo non le risparmia accuse anche piuttosto pesanti. 
Mentre assistiamo alle riprese del suo ultimo film, nel quale Fabienne non interpreta più il ruolo della protagonista a cui un tempo era abituata, finzione e realtà si intrecciano e sovrappongono, aprendo così alle due donne le porte di un doloroso percorso introspettivo a ritroso nel tempo, al termine del quale entrambe giungeranno ( forse ) a trovare un sofferto punto di intesa, e a chiudere definitivamente i conti con il passato. 
Per la sua prima produzione europea, il regista giapponese è riuscito a dirigere uno straordinario cast di interpreti, all’interno del quale brillano le stelle di Catherine Deneuve e Juliette Binoche: due attrici appartenenti a due diverse generazioni del cinema francese che, con le loro molteplici peculiarità, si rivelano praticamente perfette per i loro rispettivi ruoli.


Foto: Allociné

Titolo: Le verità ( La vérité )
Regia: Hirokazu Kore-eda
Interpreti: Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Ludivine Sagnier, Ethan Hawke
Nazionalità: Francia
Anno: 2019
In vendita su Amazon.it
Trailer




giovedì 10 ottobre 2019

IL MIO PROFILO MIGLIORE di Safy Nebbou: la lenta e drammatica discesa agli inferi di una donna vittima delle sue fragilità interiori.




Foto: I Wonder Pictures

Claire Millaud ( Juliette Binoche ) è una docente universitaria cinquantenne di bell’aspetto, con due figli adolescenti e un matrimonio fallito alle spalle.
La relazione che da tempo intrattiene con il giovane Ludo ( Guillaume Gouix ) non riesce però ad andare oltre il sesso.
Alquanto delusa da quella situazione, la donna decide quindi di crearsi un profilo su Facebook, assumendo l’identità di Clara Antunès,  un personaggio immaginario con la metà dei suoi anni; poi, con l’obbiettivo di tenere sotto controllo la vita del suo amante, contatta Alex ( François Civil ), l’amico di quest’ultimo.
Questo per Claire rappresenterà solamente l’inizio di una lenta e drammatica discesa agli inferi…


Foto: I Wonder Pictures

Tratto dal romanzo di Camille Laurens “Quella che vi pare”, la pellicola di Safy Nebbou è una dolorosa riflessione sugli imprevedibili effetti che attualmente i social network stanno avendo, direttamente o indirettamente, nelle vite di ognuno di noi.
Ne “Il mio profilo migliore, in uscita nelle sale italiane il prossimo 17 ottobre, il regista tratteggia il complesso ritratto di una donna non più giovane che, in conseguenza dell’inesorabile scorrere degli anni, ma soprattutto di fronte alla prospettiva di una vita da trascorrere in solitudine, arriva perfino a fingere di essere quello che in realtà non è.
Nascondendosi dietro il profilo ( fasullo ) di una seducente venticinquenne, e proprio in virtù di questo, riuscendo a suscitare l’interesse di un uomo molto più giovane di lei, come se stesse vivendo in un bellissimo sogno, Claire crede ingenuamente di poter vivere una seconda giovinezza.
Ma, come ben si sa, “le bugie hanno sempre le gambe troppo corte”, e così, nel momento in cui  il suo amante virtuale le chiede finalmente di poterla incontrare di persona, Claire si ritrova improvvisamente costretta a tornare con i piedi per terra, con conseguenze che si riveleranno per lei decisamente devastanti.
La struttura narrativa della vicenda si sviluppa su due piani temporali che finiscono sapientemente per intrecciarsi attraverso l’esposizione di quanto è precedentemente accaduto, fatta da Claire alla sua psicologa ( interpretata magistralmente dalla sempre elegante Nicole Garcia ); ed è proprio assistendo a quelle sedute terapeutiche che lo spettatore viene a poco a poco a conoscenza dell’estrema fragilità interiore che caratterizza la protagonista, continuamente assillata dalla paura di venire abbandonata.
Ne “Il mio profilo migliore”, Juliette Binoche ci regala senza alcun dubbio una delle sue più sofferte interpretazioni, in un ruolo a lei particolarmente congeniale.
Ad affiancarla in questa sua ennesima straordinaria esperienza cinematografica, troviamo, tra gli altri, François Civil, giovane astro nascente del cinema d’oltralpe, che il pubblico italiano ha già avuto modo di apprezzare nell’intenso “Ritorno in Borgogna”.


Foto: I Wonder Pictures

Titolo: Il mio profilo migliore ( Celle que vous croyez  )
Regia: Safy Nebbou
Interpreti: Juliette Binoche, Nicole Garcia, François Civil, François Cluzet, Guillaume Gouix
Nazionalità: Francia
Anno: 2019

domenica 13 gennaio 2019

IL GIOCO DELLE COPPIE di Olivier Assayas: una caustica riflessione sull’evoluzione dei rapporti di coppia e della diffusione della cultura nell’era del digitale.



Alain ( Guillaume Canet ) - intraprendente direttore di una storica casa editrice francese - è sposato con Selena ( Juliette Binoche ) - un’attrice alla ricerca di nuovi stimoli professionali - che tradisce con Laure ( Christa Théret ) - la sua giovane e attraente collaboratrice incaricata dello sviluppo delle edizioni digitali.
Léonard ( Vincent Macaigne ), invece, è da anni uno degli autori pubblicati dalla casa editrice di Alain; sposato con Valérie ( Nora Hamzawi ) - impegnata nell’organizzazione della campagna elettorale di un politico - ha però una relazione con Selena.
Tra riunioni di lavoro, cene e pranzi tra amici, e soprattutto incontri extraconiugali, il regista tratteggia il ritratto di una società ( non solo quella francese ) in continua trasformazione.


Il gioco delle coppie” è in effetti una caustica riflessione sull’evoluzione dei rapporti di coppia, nonché della diffusione della cultura nell’era del digitale.
Una commedia che potremmo definire “intellettuale”, caratterizzata da dialoghi tutt’altro che banali e che forniscono allo spettatore importanti spunti di riflessione non solamente sul futuro dell’editoria.
I personaggi principali della pellicola di Olivier Assayas, presentata alla 75° edizione della mostra del cinema di Venezia, conducono tutti una doppia vita, per giunta senza crucciarsene più di tanto, alla continua ricerca di qualcosa di nuovo, ma a ogni modo sprovvisti del coraggio sufficiente per cambiare radicalmente le proprie esistenze.


Titolo: Il gioco delle coppie ( Doubles vies  )
Regia: Olivier Assayas
Interpreti: Guillaume Canet, Juliette Binoche, Vincent Macaigne, Nora Hamzawi, Christa Théret
Nazionalità: Francia
Anno: 2018

martedì 1 maggio 2018

“L’amore secondo Isabelle” di Claire Denis: il continuo e disperato peregrinare di una donna alla ricerca dell’anima gemella.



Isabelle ( Juliette Binoche ) è un’estrosa pittrice di mezza età, divorziata e con una figlia.
Dall’aspetto ancora decisamente piacente, la donna non vuole assolutamente arrendersi  all’idea di rimanere da sola.
Alla disperata ricerca di un amore che possa nuovamente riempire le sue giornate, intraprende una serie di relazioni sentimentali che puntualmente si rivelano un disastro, e dalle quali ne esce alquanto delusa.
Dopo aver interrotto la sua storia con un arrogante banchiere, che si dichiara pazzo di lei ma che allo stesso tempo le confessa candidamente di non voler lasciare sua moglie, decide quindi di concedersi a un attore insoddisfatto della propria vita, per poi ritrovarsi tra le braccia di uno sconosciuto incontrato casualmente in discoteca con il quale crede di essere finalmente approdata a un porto sicuro; ma le evidenti differenze tra loro due finiscono ben presto per decretare la fine del loro rapporto, lasciando Isabelle sempre più insicura di se stessa.
In questo suo continuo peregrinare alla ricerca dell’anima gemella, Isabelle arriva perfino a rivolgersi a un sensitivo; riuscirà quest’ultimo a infonderle finalmente la fiducia necessaria a guardare al futuro con maggiore ottimismo?


Partendo da “Frammenti di un discorso amoroso”, il celebre saggio di Roland Barthés, con questa sua pellicola la regista ha portato sullo schermo il complesso ritratto di una donna all’apparenza indipendente e spregiudicata, ma in realtà prigioniera delle sue mille paure e insicurezze, e proprio per questo estremamente bisognosa di amare ma soprattutto di essere amata.
In realtà “L’amore secondo Isabelle va ben oltre tutto ciò; in effetti nell’affrontare il modo in cui, con evidente difficoltà, la protagonista si rapporta con l’universo maschile, Claire  Denis  finisce inevitabilmente per spostare l’attenzione su ciò che di negativo caratterizza una certa tipologia di uomini.
L’interpretazione di Juliette Binoche  è semplicemente straordinaria; in questo tragicomico gioco delle parti l’attrice francese si muove infatti con incredibile disinvoltura, riuscendo a far brillare tra le lacrime e i sorrisi  quel bel sole interiore” che Isabelle porta dentro di sé, e che il corpulento veggente interpretato da Gérard Dépardieu ( illustre cameo del film insieme a quelli di Josiane Balasko e Valeria Bruni Tedeschi ) le consiglia di non smettere mai di cercare.



Titolo: L’amore secondo Isabelle ( Un beau soleil intérieur )
Regia: Claire Denis
Interpreti: Juliette Binoche, Gérard Dépardieu, Josiane Balasko, Valeria Bruni Tedeschi
Nazionalità: Francia
Anno: 2017

domenica 28 dicembre 2014

“Tre colori - Film Bianco” di Krzysztof Kieślowski: una riflessione sull’effettiva impossibilità di raggiungere l’uguaglianza.



Karol ( Zbigniew Zamachowski ), un parrucchiere polacco, si sposa a Parigi con la francese  Dominique ( Julie Delpy ).
A causa dell’incapacità dell’uomo, dopo il matrimonio, di avere rapporti sessuali con la moglie, quest’ultima riesce ad ottenere dal tribunale la separazione. 

Rimasto senza casa e senza soldi, Karol si ritrova così costretto a tornare a Varsavia da suo fratello, anche lui parrucchiere.
Dopo un viaggio alquanto avventuroso, inizia a rifarsi una vita nel suo paese natale e, grazie ad una fortunata speculazione immobiliare, riesce a mettere su una propria attività commerciale e ad accumulare in poco tempo una notevole fortuna. 
A quel punto, si sentirà finalmente pronto a vendicarsi della sua ex moglie; non tutto, però, andrà secondo i suoi piani…





Tre colori - Film Bianco” è la seconda delle tre pellicole dedicate da Krzysztof Kieslowski ai colori della bandiera francese e, conseguentemente, ai principi fondamentali della rivoluzione del 1789.
In effetti è il raggiungimento dell’uguaglianza o, forse sarebbe più corretto affermare, l’impossibilità di raggiungerla, il tema affrontato dal regista polacco in questo lungometraggio premiato nel 1994 a Berlino con l’Orso d’Argento.
Al centro della vicenda troviamo un cittadino polacco, terribilmente innamorato della propria moglie, il quale, a causa di una sopraggiunta impotenza sessuale e, soprattutto, della sua incapacità di esprimersi correttamente nella lingua del paese che lo ospita, non è in grado di far valere le proprie ragioni di fronte alle istituzioni.
Una volta rientrato in Polonia, nell’intento di crearsi anche lui un posto al sole, e riuscire così a giocare ad armi pari con chi lo ha denigrato e umiliato, si ritrova costretto a mettere da parte la sua disarmante ingenuità; però, nel momento in cui crede di aver finalmente raggiunto la tanto agognata uguaglianza, ecco che la sua vera indole torna inaspettatamente ad emergere, impedendogli di realizzare pienamente la sua vendetta.
Zbigniew Zamachowski, nei panni di Karol, dimostra la sua incredibile bravura nel conferire una gradevole comicità al personaggio da lui interpretato, riuscendo così a stemperare i toni prettamente drammatici della pellicola.
La fotografia di “Tre colori - Film Bianco”, proprio nell’intento di richiamare il colore citato nel titolo, dà ampio risalto sia ai paesaggi innevati che ai cieli invernali della Polonia, dove è prevalentemente ambientata la vicenda.
Per finire, una curiosità: Juliette Binoche, già interprete principale di “Tre colori – Film Blu”, appare anche in un cameo nelle scene iniziali del film.


Titolo: Tre colori - Film Bianco ( Trois couleurs: Blanc )
Regia: Krzysztof Kieslowski
Interpreti: Zbigniew Zamachowski, Julie Delpy, Janusz Gajos, Jerzy Stuhr
Nazionalità: Francia, Svizzera, Polonia
Anno: 1994



domenica 27 ottobre 2013

“Niente da nascondere” di Michael Haneke: un thriller carico di tensione che scava in modo quasi disturbante nella psiche umana.


Georges Laurent (Daniel Auteuil) è un critico letterario televisivo che vive a Parigi insieme alla moglie Anne (Juliette Binoche) e al figlio adolescente Pierrot.
La sua vita scorre tranquilla tra casa e lavoro fino al giorno in cui riceve una videocassetta anonima sulla quale sono state registrate, in un lungo ed inspiegabile piano sequenza, le riprese dell’esterno della sua abitazione.
Poiché a quella videocassetta ne seguono ben presto delle altre, i due coniugi, seriamente preoccupati, decidono di rivolgersi alla polizia, la quale al momento si dichiara comunque impossibilitata ad intervenire.
Quando Georges comincia a ricevere insieme alle videocassette dei disegni alquanto inquietanti, inizia a sospettare che colui che da diverse settimana sta turbando la serenità della sua famiglia sia Majid (Maurice Bénichou): il figlio di due braccianti algerini che alla fine degli anni cinquanta lavoravano presso la tenuta dei suoi genitori…


Differentemente da quanto recita il titolo italiano, Georges Laurent ha molto da nascondere, o così almeno sembrerebbe, a giudicare dalla sua spiccata riluttanza ad affrontare il passato e, soprattutto, a rivelare alla moglie Anne che cosa accadde effettivamente tra lui e il suo coetaneo algerino quando quest’ultimo, rimasto orfano all’inizio degli anni sessanta, venne adottato dalla sua famiglia.
Con questo thriller, premiato per la miglior regia al 58° Festival di Cannes, Michael Haneke è riuscito a scavare con la sua caratteristica maestria, e in modo quasi disturbante, nella psiche del protagonista, rendendoci a poco a poco partecipi non solamente della sua paura di perdere quella tranquillità, anche familiare, che fino a quel momento la sua posizione sociale era riuscita a garantirgli, ma anche e soprattutto del suo pressante senso di colpa per avere fatto in modo, molti anni prima, che  Majid venisse allontanato dalla casa paterna.
Al termine della visione di “Niente da nascondere” non abbiamo assolutamente la certezza di essere riusciti a sciogliere quell’enigma che per circa due ore ci tiene saldamente incollati al video, sebbene il regista sembri volercene fornire la soluzione nella scena finale, mentre scorrono lentamente in sovraimpressione i titoli di coda.
Con la sua magistrale interpretazione, Daniel Auteuil si dimostra ancora una volta all’altezza delle più elevate aspettative, magnificamente affiancato da una particolarmente intensa Juliette Binoche.
Infine, una menzione speciale spetta alla mitica Annie Girardot, che compare in un cameo nel ruolo dell’anziana madre del protagonista.


Titolo: Niente da nascondere ( Caché )
Regia: Michael Haneke
Interpreti: Daniel Auteuil, Juliette Binoche, Annie Girardot, Bernard Le Cocq
Nazionalità: Francia, Germania, Austria, Italia
Anno: 2005

domenica 25 novembre 2012

“Tre colori: Film blu” di Krzysztof Kieslowsky: un complesso esame psicologico della libertà individuale.


Leone d’oro per miglior film alla Mostra Internazionale di Arte Cinematografica di Venezia del 1993 ( in ex aequo con “America oggi” di Robert Altman ), “Film blu” di Krzysztof Kieslowsky è la prima delle tre pellicole dedicate dal regista polacco ai colori della bandiera francese e, conseguentemente, ai principi divulgati dalla rivoluzione del 1789.
Protagonista assoluta di questa sofferta storia di rinascita è una magnifica Juliette Binoche che, grazie alla sua intensa interpretazione, quello stesso anno a Venezia si aggiudicò la “Coppa Volpi” per la migliore attrice.
Julie (Juliette Binoche) sta viaggiando con il marito Patrice (Hugues Quester), un noto compositore, e la figlia di sette anni, quando la loro auto finisce fuori strada, schiantandosi contro un albero.
Al risveglio in ospedale apprende dai medici che entrambi i suoi congiunti sono deceduti.
L’immenso dolore per la perdita dei suoi cari la spinge immediatamente al suicidio; tenta infatti di ingerire alcuni medicinali che ha trovato in infermeria  senza però riuscire nel proprio intento.
Successivamente, nell’errata convinzione di poter soffocare il proprio dolore liberandosi di tutti i ricordi che la legano al passato, Julie decide di mettere in vendita la villa dove fino a poco tempo prima abitava con la sua famiglia, e si trasferisce a Parigi in un piccolo appartamento.
Provvede inoltre a distruggere la partitura musicale a cui Patrice stava lavorando prima della sua morte: un concerto per la celebrazione dell’Unione Europea.
Per il solo fatto di esistere Julie è comunque costretta a confrontarsi quotidianamente con il proprio passato e, soprattutto, con il proprio dolore.
Riesce a ritrovare il senso della vita solamente dopo aver appreso, per caso, che il marito aveva un’amante; e poiché quest’ultima è in attesa di un figlio da lui, Julie decide di lasciarle la villa di famiglia.
Infine, dopo aver scoperto che Olivier (Benoît Régent) l’ultimo collaboratore di Patrice, da sempre innamorato di lei, sta lavorando alla partitura incompiuta del marito, di cui aveva conservato una copia, Julie  lo aiuta a completarla e, soprattutto, ne accetta finalmente l’amore.



E’ un complesso esame psicologico della libertà individuale quello che il regista polacco ci presenta in questa pellicola dedicata al “blu”, uno dei tre colori della bandiera francese.
Attraverso un tortuoso, nonché sofferto, percorso interiore, Julie si trova costretta, suo malgrado, ad elaborare il lutto per la perdita del marito e della loro unica figlia.
Nel tentativo di emulare la madre, la quale, avendo perso la memoria, vive esclusivamente nel presente senza alcuna possibilità di soffrire ripensando al passato, Julie crede di poter evitare le dolorose conseguenze della tragedia che l’ha inaspettatamente travolta, allontanando da sé tutto ciò che in un modo o nell’altro possa riportarle alla mente la propria famiglia.
Il suo è un desiderio di affrancarsi dall’amore che un tempo la legava al marito e del quale, per non soffrire, non vuole sentirsi più prigioniera; è solamente nel momento in cui viene a sapere che lui  aveva una relazione extra-coniugale che la donna acquisisce una nuova consapevolezza di sé e del proprio futuro.
Il suo atto di generosità nei confronti dell’amante di Patrice segna infatti una svolta determinante nella vita di Julie, che la porterà a sentirsi finalmente libera e a riprendere in mano le redini della propria esistenza.
Durante la visione della pellicola sono molteplici i riferimenti al colore blu.
Blu è la carta di una caramella che la figlia di Julie fa sventolare fuori dal finestrino dell’auto sulla quale sta viaggiando insieme ai suoi genitori; blu è l’acqua della piscina dove la donna si reca spesso a nuotare; blu infine è la luce che avvolge e illumina il personaggio interpretato dalla Binoche in determinati momenti del film, sottolineati dal suggestivo tema musicale composto da Zbniew Preisner, le cui parole sono tratte dalla prima lettera di San Paolo ai Corinzi, e asseriscono l’importanza dell’amore su tutto il resto.




Titolo: Tre colori: Film blu ( Trois couleurs: Bleu )
Regia: Krzysztof Kieslowsky
Interpreti: Juliette Binoche, Benoît Régent, Emmanuelle Riva
Nazionalità: Francia / Polonia
Anno: 1993

sabato 31 marzo 2012

“Chocolat” di Lasse Hallström: il misterioso fascino del cioccolato.


Francia fine anni ’50. Lansquenet-sous-Tannes è il nome di fantasia di un tranquillo paesino in cui il tempo sembra essersi fermato, e dove, apparentemente, tutti gli abitanti vivono sottomessi alla rigida morale imposta dal bigotto e tradizionalista sindaco della cittadina, il conte di Reynaud.
Accompagnata dalla figlioletta Anouk, una notte arriva in paese l’affascinante e misteriosa Vienne Rocher ( interpretata da Juliette Binoche ), la quale poco dopo prenderà in affitto dalla signora Armande un vecchio fondo per trasformarlo in una raffinata ed elegante cioccolateria.
Gli abitanti di Lansquenet-sous-Tannes si mostreranno subito incuriositi e al tempo stesso affascinati dalla magia del cioccolato e del negozio, all’interno del quale tutti sembrano trovare un temporaneo sollievo alle loro preoccupazioni.
Il sindaco, non potendo accettare l’idea di libertà ispirata dalla figura di Vienne e, soprattutto, che i suoi concittadini si stiano lentamente allontanando dai rigidi principi morali da lui impartiti nel corso degli anni, cercherà di far leva con il proprio carisma sulla popolazione benpensante nel tentativo di boicottare la cioccolateria. In conseguenza del suo operato, ben presto la donna si ritroverà infatti da sola, vittima dei pregiudizi della comunità. Però l’arrivo in paese di un gruppo di zingari, fra i quali Roux, un affascinante musicista interpretato da Johnny Depp, stravolgerà definitivamente l’eccessivo tradizionalismo degli abitanti di Lansquenet-sous-Tannes…


Flavigny-sur-Ozerain è il nome del caratteristico paesino a circa 60 km da Digione, e considerato uno tra i 100 più bei villaggi di Francia, dove è stato principalmente girato “Chocolat”, e che ho avuto occasione di visitare alcuni anni fa durante un mio breve soggiorno in Borgogna.
Innanzitutto vorrei dire che passeggiando lungo gli stretti vicoli di questo villaggio, ho avuto la sensazione che il tempo lì si fosse effettivamente fermato; personalmente ritengo quindi decisamente azzeccata la scelta di questa location da parte della produzione .
Proprio di fronte alla chiesa del paese si trova il fondo dove Vienne apre la sua cioccolateria, della quale a ogni modo dopo la fine delle riprese non è rimasta la minima traccia.
Sebbene Flavigny-sur-Ozerain non abbia effettivamente una cioccolateria come nel film di Lasse Hallström, è comunque molto conosciuta per la sua fabbrica di confetti e caramelle all’anice.
Consiglierei vivamente di visitare Flavigny-sur-Ozerain ( soprattutto a chi ha amato “Chocolat” ) nel caso in cui vi trovaste in Borgogna, e in particolare a nord della Côte d’or.
Nel caso in cui foste alla ricerca dei luoghi dove sono avvenute le riprese dell’arrivo della barca degli zingari e della festa della signora Armande, credo invece che rimarreste delusi, poiché, come mi è stato anche confermato dalla proprietaria del ristorante di Flavigny-sur-Ozerain ( credo in effetti che sia l’unico ) quelle scene sono state infatti girate in Inghilterra…
Tornando a parlare del film, vorrei a ogni modo concludere dicendo che “Chocolat” ci fa riflettere sull’indole umana, sul desiderio e al tempo stesso sull’impossibilità di esprimerla pienamente, ma soprattutto sul fatto che non è mai troppo tardi per cambiare la propria vita.




Titolo: Chocolat ( Chocolat ).
Regia: Lasse Hallström
Interpreti : Juliette Binoche, Johnny Depp, Judi Dench, Alfred Molina
Nazionalità : USA
Anno : 2000