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giovedì 10 ottobre 2019

IL MIO PROFILO MIGLIORE di Safy Nebbou: la lenta e drammatica discesa agli inferi di una donna vittima delle sue fragilità interiori.




Foto: I Wonder Pictures

Claire Millaud ( Juliette Binoche ) è una docente universitaria cinquantenne di bell’aspetto, con due figli adolescenti e un matrimonio fallito alle spalle.
La relazione che da tempo intrattiene con il giovane Ludo ( Guillaume Gouix ) non riesce però ad andare oltre il sesso.
Alquanto delusa da quella situazione, la donna decide quindi di crearsi un profilo su Facebook, assumendo l’identità di Clara Antunès,  un personaggio immaginario con la metà dei suoi anni; poi, con l’obbiettivo di tenere sotto controllo la vita del suo amante, contatta Alex ( François Civil ), l’amico di quest’ultimo.
Questo per Claire rappresenterà solamente l’inizio di una lenta e drammatica discesa agli inferi…


Foto: I Wonder Pictures

Tratto dal romanzo di Camille Laurens “Quella che vi pare”, la pellicola di Safy Nebbou è una dolorosa riflessione sugli imprevedibili effetti che attualmente i social network stanno avendo, direttamente o indirettamente, nelle vite di ognuno di noi.
Ne “Il mio profilo migliore, in uscita nelle sale italiane il prossimo 17 ottobre, il regista tratteggia il complesso ritratto di una donna non più giovane che, in conseguenza dell’inesorabile scorrere degli anni, ma soprattutto di fronte alla prospettiva di una vita da trascorrere in solitudine, arriva perfino a fingere di essere quello che in realtà non è.
Nascondendosi dietro il profilo ( fasullo ) di una seducente venticinquenne, e proprio in virtù di questo, riuscendo a suscitare l’interesse di un uomo molto più giovane di lei, come se stesse vivendo in un bellissimo sogno, Claire crede ingenuamente di poter vivere una seconda giovinezza.
Ma, come ben si sa, “le bugie hanno sempre le gambe troppo corte”, e così, nel momento in cui  il suo amante virtuale le chiede finalmente di poterla incontrare di persona, Claire si ritrova improvvisamente costretta a tornare con i piedi per terra, con conseguenze che si riveleranno per lei decisamente devastanti.
La struttura narrativa della vicenda si sviluppa su due piani temporali che finiscono sapientemente per intrecciarsi attraverso l’esposizione di quanto è precedentemente accaduto, fatta da Claire alla sua psicologa ( interpretata magistralmente dalla sempre elegante Nicole Garcia ); ed è proprio assistendo a quelle sedute terapeutiche che lo spettatore viene a poco a poco a conoscenza dell’estrema fragilità interiore che caratterizza la protagonista, continuamente assillata dalla paura di venire abbandonata.
Ne “Il mio profilo migliore”, Juliette Binoche ci regala senza alcun dubbio una delle sue più sofferte interpretazioni, in un ruolo a lei particolarmente congeniale.
Ad affiancarla in questa sua ennesima straordinaria esperienza cinematografica, troviamo, tra gli altri, François Civil, giovane astro nascente del cinema d’oltralpe, che il pubblico italiano ha già avuto modo di apprezzare nell’intenso “Ritorno in Borgogna”.


Foto: I Wonder Pictures

Titolo: Il mio profilo migliore ( Celle que vous croyez  )
Regia: Safy Nebbou
Interpreti: Juliette Binoche, Nicole Garcia, François Civil, François Cluzet, Guillaume Gouix
Nazionalità: Francia
Anno: 2019

giovedì 13 aprile 2017

“Mal di pietre” di Nicole Garcia: l’imprevedibile destino di una donna.


Provenza, anni cinquanta. Gabrielle ( Marion Cotillard ) è una giovane donna appartenente ad una famiglia di agricoltori che, costantemente alla ricerca del grande amore, freme per poter finalmente dare libero sfogo alle proprie pulsioni sessuali.
Nel tentativo di proteggere la sua reputazione, evitando così di farla passare per “pazza” agli occhi dell’opinione pubblica, i suoi genitori decidono di farla sposare con José ( Alex Brendemühl ) – un bracciante di origini spagnole, uomo onesto e di sani principi – per il quale però Gabrielle non prova alcun sentimento.
Qualche tempo dopo, ritrovatasi affetta da calcoli renali, la donna è costretta a trascorrere un periodo di sei settimane in una clinica sulle Alpi svizzere.
Qui fa la conoscenza di André Sauvage ( Louis Garrel ) – un giovane tenente francese, reduce dalla guerra in Indocina dove è rimasto gravemente ferito – dal quale rimane immediatamente affascinata.
Indubbiamente, questo nuovo incontro rappresenta per Gabrielle l’occasione per tornare a sognare, nella speranza di poter finalmente vivere il grande amore da lei sempre inseguito; purtroppo, però, anche questa volta il destino si rivelerà alquanto beffardo con lei, divertendosi a mescolare le carte in un modo decisamente inaspettato… 


Liberamente tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice italiana Milena Agus, la pellicola di Nicole Garcia riesce a tratteggiare con estrema precisione ed efficacia la reale condizione della donna nella società degli anni cinquanta, a cui risultava ancora negata la possibilità di vivere liberamente la propria vita affettiva e sessuale.
Questo è ciò che esattamente accade alla giovane Gabrielle, il cui equilibrio psicologico precario ci appare ben evidente fin dalle prime scene.
Contro la propria volontà si ritrova sposata ad un uomo che non ama; e sebbene lui cerchi di garantirle una vita più che dignitosa, a lei tutto questo non sembra minimamente interessare.
In effetti, anche dopo il matrimonio combinatole dai suoi genitori, la ricerca dell’amore assoluto e totalizzante continua ad essere il vero e unico obiettivo di Gabrielle; e quando crede di averlo finalmente trovato nella persona del giovane tenente, la sua vita triste e monotona sembra prendere nuovo slancio, riservando allo spettatore un epilogo della storia alquanto inatteso, e offrendogli  al tempo stesso un interessante spunto di riflessione sullo straordinario potere dell’amore di influire sulla psiche umana, spingendola al punto di alterare la realtà dei fatti.
In “Mal di pietre”, presentato al Festival di Cannes dello scorso anno, Marion Cotillard ci regala un’altra delle sue intense interpretazioni, con i suoi sguardi incredibilmente più eloquenti di mille parole, affiancata questa volta dal bravissimo Alex Brendemühl, il cui personaggio con l’evolversi della vicenda si trasforma indiscutibilmente da semplice comprimario a vero e proprio coprotagonista.



Titolo: Mal di pietre ( Mal de pierres )
Regia : Nicole Garcia
Interpreti: Marion Cotillard, Louis Garrel, Alex Brendemühl
Nazionalità: Francia
Anno: 2016


mercoledì 17 settembre 2014

“L’avversario” di Nicole Garcia: l’allucinante racconto di una storia vera.


Jean-Marc Faure (Daniel Auteuil) è un medico affermato, nonché ricercatore presso l’OMS di Ginevra; sposato con Christine (Géraldine Pailhas) e padre di due bambini, conduce un’esistenza agiata nei pressi dei confini con la Svizzera.
All’apparenza la sua vita sembrerebbe perfetta, se non fosse per un particolare: Jean-Marc non si è mai laureato; abbandonati gli studi al secondo anno di medicina, da quel momento in poi ha sempre fatto credere a tutti di essere quello che non è.
Tutte le mattine esce di casa fingendo di recarsi al lavoro, mentre in realtà trascorre le giornate nella propria auto, parcheggiata all’interno delle stazioni di servizio, o, addirittura, in camere di albergo, quando deve simulare un viaggio all’estero.
Non avendo un lavoro, ma desiderando ugualmente garantire a se stesso e ai componenti della propria famiglia un elevato tenore di vita, nel corso degli anni è riuscito, con la truffa, ad impossessarsi del denaro di parenti e amici.
Con il passare del tempo, però, diventa sempre più difficile per lui portare avanti questa messa in scena, tanto più che Christine inizia a sospettare che il marito le abbia sempre mentito.
Il giorno in cui lei riesce finalmente a metterlo di fronte alle sue menzogne, l’uomo la uccide; poco dopo, anche ai due figli e ai genitori di Jean-Marc toccherà la stessa drammatica sorte…



Nel 1993 Jean-Claude Romand, dopo essersi finto medico per diciotto anni, sterminò l’intera famiglia, venendo per questo motivo condannato all’ergastolo.
A seguito degli incontri avuti con lui in carcere, Emmanuel Carrère ha poi scritto un romanzo sulla sua storia, “L’avversario”; ed è proprio da questo libro che Nicole  Garcia ha tratto la sua allucinante pellicola, modificando però i nomi dei singoli personaggi coinvolti nella vicenda.
Nella parte di Jean-Marc Faure, Daniel Auteuil dà l’ennesima dimostrazione della sua indiscussa bravura.
In effetti, è semplicemente straordinario nell’interpretare un uomo per il quale l’apparire è più importante dell’essere, e la cui preoccupazione principale, malgrado tutto, consiste nel non far mai mancare nulla ai propri familiari; ed è proprio a causa di questa sua visione della vita che, giorno dopo giorno, anno dopo anno, Jean-Marc si ritrova sempre più intrappolato nel vortice della menzogna.
Per tutta la durata del film, gli intensi sguardi ed i lunghi silenzi di Daniel Auteuil risultano decisamente più eloquenti delle parole, nel trasmettere allo spettatore la crescente angoscia del suo personaggio; quella stessa angoscia che, spingendolo a poco a poco verso un punto di non ritorno, finirà per portarlo a macchiarsi del più atroce dei delitti.
La drammatica colonna sonora del maestro Angelo Badalamenti, poi, riesce a  sottolineare alla perfezione l’atmosfera di suspense e follia che permea l’intera pellicola, nonché l’incredibile freddezza con la quale l’intera vicenda viene abilmente narrata dalla regista, nonché attrice, di origine algerina.


Titolo: L’avversario ( L’adversaire )
Regia: Nicole Garcia
Interpreti: Daniel Auteuil, Géraldine Pailhas, François Cluzet, Emmanuelle Devos
Nazionalità: Francia
Anno: 2002



giovedì 1 maggio 2014

“Quello che gli uomini non dicono” di Nicole Garcia: un poliedrico spaccato dell’universo maschile.


Nell’arco temporale di tre giorni, e sullo sfondo di una grigia cittadina del nord-ovest francese, si intrecciano le vicende di sei uomini di età ed estrazione sociale diversa, accomunati però da una profonda insoddisfazione personale che permea la loro quotidianità, e dall’incapacità, per alcuni di essi, di scendere a patti non solo con il proprio presente ma anche e soprattutto con il proprio passato.
C’è Serge (Vincent Lindon), marito fedifrago; Jean-Louis (Jean-Pierre Bacri), il maturo sindaco di quella stessa cittadina che intrattiene in segreto una relazione con una donna molto più giovane di lui; Pierre (Benoît Magimel) sensibile insegnante di liceo che, dopo tanti anni, ha ancora un conto in sospeso con Matthieu (Patrick Pineau), un ambizioso paleontologo.
Vi è poi Adrien (Arnaud Valois), giovane tennista all’apice del successo, dal quale però sembra voler rifuggire ad ogni costo, e infine Joss (Benoît Poelvoorde), un povero disperato che sta progettando un furto.



A fare da contraltare alle loro crisi esistenziali, ci pensa fortunatamente Charlie (Ferdinand Martin) ( il figlio undicenne di Serge citato nel titolo originale del film ), il quale, tramite i suoi lunghi silenzi nonché il suo sguardo attento, riesce a mostrarci tutte le fragilità e le contraddizioni del complesso mondo degli adulti, nelle quali suo malgrado si ritrova coinvolto, cercando al tempo stesso di apportare una soluzione ai loro problemi.
Jean-Pierre Bacri, Vincent Lindon, Benoît Magimel, sono solo alcuni degli straordinari interpreti maschili di cui Nicole Garcia si è avvalsa per la realizzazione di un poliedrico spaccato dell’universo maschile.
Nonostante l’estrema lentezza nella narrazione degli eventi, “Quello che gli uomini non dicono” si rivela una pellicola gradevole, che si contraddistingue per il suo insolito approccio nel tentare di comprendere quello che gli uomini pensano e che, molto spesso, non dicono.




Titolo: Quello che gli uomini non dicono ( Selon Charlie )
Regia: Nicole Garcia
Interpreti: Jean-Pierre Bacri, Vincent Lindon, Benoît Magimel, Benoît Poelvoorde.
Nazionalità: Francia
Anno: 2006

domenica 21 aprile 2013

“Tre destini, un solo amore” di Nicole Garcia: un intrigante thriller dei sentimenti.


Marc Palestro (Jean Dujardin) è un agente immobiliare di successo che, alla fine degli anni ottanta, vive felicemente con la moglie e la figlia in un’elegante villa nella periferia di Aix-en-Provence.
Un giorno, in occasione di un’importante trattativa immobiliare, Marc incontra una bellissima donna bionda (Marie-Josée Croze) nella quale crede di riconoscere Cathy, la bambina di cui era perdutamente innamorato nel 1962, quando viveva ancora ad Oran durante gli ultimi anni della guerra di indipendenza algerina, e che da allora non aveva più rivisto.
Nel momento in cui, il giorno seguente, lei gli conferma la propria identità, tra i due si riaccende immediatamente la passione; però, dopo aver trascorso la notte insieme, Cathy scompare misteriosamente.
Poco dopo, il verificarsi di una serie di strane circostanze porterà Marc a sospettare che la donna non sia effettivamente chi dice di essere, e per questo motivo inizierà la sua indagine personale per cercare di sapere di più sulla sua vera identità…

Ambientato tra i soleggiati paesaggi del sud della Francia e l’esotica cittadina di Oran, “Tre destini, un solo amore” è il sesto lungometraggio di Nicole Garcia, prolifica regista, nonché talentuosa  attrice di origine algerina.
La storia si sviluppa lentamente tramite un continuo alternarsi di due piani temporali, attraverso i quali lo spettatore si ritrova più volte catapultato dalla Francia della fine degli anni ottanta al periodo conclusivo della guerra di indipendenza algerina: l’epoca in cui sbocciò l’amore di Marc per Cathy, poi purtroppo improvvisamente interrotto a seguito della  fuga in Francia della famiglia del bambino.
Quasi trent’anni dopo, l’incontro con una misteriosa femme fatale, nella quale Marc crede di riconoscere l’indimenticata Cathy, sebbene gli permetta di riassaporare tutta la tenerezza dei momenti  trascorsi insieme a lei su di una terrazza prospiciente il mare algerino, lo costringe allo stesso tempo a rivivere dolorosamente i giorni che seguirono quel traumatico distacco dal suo primo grande amore e dalla sua terra.
L’equilibrio che caratterizza la solida esistenza di Marc, affermato professionista nonché esemplare padre di famiglia, inizia così improvvisamente a vacillare, in particolar modo dopo che in lui si insidia il sospetto che quella donna si stia prendendo pericolosamente gioco di lui.
Con “Tre destini, un solo amore” Nicole Garcia ha confezionato un intrigante thriller dei sentimenti, avvalendosi del premio Oscar Jean Dujardin, che con questa pellicola è riuscito a dare un’ulteriore e indiscutibile prova delle sue capacità interpretative, e della bellissima Marie-Josée Croze, perfetta nel rendere tutta la misteriosità del suo personaggio.
Nel cast ritroviamo anche due grandissimi attori appartenenti al cinema italiano: la mitica Claudia Cardinale e il bravissimo Toni Servillo, nei ruoli rispettivamente della madre e dell’ambiguo collaboratore di Marc.



Titolo: Tre destini, un solo amore ( Un balcon sur la mer )
Regia: Nicole Garcia
Interpreti: Jean Dujardin, Marie-Josée Croze, Sandrine Kiberlain, Toni, Servillo, Claudia Cardinale.
Nazionalità: Francia
Anno: 2010