Jean-Marc Faure (Daniel Auteuil) è un medico affermato, nonché ricercatore presso l’OMS di
Ginevra; sposato con Christine (Géraldine Pailhas) e padre di due
bambini, conduce un’esistenza agiata nei pressi dei confini con la Svizzera.
All’apparenza la sua vita
sembrerebbe perfetta, se non fosse per un particolare: Jean-Marc non si è mai
laureato; abbandonati gli studi al secondo anno di medicina, da quel momento in
poi ha sempre fatto credere a tutti di essere quello che non è.
Tutte le mattine esce di casa
fingendo di recarsi al lavoro, mentre in realtà trascorre le giornate nella
propria auto, parcheggiata all’interno delle stazioni di servizio, o,
addirittura, in camere di albergo, quando deve simulare un viaggio all’estero.
Non avendo un lavoro, ma
desiderando ugualmente garantire a se stesso e ai componenti della propria
famiglia un elevato tenore di vita, nel corso degli anni è riuscito, con la
truffa, ad impossessarsi del denaro di parenti e amici.
Con il passare del tempo, però,
diventa sempre più difficile per lui portare avanti questa messa in scena, tanto
più che Christine inizia a sospettare che il marito le abbia sempre mentito.
Il giorno in cui lei riesce
finalmente a metterlo di fronte alle sue menzogne, l’uomo la uccide; poco dopo,
anche ai due figli e ai genitori di Jean-Marc toccherà la stessa drammatica
sorte…
Nel 1993 Jean-Claude Romand, dopo
essersi finto medico per diciotto anni, sterminò l’intera famiglia, venendo per
questo motivo condannato all’ergastolo.
A seguito degli incontri avuti
con lui in carcere, Emmanuel Carrère ha poi scritto un romanzo sulla sua storia,
“L’avversario”; ed è proprio da questo libro che Nicole Garcia ha tratto la
sua allucinante pellicola, modificando però i nomi dei singoli personaggi
coinvolti nella vicenda.
Nella parte di Jean-Marc Faure, Daniel
Auteuil dà l’ennesima dimostrazione della sua indiscussa bravura.
In effetti, è semplicemente straordinario
nell’interpretare un uomo per il quale l’apparire è più importante dell’essere,
e la cui preoccupazione principale, malgrado tutto, consiste nel non far mai mancare
nulla ai propri familiari; ed è proprio a causa di questa sua visione della
vita che, giorno dopo giorno, anno dopo anno, Jean-Marc si ritrova sempre più
intrappolato nel vortice della menzogna.
Per tutta la durata del film, gli
intensi sguardi ed i lunghi silenzi di Daniel Auteuil risultano decisamente più
eloquenti delle parole, nel trasmettere allo spettatore la crescente angoscia
del suo personaggio; quella stessa angoscia che, spingendolo a poco a poco
verso un punto di non ritorno, finirà per portarlo a macchiarsi del più atroce
dei delitti.
La drammatica colonna sonora del
maestro Angelo Badalamenti, poi, riesce a
sottolineare alla perfezione l’atmosfera di suspense e follia che permea
l’intera pellicola, nonché l’incredibile freddezza con la quale l’intera vicenda
viene abilmente narrata dalla regista, nonché attrice, di origine algerina.
Titolo: L’avversario ( L’adversaire
)
Regia: Nicole Garcia
Interpreti: Daniel Auteuil, Géraldine Pailhas, François Cluzet,
Emmanuelle Devos
Nazionalità: Francia
Anno: 2002