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martedì 1 maggio 2018

“L’amore secondo Isabelle” di Claire Denis: il continuo e disperato peregrinare di una donna alla ricerca dell’anima gemella.



Isabelle ( Juliette Binoche ) è un’estrosa pittrice di mezza età, divorziata e con una figlia.
Dall’aspetto ancora decisamente piacente, la donna non vuole assolutamente arrendersi  all’idea di rimanere da sola.
Alla disperata ricerca di un amore che possa nuovamente riempire le sue giornate, intraprende una serie di relazioni sentimentali che puntualmente si rivelano un disastro, e dalle quali ne esce alquanto delusa.
Dopo aver interrotto la sua storia con un arrogante banchiere, che si dichiara pazzo di lei ma che allo stesso tempo le confessa candidamente di non voler lasciare sua moglie, decide quindi di concedersi a un attore insoddisfatto della propria vita, per poi ritrovarsi tra le braccia di uno sconosciuto incontrato casualmente in discoteca con il quale crede di essere finalmente approdata a un porto sicuro; ma le evidenti differenze tra loro due finiscono ben presto per decretare la fine del loro rapporto, lasciando Isabelle sempre più insicura di se stessa.
In questo suo continuo peregrinare alla ricerca dell’anima gemella, Isabelle arriva perfino a rivolgersi a un sensitivo; riuscirà quest’ultimo a infonderle finalmente la fiducia necessaria a guardare al futuro con maggiore ottimismo?


Partendo da “Frammenti di un discorso amoroso”, il celebre saggio di Roland Barthés, con questa sua pellicola la regista ha portato sullo schermo il complesso ritratto di una donna all’apparenza indipendente e spregiudicata, ma in realtà prigioniera delle sue mille paure e insicurezze, e proprio per questo estremamente bisognosa di amare ma soprattutto di essere amata.
In realtà “L’amore secondo Isabelle va ben oltre tutto ciò; in effetti nell’affrontare il modo in cui, con evidente difficoltà, la protagonista si rapporta con l’universo maschile, Claire  Denis  finisce inevitabilmente per spostare l’attenzione su ciò che di negativo caratterizza una certa tipologia di uomini.
L’interpretazione di Juliette Binoche  è semplicemente straordinaria; in questo tragicomico gioco delle parti l’attrice francese si muove infatti con incredibile disinvoltura, riuscendo a far brillare tra le lacrime e i sorrisi  quel bel sole interiore” che Isabelle porta dentro di sé, e che il corpulento veggente interpretato da Gérard Dépardieu ( illustre cameo del film insieme a quelli di Josiane Balasko e Valeria Bruni Tedeschi ) le consiglia di non smettere mai di cercare.



Titolo: L’amore secondo Isabelle ( Un beau soleil intérieur )
Regia: Claire Denis
Interpreti: Juliette Binoche, Gérard Dépardieu, Josiane Balasko, Valeria Bruni Tedeschi
Nazionalità: Francia
Anno: 2017

martedì 8 novembre 2016

“Il riccio” di Mona Achache: una delicata storia sull’importanza di saper realmente ascoltare chi ci sta accanto.



Renée Michel ( Josiane Balasko ) è la burbera portinaia di un elegante stabile dove risiede l’alta borghesia parigina.
Dall’aspetto sciatto e alquanto dimesso, la donna, vedova ormai da diversi anni, coltiva all’insaputa di chi la circonda il piacere per la cultura; è infatti una grande appassionata, tra l‘altro, dei grandi classici della letteratura e del cinema giapponese.
Paloma Josse ( Garance Le Guillermic ), invece, è una bambina di undici anni che vive con la sua famiglia nel palazzo di cui Renée è la custode.
Molto intelligente, e decisamente matura per la sua giovane età, la ragazzina si diverte a riprendere con la videocamera momenti e persone della sua vita quotidiana, ed è solita interrogarsi su problematiche più grandi di lei.
Terrorizzata al pensiero di doversi uniformare, crescendo, ai modelli imperanti nella società moderna, Paloma sta progettando di suicidarsi nel giorno del suo dodicesimo compleanno.
L’arrivo di un nuovo inquilino, Monsieur Kakuro Ozu ( Togo Igawa ) - un elegante e colto signore giapponese che riesce immediatamente a cogliere il vero potenziale di Renée e di Paloma - cambierà inaspettatamente la vita di entrambe…



Basato sul romanzo di Muriel Barbery, caso letterario del 2007 in Francia, “Il riccio” è stata la pellicola di esordio di Mona Achache; ed è proprio grazie a lei che  i tre personaggi creati dalla penna della scrittrice francese, già tanto amati dal pubblico dei lettori, hanno potuto finalmente prendere vita sul grande schermo.
Un’intensa Josiane Balasko si è rivelata una Renée praticamente perfetta per come ha saputo cucirsi addosso il personaggio della schiva portinaia, tanto impegnata a mantenere un basso profilo quanto a negarsi qualunque tipo di gioia che non derivi dai suoi adorati libri, da lei gelosamente custoditi all’interno di una stanza “segreta”: la sua oasi felice.
Dalla morte del marito sembra infatti aver definitivamente chiuso la porta all’amore, ma il saggio Kakuro Ozu riesce a poco a poco a farle acquisire una maggiore consapevolezza di se stessa, ma soprattutto a convincerla ad uscire da quella “tana” nella quale, proprio come se fosse un riccio, si è comodamente adagiata con il passare del tempo.
Da parte sua la piccola Paloma ( straordinariamente interpretata dalla giovanissima Garance Le Guillermic ) assiste divertita e compiaciuta a questo tardivo risveglio dal letargo di Renée, trovando al tempo stesso nei due adulti due importanti punti di riferimento proprio per il loro distinguersi dalla moltitudine di persone che quotidianamente la circonda e da cui, invece, cerca disperatamente di fuggire.
Quella de “Il riccio” si conferma così anche sul grande schermo una delicata storia sull’amore e l’amicizia, ma soprattutto sull’importanza di saper realmente ascoltare chi ci sta accanto.


  
Titolo: Il riccio ( L’hérisson )
Regia : Mona Achache
Interpreti: Josiane Balasko, Garance Le Guillermic, Togo Igawa
Nazionalità: Francia, Italia
Anno: 2009




lunedì 29 agosto 2016

"Torno da mia madre” di Eric Lavaine: una riflessione agrodolce sulle difficoltà delle relazioni familiari.


Stéphanie ( Alexandra Lamy ) quarantenne divorziata e con un figlio in età scolare, a seguito della perdita del proprio posto di lavoro, è costretta a tornare a vivere dalla madre Jacqueline ( Josiane Balasko ), vedova ormai da un anno.
Per la neo disoccupata la nuova convivenza si rivela fin da subito tutt’altro che semplice, dovendosi rapidamente adattare alle stravaganti abitudini dell’anziana genitrice; a volte talmente stravaganti da far temere a Stéphanie che la madre inizi a manifestare i sintomi dell’alzheimer.
In realtà, con il proprio atteggiamento, la donna cerca solamente di tenere nascosto un segreto che riguarda la sua vita: ovvero l’esistenza di un nuovo compagno.
Convintasi finalmente a uscire allo scoperto, Jacqueline decide quindi di invitare a cena Stéphanie e gli altri suoi due figli per comunicare loro la novità; ma l’incontro tra i tre fratelli finisce per riportare a galla alcuni vecchi rancori, e trasformare la serata in un vero e proprio gioco al massacro, lasciando così Jacqueline delusa e amareggiata.
Fortunatamente per lei, però, non è ancora tutto perduto…


Sotto le sembianze della commedia garbata e gradevole, “Torno da mia madre” si rivela una riflessione agrodolce sulle difficoltà dei rapporti familiari.
In effetti, la perdita dell’indipendenza economica da parte di una donna ormai adulta, è solamente il pretesto utilizzato dal regista per addentrarsi nelle complicate dinamiche che, con il trascorrere del tempo, si sviluppano tra i vari componenti della famiglia; giungendo così a mettere in risalto come  molto spesso per i figli risulti tutt’altro che semplice riuscire ad accettare l’idea che i propri genitori possano avere una vita sentimentale, e sessuale, anche in età non più giovane, soprattutto a seguito della perdita del compagno o della compagna di una vita.
Per questa sua ultima pellicola, ambientata nel colorato e soleggiato sud della Francia, Eric Lavaine si è avvalso della preziosa collaborazione della straordinaria Josiane Balasko, che il pubblico italiano ricorda ancora per l’intensa interpretazione della portinaia ne “Il riccio”, nonché della simpaticissima Alexandra Lamy, molto apprezzata dal pubblico francese per i suoi ruoli sempre particolarmente brillanti.
Due generazioni di attrici a confronto, perfette per una commedia già campione di incassi nei cinema d’oltralpe, ma soprattutto per mettere in scena la serie di divertenti battibecchi che solamente la convivenza forzata tra una madre e una figlia porta inevitabilmente con sé.


Titolo: Torno da mia madre ( Retour chez ma mère )
Regia : Eric Lavaine
Interpreti: Josiane Balasko, Alexandra Lamy, Mathilde Seigner, Philippe Lefebvre
Nazionalità: Francia
Anno: 2016