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domenica 7 ottobre 2018

TUTTI IN PIEDI di Franck Dubosc: una riflessione dolceamara sul tema della disabilità e le sue conseguenze sociali.



Jocelyn ( Franck Dubosc ) può essere considerato a tutti gli effetti un “bugiardo seriale”.
Alla soglia dei cinquant’anni, con un’ottima posizione sociale, sembra proprio che non possa fare a meno di mentire in qualunque occasione, soprattutto quando si tratta di sedurre il genere femminile.
A causa di un clamoroso equivoco sorto con un’avvenente vicina di casa, Jocelyn tenta di farle credere di essere paraplegico e, in conseguenza di ciò, la donna decide di presentargli sua sorella Florence ( Alexandra Lamy ), un’affermata violinista con la passione per il tennis, che a seguito di un incidente stradale ha invece realmente perduto l’uso delle gambe.
A poco a poco tra i due si sviluppa un sentimento che va ben oltre la simpatia reciproca, ma Jocelyn, non avendo purtroppo il coraggio di dirle la verità, si ritrova giorno dopo giorno a rimandare una confessione da cui dipende il futuro della loro relazione; ma, come ben si sa, le bugie hanno le gambe corte…


Alla sua prima esperienza dietro la macchina da presa, l’esilarante Frank Dubosc è riuscito a realizzare una gradevolissima commedia romantica in cui, durante quasi due ore di piacevole intrattenimento, si ride, ma soprattutto ci si emoziona.
Tutti in piedi” è infatti una riflessione dolceamara sul tema della disabilità e le sue conseguenze sociali, che rivela fin dalle prime scene il suo carattere “politicamente scorretto” ma con un obiettivo ben preciso, ovvero quello di ribadire che molto spesso la vera disabilità non risiede tanto nei cosiddetti portatori di handicap, quanto piuttosto nella mente di chi li circonda.
Affiancata dal re della commedia francese, Alexandra Lamy dà vita a un personaggio incredibilmente forte, disincantato ma al tempo stesso più che mai determinato a godere  anche del più breve attimo di felicità che, nonostante tutto, la vita è ancora in grado di regalarle; una donna che grazie alla sua sensibilità, ma soprattutto intelligenza, finisce per prendersi la sua grande rivincita nei confronti di tutto e di tutti.



Titolo: Tutti in piedi ( Tout le monde debout )
Regia: Franck Dubosc
Interpreti: Franck Dubosc, Alexandra Lamy, Elsa Zylberstein, Gérard Darmon
Nazionalità: Francia, Belgio
Anno: 2018

lunedì 29 agosto 2016

"Torno da mia madre” di Eric Lavaine: una riflessione agrodolce sulle difficoltà delle relazioni familiari.


Stéphanie ( Alexandra Lamy ) quarantenne divorziata e con un figlio in età scolare, a seguito della perdita del proprio posto di lavoro, è costretta a tornare a vivere dalla madre Jacqueline ( Josiane Balasko ), vedova ormai da un anno.
Per la neo disoccupata la nuova convivenza si rivela fin da subito tutt’altro che semplice, dovendosi rapidamente adattare alle stravaganti abitudini dell’anziana genitrice; a volte talmente stravaganti da far temere a Stéphanie che la madre inizi a manifestare i sintomi dell’alzheimer.
In realtà, con il proprio atteggiamento, la donna cerca solamente di tenere nascosto un segreto che riguarda la sua vita: ovvero l’esistenza di un nuovo compagno.
Convintasi finalmente a uscire allo scoperto, Jacqueline decide quindi di invitare a cena Stéphanie e gli altri suoi due figli per comunicare loro la novità; ma l’incontro tra i tre fratelli finisce per riportare a galla alcuni vecchi rancori, e trasformare la serata in un vero e proprio gioco al massacro, lasciando così Jacqueline delusa e amareggiata.
Fortunatamente per lei, però, non è ancora tutto perduto…


Sotto le sembianze della commedia garbata e gradevole, “Torno da mia madre” si rivela una riflessione agrodolce sulle difficoltà dei rapporti familiari.
In effetti, la perdita dell’indipendenza economica da parte di una donna ormai adulta, è solamente il pretesto utilizzato dal regista per addentrarsi nelle complicate dinamiche che, con il trascorrere del tempo, si sviluppano tra i vari componenti della famiglia; giungendo così a mettere in risalto come  molto spesso per i figli risulti tutt’altro che semplice riuscire ad accettare l’idea che i propri genitori possano avere una vita sentimentale, e sessuale, anche in età non più giovane, soprattutto a seguito della perdita del compagno o della compagna di una vita.
Per questa sua ultima pellicola, ambientata nel colorato e soleggiato sud della Francia, Eric Lavaine si è avvalso della preziosa collaborazione della straordinaria Josiane Balasko, che il pubblico italiano ricorda ancora per l’intensa interpretazione della portinaia ne “Il riccio”, nonché della simpaticissima Alexandra Lamy, molto apprezzata dal pubblico francese per i suoi ruoli sempre particolarmente brillanti.
Due generazioni di attrici a confronto, perfette per una commedia già campione di incassi nei cinema d’oltralpe, ma soprattutto per mettere in scena la serie di divertenti battibecchi che solamente la convivenza forzata tra una madre e una figlia porta inevitabilmente con sé.


Titolo: Torno da mia madre ( Retour chez ma mère )
Regia : Eric Lavaine
Interpreti: Josiane Balasko, Alexandra Lamy, Mathilde Seigner, Philippe Lefebvre
Nazionalità: Francia
Anno: 2016





venerdì 11 luglio 2014

“Ricky – Una storia d’amore e libertà” di François Ozon: un drammatico spaccato della società proletaria, dai risvolti decisamente surreali.


Katie (Alexandra Lamy) vive insieme alla figlia Lisa (Mélusine Mayance) nella periferia parigina, dove le sue giornate trascorrono all’insegna della monotonia, tra le occupazioni domestiche ed il suo impiego di operaia in una fabbrica di prodotti chimici; questo finché un giorno, proprio sul lavoro,  la donna non incontra Paco (Sergi López).
Tra i due si accende immediatamente la passione, e dal loro amore qualche mese dopo nasce Ricky, il cui arrivo porta inevitabilmente un’ondata di felicità all’interno della nuova famiglia.
Quando Katie inizia a notare delle strane macchie rosse sulla schiena del bimbo, sospetta immediatamente che lo stesso sia vittima di maltrattamenti da parte di Paco; in conseguenza di ciò il rapporto tra i due si incrina a tal punto che l’uomo decide di andarsene di casa.
Poco tempo dopo, però, in corrispondenza di quelle stesse macchie spuntano due ali, e Ricky inizia a volare…




Tratto da un racconto della scrittrice britannica Rose Tremain, “Ricky – Una storia d’amore e libertà” si presenta inizialmente come un realistico spaccato della classe operaia, per poi virare verso il surreale, grazie anche all’ausilio di riusciti effetti speciali che permettono allo spettatore di assistere, tra l’incredulo ed il divertito, agli allegri voli del piccolo Ricky.
Nella realizzazione del suo undicesimo lungometraggio, François Ozon si è infatti dichiaratamente ispirato al cinema dei fratelli Dardenne, stemperandone però la caratteristica drammaticità con le più leggere atmosfere delle pellicole disneyane.
Nel ribadire l’inammissibilità del possesso esclusivo di un figlio da parte della propria madre, il regista pone quindi la tormentata Katie ( interpretata da un’intensa Alexandra Lamy ) nella dolorosa condizione di dover rinunciare per sempre a Ricky, permettendogli così di vivere liberamente la propria vita, pur di impedirgli di trasformarsi nell’oggetto della morbosa e interessata curiosità dei mass media.
Nonostante la sua indubbia ed estrema particolarità, “Ricky – Una storia d’amore e libertà” ci permette comunque di conoscere un altro aspetto del sempre originale regista francese, che il pubblico italiano ha già ampiamente apprezzato in pellicole del calibro di  “8 donne e un mistero” e “Swimming pool”.


Titolo: Ricky – Una storia d’amore e libertà  ( Ricky )
Regia: François Ozon
Interpreti: Alexandra Lamy, Sergi Lopez, Mélusine Mayance
Nazionalità: Francia, Italia
Anno: 2009