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domenica 2 settembre 2018

LOLO - GIU’ LE MANI DA MIA MADRE di Julie Delpy: la tragicomica declinazione del complesso di Edipo.



Violette ( Julie Delpy ) è una sofisticata donna di mezza età, impegnata professionalmente nel mondo della moda, che dalla fine del suo matrimonio, avvenuta 15 anni prima, non è più riuscita a trovare un uomo all’altezza delle sue aspettative. 
Durante una vacanza trascorsa a Biarritz in compagnia dell’amica Ariane ( Karin Viard ), Violette incontra Jean-René ( Dany Boon ), un goffo tecnico informatico anche lui con un matrimonio fallito alle spalle. 
Sebbene le appaia evidente fin da subito che quel tipo ha poco o nulla in comune con lei, tra loro si sviluppa ben presto qualcosa di più profondo di un semplice flirt estivo; e così, al termine della vacanza, i due decidono di continuare a frequentarsi. 
Però, ciò di cui Violette non ha tenuto conto è la presenza di suo figlio Lolo ( Vincent Lacoste ); quest’ultimo, ormai ventenne, nel disperato tentativo di mandare a monte l’ennesima relazione sentimentale della madre, inizia a escogitare una serie di terribili scherzi ai danni dell’ingenuo Jean-René… ma riuscirà anche questa volta nel suo ignobile intento?




Lolo: giù le mani da mia madre”, commedia dal sapore americano ma con chiarissimi riferimenti alla cultura francese, è una tragicomica declinazione del complesso di Edipo.
Attraverso una catena di gag tanto divertenti quanto atroci, riscontriamo in effetti fino a che punto può spingersi il morboso attaccamento di un figlio per la propria madre.
Vincent Lacoste, nei panni di Lolo, è semplicemente diabolico; dietro la sua apparenza così tranquilla e innocente, si nasconde in realtà un vero demone, che non si ferma davanti a nulla pur di continuare a mantenere l’esclusività del proprio rapporto con la genitrice.
Impegnato a difendersi dalle sue vili macchinazioni troviamo invece il sempre divertente Dany Boon, qui in un altro dei ruoli a lui più congeniali.
Il personaggio da lui interpretato, presentato inizialmente come un sempliciotto alquanto provinciale, non mancherà però di riservare allo spettatore più di una sorpresa; e questo nell’ottica della stessa Delpy ( regista e sceneggiatrice, oltre che interprete, della pellicola ) di tentare di superare i consueti pregiudizi legati alla provenienza geografica nonché all’appartenenza alle diverse classi sociali.  



Titolo: Lolo: giù le mani da mia madre ( Lolo  )
Regia: Julie Delpy
Interpreti: Julie Delpy, Dany Boon, Vincent Lacoste, Karin Viard
Nazionalità: Francia
Anno: 2015

domenica 28 dicembre 2014

“Tre colori - Film Bianco” di Krzysztof Kieślowski: una riflessione sull’effettiva impossibilità di raggiungere l’uguaglianza.



Karol ( Zbigniew Zamachowski ), un parrucchiere polacco, si sposa a Parigi con la francese  Dominique ( Julie Delpy ).
A causa dell’incapacità dell’uomo, dopo il matrimonio, di avere rapporti sessuali con la moglie, quest’ultima riesce ad ottenere dal tribunale la separazione. 

Rimasto senza casa e senza soldi, Karol si ritrova così costretto a tornare a Varsavia da suo fratello, anche lui parrucchiere.
Dopo un viaggio alquanto avventuroso, inizia a rifarsi una vita nel suo paese natale e, grazie ad una fortunata speculazione immobiliare, riesce a mettere su una propria attività commerciale e ad accumulare in poco tempo una notevole fortuna. 
A quel punto, si sentirà finalmente pronto a vendicarsi della sua ex moglie; non tutto, però, andrà secondo i suoi piani…





Tre colori - Film Bianco” è la seconda delle tre pellicole dedicate da Krzysztof Kieslowski ai colori della bandiera francese e, conseguentemente, ai principi fondamentali della rivoluzione del 1789.
In effetti è il raggiungimento dell’uguaglianza o, forse sarebbe più corretto affermare, l’impossibilità di raggiungerla, il tema affrontato dal regista polacco in questo lungometraggio premiato nel 1994 a Berlino con l’Orso d’Argento.
Al centro della vicenda troviamo un cittadino polacco, terribilmente innamorato della propria moglie, il quale, a causa di una sopraggiunta impotenza sessuale e, soprattutto, della sua incapacità di esprimersi correttamente nella lingua del paese che lo ospita, non è in grado di far valere le proprie ragioni di fronte alle istituzioni.
Una volta rientrato in Polonia, nell’intento di crearsi anche lui un posto al sole, e riuscire così a giocare ad armi pari con chi lo ha denigrato e umiliato, si ritrova costretto a mettere da parte la sua disarmante ingenuità; però, nel momento in cui crede di aver finalmente raggiunto la tanto agognata uguaglianza, ecco che la sua vera indole torna inaspettatamente ad emergere, impedendogli di realizzare pienamente la sua vendetta.
Zbigniew Zamachowski, nei panni di Karol, dimostra la sua incredibile bravura nel conferire una gradevole comicità al personaggio da lui interpretato, riuscendo così a stemperare i toni prettamente drammatici della pellicola.
La fotografia di “Tre colori - Film Bianco”, proprio nell’intento di richiamare il colore citato nel titolo, dà ampio risalto sia ai paesaggi innevati che ai cieli invernali della Polonia, dove è prevalentemente ambientata la vicenda.
Per finire, una curiosità: Juliette Binoche, già interprete principale di “Tre colori – Film Blu”, appare anche in un cameo nelle scene iniziali del film.


Titolo: Tre colori - Film Bianco ( Trois couleurs: Blanc )
Regia: Krzysztof Kieslowski
Interpreti: Zbigniew Zamachowski, Julie Delpy, Janusz Gajos, Jerzy Stuhr
Nazionalità: Francia, Svizzera, Polonia
Anno: 1994