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domenica 20 gennaio 2019

IL PICCOLO INQUILINO di Nadège Loiseau: i tragicomici risvolti di una gravidanza del tutto inaspettata.



Nicole Payan ( Karin Viard ) è una quasi cinquantenne con un impiego da casellante e una famiglia alquanto strampalata sulle spalle.
Jean-Pierre ( Philippe Rebbot ) - il marito - sebbene non più giovane, spera ancora di riuscire ad avere successo nel mondo dello sport, mentre la madre, oramai anziana ( Hélène Vincent ), è bisognosa di continue cure e attenzioni.
Nicole ha anche due figli divenuti oramai adulti: Vincent ( Raphaël Ferret ), arruolato nella Marina Militare, e Arielle ( Manon Kneusé ) che non ha ancora preso piena consapevolezza del proprio ruolo di ragazza-madre .
Tra alti e bassi le giornate scorrono più o meno tranquille in casa Payan; questo, almeno, fino al giorno in cui Nicole non scopre di essere incinta.
Alla notizia del tutto inaspettata di questa gravidanza ciascun componente della famiglia reagirà inevitabilmente a modo suo…


Con questo suo primo lungometraggio Nadège Loiseau ha realizzato una gradevolissima commedia familiare con chiari risvolti sociali.
Al centro della storia troviamo infatti le vicende di una donna non più giovane che, all’improvviso, si ritrova a dover decidere se portare avanti o meno un'altra gravidanza; entrano così in gioco considerazioni alquanto delicate, che spaziano dalla consapevolezza di non avere più le stesse energie di un tempo da dedicare all’educazione di un nuovo figlio, alla preoccupazione di non disporre delle risorse economiche sufficienti per poterlo fare.
Ne “Il piccolo inquilino” si ride, ma soprattutto ci si emoziona, grazie anche all’incredibile bravura di Karin Viard; in questa pellicola l’attrice francese ci regala infatti un altro straordinario ritratto femminile, riconfermandosi così una delle più versatili e poliedriche interpreti dell’attuale cinema d’Oltralpe.


Titolo: Il piccolo inquilino ( Le petit locataire  )
Regia: Nadège Loiseau
Interpreti: Karin Viard, Philippe Rebbot, Hélène Vincent, Manon Kneusé, Antoine Bertrand
Nazionalità: Francia
Anno: 2016

giovedì 18 ottobre 2018

IL COMPLICATO MONDO DI NATHALIE di David e Stéphane Foenkinos: il delicato momento di una donna nel bel mezzo di una crisi di nervi.



Nathalie Pêcheux ( Karin Viard ) è una professoressa di lettere divorziata che sta attraversando un momento particolarmente difficile della sua esistenza, una sorta di transito verso la menopausa, secondo quanto diagnosticatole dal suo stesso medico.
In conseguenza di ciò, a poco a poco inizia a sviluppare una strana forma di gelosia, prima nei confronti della figlia Mathilde ( Dara Tombroff ), un’incantevole ballerina classica diciottenne, per poi rivolgersi ai colleghi, agli amici e perfino ai nuovi vicini di casa; in breve tempo Nathalie si ritrova così completamente isolata dalla società.
Sebbene appaia destinata a sprofondare inesorabilmente in quell’imbarazzante baratro emotivo, l’incontro con un’affabile signora ormai avanti con gli anni, conosciuta casualmente in piscina, le darà a ogni modo la forza di guardarsi dentro, e di rinascere così a nuova vita…


In questa loro ultima pellicola i fratelli David e Stéphane Foenkinos raccontano il delicato momento di una donna nel bel mezzo di una crisi di nervi.
Apparentemente, Nathalie non alcun motivo per sentirsi inferiore agli altri, ma l’inesorabile scorrere del tempo finisce per giocarle decisamente un brutto scherzo; e così giorno dopo giorno si ritrova suo malgrado vittima di un vero e proprio cortocircuito emotivo, una situazione talmente complicata da impedirle addirittura di mantenere il controllo delle proprie azioni, arrivando perfino a ferire le persone a lei più care.
Ne “Il complicato mondo di Nathalie i momenti esilaranti si alternano ad attimi di vera e propria drammaticità, in un angosciante vortice di emozioni contrastanti.
Il personaggio interpretato da una Karin Viard particolarmente intensa, indiscutibilmente una delle punte di diamante dell’attuale cinema d’Oltralpe, con la sua interminabile serie di malefatte a danno di chi la circonda, finisce inevitabilmente per irritare, se non addirittura inquietare, lo spettatore, ma riesce indubbiamente anche a farlo commuovere.


Titolo: Il complicato mondo di Nathalie ( Jalouse )
Regia: David e Stéphane Foenkinos
Interpreti: Karin Viard, Thibault de Montalembert, Anaïs Demoustier, Dara Tombroff, Anne Darval
Nazionalità: Francia
Anno: 2017

domenica 2 settembre 2018

LOLO - GIU’ LE MANI DA MIA MADRE di Julie Delpy: la tragicomica declinazione del complesso di Edipo.



Violette ( Julie Delpy ) è una sofisticata donna di mezza età, impegnata professionalmente nel mondo della moda, che dalla fine del suo matrimonio, avvenuta 15 anni prima, non è più riuscita a trovare un uomo all’altezza delle sue aspettative. 
Durante una vacanza trascorsa a Biarritz in compagnia dell’amica Ariane ( Karin Viard ), Violette incontra Jean-René ( Dany Boon ), un goffo tecnico informatico anche lui con un matrimonio fallito alle spalle. 
Sebbene le appaia evidente fin da subito che quel tipo ha poco o nulla in comune con lei, tra loro si sviluppa ben presto qualcosa di più profondo di un semplice flirt estivo; e così, al termine della vacanza, i due decidono di continuare a frequentarsi. 
Però, ciò di cui Violette non ha tenuto conto è la presenza di suo figlio Lolo ( Vincent Lacoste ); quest’ultimo, ormai ventenne, nel disperato tentativo di mandare a monte l’ennesima relazione sentimentale della madre, inizia a escogitare una serie di terribili scherzi ai danni dell’ingenuo Jean-René… ma riuscirà anche questa volta nel suo ignobile intento?




Lolo: giù le mani da mia madre”, commedia dal sapore americano ma con chiarissimi riferimenti alla cultura francese, è una tragicomica declinazione del complesso di Edipo.
Attraverso una catena di gag tanto divertenti quanto atroci, riscontriamo in effetti fino a che punto può spingersi il morboso attaccamento di un figlio per la propria madre.
Vincent Lacoste, nei panni di Lolo, è semplicemente diabolico; dietro la sua apparenza così tranquilla e innocente, si nasconde in realtà un vero demone, che non si ferma davanti a nulla pur di continuare a mantenere l’esclusività del proprio rapporto con la genitrice.
Impegnato a difendersi dalle sue vili macchinazioni troviamo invece il sempre divertente Dany Boon, qui in un altro dei ruoli a lui più congeniali.
Il personaggio da lui interpretato, presentato inizialmente come un sempliciotto alquanto provinciale, non mancherà però di riservare allo spettatore più di una sorpresa; e questo nell’ottica della stessa Delpy ( regista e sceneggiatrice, oltre che interprete, della pellicola ) di tentare di superare i consueti pregiudizi legati alla provenienza geografica nonché all’appartenenza alle diverse classi sociali.  



Titolo: Lolo: giù le mani da mia madre ( Lolo  )
Regia: Julie Delpy
Interpreti: Julie Delpy, Dany Boon, Vincent Lacoste, Karin Viard
Nazionalità: Francia
Anno: 2015

domenica 29 maggio 2016

“La famiglia Bélier” di Eric Lartigau: l’irriducibile, solo in apparenza, separazione di due mondi.


Paula Bélier ( Louane Emera ) – adolescente tanto graziosa quanto impacciata – è l’unica tra i componenti della sua famiglia a non essere affetta da sordomutismo.
Proprio per questo motivo, la giovane rappresenta per la madre Gigi ( Karin Viard ), il padre Rodolphe ( François Damiens ) ed il fratello Quentin ( Luca Gelberg ) un aiuto indispensabile nella vita di tutti i giorni, e soprattutto nella gestione della loro fattoria situata in Normandia.
Anche se tutt’altro che motivata a farlo, Paula inizia a frequentare le lezioni di canto organizzate dalla sua scuola, e il suo insegnante ( Eric Elmosnino ) rimane talmente impressionato dalle sue eccellenti doti canore da incitarla a partecipare al concorso che Radio France ha indetto per giovani talenti; nel caso riuscisse a superare le selezioni, dovrebbe però trasferirsi a studiare a Parigi.
La giovane viene così a trovarsi di fronte ad una scelta alquanto difficile, ben consapevole delle conseguenze che il suo eventuale allontanamento da casa comporterebbe per i suoi famigliari.
Sempre supportata dal suo insegnante, Paula decide comunque di rendere note ai genitori le sue intenzioni.
Purtroppo, come da lei giustamente temuto, l’ipotesi di un suo trasferimento a Parigi viene da loro essenzialmente interpretata come un tradimento, e all’interno della famiglia viene cosi a crearsi una pesante situazione di tensione…


Campione di incassi in Francia, ma con un più che discreto successo di critica e di pubblico anche in Italia, la pellicola di Eric Lartigau affronta con estrema naturalezza diverse tematiche importanti, quali l’adolescenza, i rapporti famigliari nonché la disabilità, riuscendo a mettere in evidenza la fragilità, ma al contempo la grande forza, delle persone affette da handicap.
Le vicende de “La famiglia Bélier ruotano essenzialmente intorno alla figura della giovane Paula, la quale conduce la sua vita di insicura adolescente barcamenandosi tra i suoi primi batticuore e le “particolari” esigenze dei membri della sua famiglia, che quotidianamente contano su di lei per cercare di far capire alle persone che li circondano ciò che non sono in grado di fare direttamente da soli.
Sempre comprensiva e disponibile nei confronti dei suoi famigliari, purtroppo però non sempre riceve la stessa reciprocità di trattamento; e questo è esattamente ciò che accade quando le si presenta un’occasione che può realmente rivoluzionarle la vita.
Sebbene i suoi genitori, loro malgrado, non siano assolutamente in grado di comprendere il grande talento di Paula, l’indiscutibile amore per lei li metterà comunque in condizione di superare ogni incomprensione che sembra separare irriducibilmente i loro mondi.
Louane Emera, ex concorrente della versione francese di “The Voice”, è semplicemente sensazionale; ampiamente applaudita non solo per la sua incredibile voce, con la quale rende omaggio ad alcuni brani del grande Michel Sardou ( uno dei più popolari interpreti della musica francese ), ma anche per la sua fresca interpretazione che, meritatamente, le è valso il César 2015 quale migliore promessa femminile.
Ad affiancarla nel suo debutto cinematografico, nella parte dei genitori di Paula, ritroviamo con grandissimo piacere Karin Viard e François Damiens i quali, per la loro straordinaria interpretazione, hanno dovuto fare esclusivamente affidamento, oltreché all’espressività dei loro volti, al difficile linguaggio dei segni.


Titolo: La famiglia Bélier ( La famille Bélier )
Regia : Eric Lartigau
Interpreti: Karin  Viard, François Damiens, Louane Emera, Eric Elemosnino
Nazionalità: Francia
Anno: 2014





domenica 21 febbraio 2016

"La moglie del cuoco” di Anne Le Ny: un tragicomico triangolo amoroso in cui la solidarietà e la rivalità tra donne si mescolano curiosamente tra loro.


Marithé ( Karin Viard ) - donna di mezz’età ancora piacente, divorziata e con un figlio ormai adulto - lavora come consulente in un centro di formazione professionale.
Carole ( Emmanuelle Devos ), invece, è la moglie di Sam ( Roschdy Zem ): uno chef di successo, titolare di un rinomato ristorante e in procinto di aprirne un altro.
Talmente oppressa dall’ingombrante figura del marito, Carole sta tentando disperatamente di crearsi un proprio spazio all’interno della società; per questo motivo si rivolge al centro di formazione professionale presso il quale Marithé è impiegata, intrufolandosi tra un gruppo di operaie alla ricerca di una nuova occupazione.
Un giorno, recandosi per caso nel ristorante di Sam, Marithé scopre la vera identità di Carole; decide però di tenerle il gioco, innescando così una reazione a catena di eventi che finirà per rivoluzionare inevitabilmente la vita di entrambe…


“La moglie del cuoco”, realizzato dalla regista, nonché interprete, francese Anne Le Ny, affronta le dinamiche di un insolito triangolo amoroso dove l’elemento maschile ha esclusivamente la funzione di ago della bilancia nel tentativo delle due donne di rivendicare la propria posizione all’interno della società.
Marithé e Carole sono di estrazione sociale diversa, e con differenti esperienze di vita, ma ciononostante risultano accomunate da un fortissimo desiderio di affrancarsi dalla loro situazione attuale.
Inizialmente spiazzata dall’amicizia che la moglie del cuoco sembra offrirle incondizionatamente, ben presto, però, Marithé capisce che aiutarla a ricostruirsi una vita lontano dal marito può contemporaneamente rappresentare  per lei stessa una preziosa occasione per rimettere in gioco la propria femminilità, soprattutto dopo essersi invaghita di Sam e  aver scoperto che anche lo chef contraccambia il suo interesse.
E’ esattamente a questo punto della pellicola che la solidarietà e la rivalità tra donne iniziano a mescolarsi curiosamente tra loro con conseguenze inevitabilmente tragicomiche, a beneficio, ovviamente, di un divertito spettatore.
Ambientato in una location alquanto suggestiva quale la città e i dintorni di Orléans, “La moglie del cuoco” è indubbiamente sostenuto, oltreché da una brillante sceneggiatura, dalla gradevole recitazione di Karin Viard ed Emmanuelle Devos – due delle più interessanti interpreti dell’attuale cinema d’Oltralpe - che con le loro nevrosi e i loro spassosi battibecchi al limite del paradossale garantiscono novanta minuti di semplice e garbato intrattenimento.  

  
Titolo: La moglie del cuoco (On a failli être amies )
Regia: Anne Le Ny
Interpreti: Karin Viard, Emmanuelle Devos, Roschdy Zem, Anne Le Ny
Nazionalità: Francia
Anno: 2014