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venerdì 29 gennaio 2016

“La délicatesse” di David e Stéphane Foenkinos: il delicato e struggente racconto di una dolorosa elaborazione del lutto.


Nathalie ( Audrey Tautou ) e François ( Pio Marmaï ) – freschi di matrimonio – vivono felicemente la loro storia d’amore; il loro idillio, però, viene all’improvviso interrotto dalla morte di François, tragicamente investito da un’auto.
Comprensibilmente provata da quella terribile perdita, la giovane donna decide da quel momento di tenere l’amore fuori dalla sua vita, preferendo concentrarsi invece sul proprio lavoro.
Infatti, trascorsi tre anni, ritroviamo Nathalie donna in carriera, ma senza un uomo al suo fianco.
Un giorno entra nel suo ufficio Markus ( François Damiens )  - uno dei suoi subalterni – e Nathalie d’istinto, senza esattamente conoscerne il motivo, lo bacia appassionatamente..
Sebbene nel corso dei giorni seguenti tenti più volte di scusarsi con lui per quanto accaduto, per lei quel bacio segna finalmente l’inizio della sua riconciliazione con il mondo e, soprattutto, con l’amore…


Dopo l’enorme successo di critica e di pubblico ottenuto dal suo romanzo “La délicatesse”, David Foenkinos, con il fratello Stéphane, ne hai poi curato anche la trasposizione cinematografica; realizzando così, anche per il grande schermo, un delicato racconto di una dolorosa elaborazione del lutto che, nonostante tutta la sua durezza, invita lo spettatore alla speranza.
In effetti, dopo un lungo periodo durante il quale è rimasta chiusa in se stessa, Nathalie torna lentamente ad avvertire un insopprimibile bisogno di dare e ricevere affetto; e, con sua grande sorpresa, il suo cuore a poco a poco ricomincia a battere per un uomo  all’apparenza estremamente diverso da lei.
Sebbene inizialmente la loro relazione susciti invidie e ilarità tra i colleghi, ben presto, però,  Nathalie avrà modo di capire quello che prova veramente per lui.
Ad affiancare il bravo e simpatico François Damiens – recentemente apprezzato anche dal pubblico italiano nell’acclamato “La famiglia Belier” - ritroviamo poi la meravigliosa Audrey Tautou nei panni della dolce e romantica Nathalie: un tipo di ruolo a lei particolarmente congeniale.
Una menzione particolare spetta infine a “Mon chevalier”- il tema principale della pellicola, soavemente interpretato da Emilie Simon – la cui struggente melodia accompagna la protagonista de “La délicatesse” lungo tutto il suo emozionante percorso di rinascita.


Titolo: La délicatesse ( La délicatesse )
Regia: David e Stéphane Foenkinos
Interpreti: Audrey Tautou, Pio Marmaï, François Damiens, Audrey Fleurot, Bruno Todeschini
Nazionalità: Francia
Anno: 2011





martedì 4 febbraio 2014

“Semplicemente insieme” di Claude Berri: una delicata storia d’amore e di amicizia sotto il cielo della metropoli parigina.


Camille ( Audrey Tautou ) è una giovane donna con la passione per il disegno, che conduce una vita piuttosto schiva.
Una sera, rientrando a casa, incontra Philibert ( Laurent  Stocker ): un aristocratico affetto da una grave forma di balbuzie.
Quando Camille si ammala, Philibert decide di ospitarla nel proprio appartamento, dove abita insieme a Franck ( Guillaume Canet ): un cuoco con una vita disordinata ed una nonna, Paulette ( Françoise Bertin ), che vive in un ospizio...



Partendo dal romanzo di Anna Gavalda, “Insieme, e basta”, Claude Berri è felicemente riuscito a portare sullo schermo il racconto di una delicata storia di amore e di amicizia.
Sotto il cielo di una Parigi grigia e quasi irriconoscibile, si intrecciano inaspettatamente i destini di quattro persone, ciascuna delle quali è quotidianamente alle prese con la propria solitudine.
A seguito di un infarto, non potendo più continuare a vivere da sola nella propria casa, l’anziana Paulette deve abbandonare i suoi amati gatti per trasferirsi in una casa di riposo.
Philibert, invece, giovane e colto aristocratico costretto a sbarcare il lunario vendendo cartoline in un negozio di souvenir, condivide il proprio appartamento, situato in un antico palazzo parigino, con l’amico  Franck: un cuoco dalla vita sentimentale alquanto turbolenta.
Infine vi è Camille; ai ferri corti con la madre, e impiegata in un’impresa di pulizie, abita da sola in un’angusta mansarda, nello stesso palazzo di Philibert.
A causa di una brutta influenza, Camille viene gentilmente ospitata da Philibert nella sua casa; a partire da quel momento, la vita di queste quattro persone non sarà più la stessa.
In effetti, per una serie di circostanze casuali, poco tempo dopo si ritroveranno a vivere felicemente tutti quanti insieme sotto lo stesso tetto.
Con il  passare dei giorni, però, il rapporto fra Camille e Franck diventa sempre più intimo; mentre quest’ultimo sembra finalmente pronto ad impegnarsi seriamente con una donna, lei, come se vivesse intrappolata nelle sue paure, rischia invece di allontanarlo per sempre da sé.
E’ solamente quando Franck le comunica che è in procinto di trasferirsi in Inghilterra, che la giovane donna, pur di non farlo partire, si ritrova costretta a dichiarargli apertamente il suo amore.
Audrey Tautou, nel ruolo di Camille, si contraddistingue per la particolare intensità della sua interpretazione, mentre il talentuoso Canet ci dà l’ennesima prova della sua incredibile bravura.
Una menzione particolare spetta infine ad uno dei brani che compongono la splendida colonna sonora di “Semplicemente insieme”; “A bicyclette” di Yves Montand, con la sua nostalgica melodia, riesce in effetti a sottolineare alla perfezione tutta la delicatezza che pervade questa gradevolissima pellicola di Claude Berri.




Titolo: Semplicemente insieme ( Ensemble c’est tout )
Regia: Claude Berri
Interpreti: Audrey Tautou, Guillaume Canet, Laurent Stocker, Françoise Bertin
Nazionalità: Francia
Anno: 2007

mercoledì 20 febbraio 2013

“Coco avant Chanel – L’amore prima del mito” di Anne Fontaine: l’incredibile storia di una donna con un destino a parte.


Diretto dalla regista lussemburghese Anne Fontaine, “Coco avant Chanel – L’amore prima del mito” narra l’esistenza della celebre stilista francese dagli anni della sua infanzia fino al raggiungimento dei primi successi professionali, senza ovviamente dimenticare quella che fu la più importante storia d’amore della sua vita.
Nel ruolo della protagonista ritroviamo una bravissima Audrey Tautou che, con la forza della sua recitazione, è riuscita magistralmente a far rivivere sullo schermo il mito di Coco Chanel.  
Nel 1893 Gabrielle Chanel (Audrey Tautou) e sua sorella vengono abbandonate dal padre in un orfanotrofio di Aubazine, dove per anni attenderanno inutilmente che il genitore venga a riprenderle.
Quindici anni più tardi le ritroviamo entrambe a Moulins. Durante il giorno eseguono piccoli lavori di cucito presso la bottega di un sarto, mentre la sera si esibiscono in uno squallido cabaret cantando frivole canzoni tra cui Qui qu’a vu Coco?.
Durante una delle sue esibizioni Gabrielle viene notata da Étienne Balsan (Benoît Poelvoorde), un ricco aristocratico francese che, dopo averla “ribattezzata” Coco, la introduce nel proprio mondo fatto di ozi, feste e passeggiate a cavallo.
Dimostratasi ben presto insofferente a quell’ambiente  e, al tempo stesso, desiderosa di conquistarsi un proprio spazio all’interno della società che conta, a poco a poco la donna comincia a farsi conoscere nel mondo della moda, confezionando cappelli femminili dallo stile altamente innovativo per quell’epoca.
Un ruolo determinante nel raggiungimento dei suoi primi successi professionali è giocato da Boy Capel (Alessandro Nivola), un gentleman inglese conosciuto a casa di Étienne Balsan,  che intuisce fin da subito l’incredibile talento di Coco.
Con lui vivrà un’intensa storia d’amore, che però si concluderà improvvisamente a seguito del tragico incidente stradale in cui l’uomo rimarrà coinvolto.



Con “Coco avant Chanel – L’amore prima del mito”, Anne Fontaine è riuscita a realizzare per il grande schermo un appassionato ritratto dell’indimenticata designer  francese, concentrandosi sugli anni che hanno preceduto la sua definitiva consacrazione a indiscussa icona di stile.
In effetti è interessante osservare come i tristi anni della sua infanzia  trascorsi in un orfanotrofio gestito da suore, e le sue prime esperienze come sarta in un negozio di provincia, siano stati determinanti per far maturare in lei il desiderio di prendersi una rivincita nei confronti della vita  e, soprattutto, per poterlo realizzare avvalendosi proprio del suo innato talento di stilista.
Prima di raggiungere il suo obiettivo di indipendenza in una società in cui la donna era relegata esclusivamente al ruolo o di moglie o di amante, Coco dovrà purtroppo conoscere da vicino tutta la frivolezza del mondo dell’aristocrazia e borghesia francese nel quale il suo protettore, Étienne Balsan, la introduce.
Sarà però grazie all’incontro con Boy Capel che Coco riuscirà a trovare l’ispirazione e la forza necessaria per iniziare a emergere nella società, rivoluzionando con il proprio stile innovativo il tradizionale modo di vestire delle donne, alleggerendolo soprattutto da inutili accessori.
Anne Fontaine ci regala un elegante spaccato del primo novecento francese, con un’accurata ricostruzione degli ambienti e l’incredibile raffinatezza dei costumi per i quali il film si è addirittura aggiudicato un César.
Ciò che comunque riesce indubbiamente a donare credibilità alla pellicola è l’ottima interpretazione della Tautou, grazie anche alla sua impressionante somiglianza fisica con la stilista francese; somiglianza per la quale è stata scelta dalla regista ancora prima che la sceneggiatura del film venisse realizzata.




Titolo: Coco avant Chanel – L’amore prima del mito ( Coco avant Chanel )
Regia: Anne Fontaine
Interpreti: Audrey Tautou, Benoît Poelvoorde, Alessandro Nivola, Maire Gillain
Nazionalità: Francia
Anno: 2009


lunedì 24 dicembre 2012

“Una lunga domenica di passioni” di Jean-Pierre Jeunet: una tenera storia d’amore sullo sfondo degli orrori della grande guerra.


Dopo l’incredibile successo de “Il favoloso mondo di Amélie”, nel 2004 la fortunata coppia formata dal visionario regista francese Jean-Pierre Jeunet e l’espressiva Audrey Tautou si riunì felicemente per le riprese de “Una lunga domenica di passioni”: un vero e proprio kolossal di produzione franco-americana ambientato durante gli anni che  seguirono immediatamente il primo conflitto mondiale.
Nel gennaio del 1917, cinque soldati francesi, non sopportando più di continuare a combattere in trincea, decidono di automutilarsi proprio per sottrarsi ai loro doveri militari.
Condannati a morte da una corte marziale per aver commesso questo reato, i cinque uomini vengono scortati in un avamposto chiamato “Bingo Crépuscule” e abbandonati lì, tra le trincee francesi e quelle tedesche, al loro tragico destino.
Tra di loro vi è anche il giovanissimo Manech (Gaspard Ulliel), fidanzato di Mathilde (Audrey Tautou).
Due anni più tardi la ragazza, claudicante fin da quando era una bambina a seguito della poliomielite, non riesce ancora a rassegnarsi all’idea che Manech sia effettivamente deceduto, poiché se fosse morto lei lo saprebbe.
Sostenuta da questa sua fortissima convinzione, Mathilde inizia quindi la sua indagine personale.
In un altalenarsi di speranze e delusioni, e avvalendosi delle testimonianze di coloro che hanno incontrato Manech, la ragazza riuscirà finalmente a scoprire che cosa gli sia effettivamente successo quel terribile giorno a “Bingo Crépuscule”…



Tratto dall’omonimo romanzo di Sébastien Japrisot, “Una lunga domenica di passioni” ci presenta con estremo realismo tutto l’orrore della guerra.
Una perfetta ricostruzione delle trincee battute dalla pioggia e sommerse dal fango, un sapiente impiego degli effetti speciali, nonché la crudezza delle scene in cui il regista non ci risparmia la visione dei corpi dei soldati mutilati o, peggio ancora, straziati sul campo di battaglia, rendono lo spettatore particolarmente partecipe delle vicende narrate sullo schermo.
A smorzare la drammaticità degli eventi storici, contribuisce però la tenerezza della storia d’amore tra Mathilde e Manech, i quali, proprio a causa della guerra, hanno visto spezzarsi tragicamente il filo che li teneva legati al loro sogno fin dagli anni dell’infanzia.
Nonostante le avversità che l’hanno accompagnata fin dalla sua tenera età, il personaggio interpretato dalla Tautou affascina per la sua incredibile forza e tenacia; due qualità che la spingono senza sosta a scoprire che cosa sia effettivamente successo al suo amato, nonostante le persone che le stanno accanto la esortino in continuazione ad abbandonare le ricerche, onde evitare che lei si illuda inutilmente.
Fanno parte del cast di questo intenso kolossal a sfondo bellico, oltre alla Tautou e ad alcuni degli attori “feticcio” di Jeunet ( come Dominique Pinon e Rufus ), anche due premi Oscar di tutto rispetto: la bravissima Marion Cotillard ( nei panni di una vendicativa prostituta ) e la talentuosa Jodie Foster.
La suggestiva colonna sonora di Angelo Badalamenti riesce magistralmente a trasmettere allo spettatore non solo l’enorme angoscia di Mathilde, ma anche e soprattutto la sua speranza di riuscire a ritrovare ancora vivo il “suo” Manech.
Una menzione particolare spetta infine all’eccellente utilizzo degli effetti digitali, grazie ai quali è stato possibile ricreare la Parigi degli anni venti, nonché alla fotografia di Bruno Delbonnel, che  è riuscita ad esaltare l’incredibile bellezza dei paesaggi della Bretagna, con i suoi fari imponenti e le sue lunghissime coste frastagliate battute dal vento.



Titolo: Una lunga domenica di passioni ( Un long dimanche de fiançailles )
Regia: Jean-Pierre Jeunet
Interpreti: Audrey Tautou, Gaspard Ulliel, Dominique Pinon, Jodie Foster, Marion Cotillard
Nazionalità: Francia
Anno: 2004

martedì 4 settembre 2012

“Beautiful lies” di Pierre Salvadori: le bugie hanno sempre le gambe corte.


Dopo il successo di “Ti va di pagare?”, nel 2010 Audrey Tautou tornò a essere diretta da Pierre Salvadori in “Beautiful lies”: una divertente commedia degli equivoci, nella quale la ritroviamo accanto alla bravissima Nathalie Baye, che in questo film interpreta il ruolo di sua madre.
Emilie (Audrey Tautou) ha recentemente aperto un salone di bellezza insieme ad un’amica.
Una mattina di primavera riceve per posta una dichiarazione d’amore da parte di un ammiratore segreto; troppo impegnata con il suo lavoro, non è comunque minimamente incuriosita da quella lettera, e così decide di cestinarla.
In realtà l’autore di quella missiva è Jean (Sami Bouajila), il ragazzo che si occupa dei lavori di manutenzione all’interno del suo salone.
Maddy (Nathalie Baye), la madre di Emilie, non si è più ripresa da quando è stata lasciata dal marito per una donna più giovane. Da parte sua continua comunque a sperare di poter tornare insieme a lui, ma non sa che in realtà è in procinto di sposarsi con la sua amante e che i due sono in attesa di un figlio.
Rivelatisi vani i numerosi tentativi di Emilie per farle riacquistare la fiducia in se stessa, la giovane decide allora di ricopiare la lettera ricevuta dal suo ammiratore misterioso, e di spedirla alla madre, nella speranza che questo possa aiutarla a sentirsi nuovamente apprezzata dagli uomini.
A seguito di questa sua innocente bugia si scatenerà però tutta una serie di divertenti equivoci e, soprattutto, verrà a crearsi un insolito triangolo amoroso tra Emilie, Maddy e Jean… 


Girato nella colorata cittadina di Sète, località marittima del sud della Francia, “Beautiful lies” riunisce sullo schermo due generazioni di attrici francesi. 
La maturità e il fascino di Nathalie Baye, interprete molto apprezzata non solamente in Francia, si contrappongono alla simpatia e alla freschezza di Audrey Tautou, che, diretta per la seconda volta dal poliedrico Pierre Salvadori, ritroviamo in un ruolo che sembra esserle stato cucito addosso.
Emilie ci viene presentata come una ragazza delusa dall’amore e, in conseguenza di ciò, apparentemente un po’ cinica.
Il desiderio di veder tornare a sorridere sua madre, la spingerà comunque a un insolito gesto che, pur innescando una reazione a catena di equivoci, permetterà anche a lei di riaprire gli occhi e, soprattutto, il cuore a un nuovo amore.
Pur nella sua semplicità, questa spensierata commedia riesce nel suo intento di far sorridere lo spettatore, grazie soprattutto alle interpretazioni delle due protagoniste che, sebbene nei rispettivi ruoli di madre e figlia, si ritroveranno a essere addirittura rivali.



Titolo: Beautiful lies ( De vrais mensonges )
Regia: Pierre Salvadori
Interpreti : Audreay Tautou, Nathalie Baye, Sami Bouajila
Nazionalità: Francia
Anno : 2010



giovedì 2 agosto 2012

“Ti va di pagare?” di Pierre Salvadori: l’amore vince sempre sul denaro?


Per la cartolina dalla Francia di oggi ho scelto un’altra commedia “estiva”, e più precisamente “Ti va di pagare?” di Pierre Salvadori, nella quale ritroviamo l’incantevole Audrey Tautou, nei panni di una seducente escort, affiancata dal simpaticissimo Gad Elmaleh.
Irène (Audrey Tautou) è una giovane e affascinante escort, che conduce una vita fatta di lussi e divertimenti, facendosi mantenere da facoltosi uomini maturi.
In un elegante albergo di Biarritz, una sera incontra Jean (Gad Elmaleh), un modesto cameriere che lavora all’interno dell’hotel. Scambiandolo per un miliardario, trascorre la notte con lui.
Il mattino seguente, al suo risveglio, Jean scopre però che lei se ne è andata insieme al suo facoltoso accompagnatore.
L’anno dopo, tornando nello stesso albergo, Irène incontra nuovamente Jean, il quale recita per la seconda volta la parte del miliardario. I due passano, così, un’altra notte insieme.
Irène, però, questa volta viene scoperta dal suo maturo fidanzato che, a soli tre mesi dalla data prevista per il loro matrimonio, decide quindi di troncare immediatamente ogni rapporto con lei.
Credendo di potersi consolare tra le braccia di Jean, Irène torna subito da lui, per scoprire però poco dopo la sua vera  identità.
Costretta inaspettatamente a riorganizzare la propria vita, parte quindi per la Costa Azzurra, dove Jean la raggiunge per dichiararle il suo amore; e nel tentativo di liberarsi di lui, sapendo che non può di certo garantirle il tenore di vita a cui lei è ormai abituata, Irène dà fondo in poco tempo a tutti i suoi risparmi.
Proprio quando Jean si è finalmente convinto a tornare al suo lavoro di cameriere, viene adocchiato da Madeleine (Marie-Christine Adam), una ricca vedova alla ricerca di un giovane accompagnatore.
Inaspettatamente, si ritrova così a ricoprire lo stesso ruolo di Irène, la quale nel frattempo ha sedotto un altro “pluridivorziato” miliardario.
Sebbene inizialmente la giovane donna si mostri prodiga di consigli nei confronti di Jean, in modo da consentirgli di ottenere il più possibile dalla “sua” ricca vedova, con il passare dei giorni  comincerà però a guardarlo con occhi decisamente diversi…


Dopo averci fatto sorridere, nonché commuovere, nei panni della dolce e stralunata Amélie Poulain, ritroviamo la brillante Audrey Tautou in questa sofisticata commedia francese diretta da Pierre Salvadori, nella quale  fin dalle prime immagini ci appare chiaro che tutto ( o quasi ) ruota intorno al denaro.
Nel mondo che ci viene presentato tutto ha un prezzo, apparentemente. Non solamente i vestiti, i gioielli o i soggiorni in lussuosi alberghi; anche la compagnia di donne giovani e belle.
Durante la visione del film, però, lo spettatore  scoprirà che questo fortunatamente non è sempre vero…
Fanno da sfondo alle divertenti vicissitudini di Irène e Jean alcune delle più eleganti località delle coste francesi. Dalle spiagge di Biarritz (nel sud-ovest della Francia ) a quelle della Costa Azzurra, il regista ci dà la possibilità di penetrare all’interno di ambienti esclusivi, non accessibili a chiunque.
E così ci ritroviamo a “soggiornare”, insieme ai due protagonisti, in lussuosi alberghi, come l’Hotel du Palais a Biarritz, o l’Hotel de Paris a Montecarlo.
Ad affiancare  Audrey Tautou, raggiante nei suoi eleganti abiti di scena, troviamo Gad Elmaleh, il simpaticissimo attore di origine marocchina; il quale, grazie alla sua bravura e alla brillante sceneggiatura, riesce perfino a risultare credibile  nei panni del, seppure impacciato, gigolo.



Titolo: Ti va di pagare? - Priceless ( Hors de prix )
Regia: Pierre Salvadori
Interpreti : Audrey Tautou, Gad Elmaleh, Marie-Christine Adam, Vernon Dobtcheff
Nazionalità : Francia
Anno : 2006


sabato 19 maggio 2012

“Il favoloso mondo di Amélie” di Jean-Pierre Jeunet: una favola moderna ambientata nel quartiere parigino di Montmartre.


Il favoloso mondo di Amélie”, del visionario Jean-Pierre Jeunet, è la cartolina dalla Francia di oggi che vorrei dedicare a tutti coloro che, sebbene non più bambini, amano ancora lasciarsi cullare dalle atmosfere surreali tipiche delle opere di questo regista; il quale, con questa pellicola, è riuscito a portare sullo schermo una piacevolissima favola moderna in cui ancora una volta trionfano i buoni sentimenti.
La giovane e graziosa Amélie Poulain (Audrey Tautou) lavora come cameriera presso il “Café des Deux Moulins” nel quartiere di Montmartre, a Parigi. Durante le sue giornate, che si susseguono in assoluta tranquillità, ama coltivare un gusto particolare per i piccoli piaceri della vita, come spezzare la crosta della Crème brûlée con la punta del cucchiaino, far rimbalzare i sassi sul Canal Saint-Martin, oppure affondare lentamente la mano in un sacco di legumi. Spesso, la domenica, va a trovare l’anziano padre, rimasto vedovo quando lei era ancora una bambina. La sera in cui apprende la notizia della morte di Lady Diana, Amélie ritrova casualmente, dietro a una mattonella della parete del bagno, una vecchia scatola, appartenuta ad un bambino vissuto in quello stesso appartamento molti anni prima, contenente alcuni piccoli oggetti. A seguito di tale inaspettato ritrovamento, Amélie si mette immediatamente alla ricerca del proprietario, che dopo varie peripezie scopre essere un certo Dominique Bretodeau, oramai divenuto adulto, e al quale con uno stratagemma riesce a riconsegnare la scatola. Nella sua ricerca risulta determinante l’aiuto de “L’uomo di vetro”: un anziano vicino di casa di Amélie, così soprannominato per una malattia congenita che gli ha causato la fragilità delle ossa. Per questo motivo l’uomo trascorre le sue giornate in casa a dipingere. La ragazza, rimasta piacevolmente colpita dalla reazione avuta da Bretodeau nel ritrovare dopo tanti anni il suo piccolo “tesoro”, decide così di dedicarsi ad aiutare gli altri, nel tentativo di sistemare tutto ciò che non va nelle loro vite. Allo stesso tempo, però, ergendosi a paladina dei più deboli, mette in atto una crudele vendetta ai danni del fruttivendolo del suo quartiere, per punirlo dei continui maltrattamenti inflitti al povero garzone della sua bottega. Un giorno Amélie incontra Nino (Mathieu Kassovitz), un ragazzo che ha il curioso hobby di raccogliere e collezionare in un grosso album le fototessere gettate via nelle stazioni di Parigi e che, come lei, ha avuto un’infanzia difficile. Lo smarrimento, da parte di Nino, del suo “prezioso” album di foto darà vita ad una serie di inseguimenti e perfino a una caccia al tesoro; fino a quando, dopo essersi prodigata tanto per aiutare gli altri, anche per Amélie arriverà la felicità e, soprattutto, l’amore…



Nonostante l’atmosfera a tratti surreale che permea la pellicola, “Il favoloso mondo di Amélie” si contraddistingue per l’estrema sensibilità e delicatezza con le quali vengono narrati i singoli passaggi del film, arrivando perfino, in alcuni momenti, a suscitare la commozione dello spettatore; come nella scena in cui Dominique Bretodeau, che Amélie attira con uno stratagemma in una cabina telefonica, ritrova, incredulo, la scatola appartenutagli molti anni prima, nella quale aveva raccolto alcuni piccoli oggetti della propria infanzia. Questo ritrovamento del tutto inaspettato lo porterà così a riflettere sulla propria vita, sul rapido scorrere degli anni e soprattutto sul suo rapporto con il figlio, con il quale non parla più da tempo.
Quello di Amélie Poulain è un personaggio con il quale molti spettatori si sono identificati. Da schiva e riservata, come ci viene presentata all’inizio del film, la vediamo trasformarsi lentamente in una giovane donna desiderosa di rendere migliore la vita di coloro che la circondano; ed è proprio aiutando gli altri che inizierà a riflettere su ciò che non va dentro di sé e ad aprire il proprio cuore all’amore: un sentimento del quale fin dagli anni della sua infanzia le è stata trasmessa, sebbene involontariamente, una visione alquanto distorta.
In un’epoca nella quale  i media ci propongono quotidianamente l’immagine di un mondo in cui il concetto di altruismo risulta tutt’altro che predominante, “Il favoloso mondo di Amélie” può indubbiamente apparire come una vera e propria utopia. Ritengo comunque che, di tanto in tanto, la visione di pellicole come questa possa comunque “fare bene al cuore”, giusto per poter continuare a credere  e sperare che l’amore e il rispetto per il prossimo non si siano ancora definitivamente estinti.
La poetica colonna sonora composta da Yann Tiersen sottolinea alla perfezione ogni singolo momento del film, come nel caso di Comptine d’un autre été, brano che ascoltiamo in sottofondo nella scena in cui Amélie si diverte a far rimbalzare i sassi sull’acqua del Canale Saint-Martin a Parigi, e che potete ascoltare, o riascoltare, cliccando QUI.
Il quartiere parigino di Montmartre fa da sfondo alle giornate di Amélie e degli altri curiosi personaggi che quotidianamente ruotano intorno alla sua vita; ed è proprio a Montmartre, in rue Lepic 15, che si trova il Café des Deux Moulins, locale che Jean-Pierre Jeunet ha scelto personalmente come set per le riprese e che, dopo l’uscita del film, è diventato una sorta di luogo di culto per tutti coloro che hanno amato questa pellicola, permettendogli così di risollevarsi dalla pesante situazione finanziaria in cui era piombato prima di essere scoperto dal regista. Potete raggiungerlo tranquillamente con il metro: fermate  Abbesses o Blanche.
Nelle vicinanze del Café des 2 Moulins, precisamente in Rue des 3 Frères, si trova anche la bottega di Monsieur Colignon, il dispotico fruttivendolo che subisce l’ “atroce” vendetta di Amélie.
Alcune scene del film sono state girate  presso la Gare de Lyon, la Gare de Paris Est e la Gare de Paris Nord: i luoghi prediletti da Nino per la ricerca e la raccolta di fototessere scartate.


 
Titolo: Il favoloso mondo di Amelie (Le Fabuleux destin d'Amélie Poulain ).
Regia: Jean-Pierre Jeunet
Interpreti : Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Dominique Pinon, Jamel Debbouze.
Nazionalità : Francia
Anno : 2001