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sabato 31 marzo 2018

“Per mio figlio” di Frédéric Mermoud: gli imprevedibili risvolti di un desiderio di vendetta.



Losanna. Diane ( Emmanuelle Devos ) fugge dalla clinica in cui è stata ricoverata dopo la tragica morte del figlio,  investito da un’auto pirata.
A seguito delle indagini svolte dall’investigatore privato a cui si è rivolta, viene a sapere che, al momento dell’incidente, alla guida dell’autovettura - una Mercedes color moka – si trovava una donna dai capelli biondi residente a Evian, in Francia; ed è proprio lì che Diane si reca, in modo da poter mettere in atto la sua vendetta.
Ben presto riesce quindi ad avvicinare Marlène ( Nathalie Baye ), piacente titolare di un centro estetico; anche lei sta attraversando un periodo particolarmente difficile della sua esistenza.
In crisi con il proprio compagno ( tra l’altro molto più giovane di lei ), vive un rapporto alquanto conflittuale con la figlia nata dal suo primo matrimonio.
Insospettita ma al tempo stesso incuriosita dall’improvviso arrivo di quella donna, Marlène finisce per diventarne amica e confidarsi con lei; questo, almeno, fino a quando  Diane non le rivelerà le sue effettive intenzioni…


Tratto da un  romanzo di Tatiana De Rosnay, e ambientato sullo sfondo di grigi paesaggi che spaziano dalla Svizzera alla Francia, "Per mio figlio"  riesce a farsi apprezzare per la sottile tensione percepita dallo spettatore mentre segue passo passo le varie fasi di un ben preciso progetto di vendetta, escogitato da una donna privata del suo bene più grande, ma soprattutto per il particolare tipo di rapporto che lentamente si sviluppa tra due madri, apparentemente così diverse tra loro, ma che in realtà, sebbene su due fronti diversi, si ritrovano costrette a fare i conti con il proprio dramma.
In effetti  Frédéric Mermoud finisce ben presto per concentrarsi sull’elemento fortemente emotivo e psicologico della storia, evidenziando al tempo stesso gli imprevedibili risvolti di un desiderio di vendetta.
Per fare ciò si avvale della preziosissima collaborazione di due straordinarie interpreti: Emmanuelle Devos e Nathalie Baye ci consegnano infatti un intenso e sofferto spaccato dell’universo femminile dove, malgrado tutto, la comprensione e il senso di solidarietà finiscono alla fine per prevalere.




Titolo: Per mio figlio ( Moka )
Regia: Frédéric Mermoud
Interpreti: Nathalie Baye, Emmanuelle Devos, David Clavel, Diane Rouxel, Olivier Chantreau, Samuel Labarthe, Jean-Philippe Écoffey, Marion Reymond, Paulin Jaccoud.
Nazionalità: Francia, Svizzera
Anno: 2016

lunedì 13 febbraio 2017

“E’ solo la fine del mondo” di Xavier Dolan: disperato gioco al massacro in un interno.



Louis ( Gaspard Ulliel ) è un giovane drammaturgo di successo che ha da tempo interrotto ogni rapporto con la propria famiglia.
Adesso, dopo dodici anni di assenza, decide di tornare a casa, per rivedere i posti della sua infanzia, cercare di riallacciare un legame con i suoi familiari, ma soprattutto per comunicare loro che purtroppo non gli resta ancora molto tempo da vivere.
Ad attenderlo trova sua madre Martine ( Nathalie Baye ) – donna decisamente sopra le righe, dalla quale non si è mai sentito compreso; Suzanne ( Léa Seydoux ) – la sorella minore che fino ad allora è vissuta con il “mito” di Louis; Antoine ( Vincent Cassel ) – l’irascibile fratello maggiore; e infine Catherine ( Marion Cotillard ) -  la timida e impacciata cognata che lui vede per la prima volta.
Il suo ritorno a casa sembra essere accolto con gioia da tutti tranne che da Antoine, da sempre invidioso del fratello minore.
Ben presto, tra la rievocazione di un ricordo e l’altro, vecchi rancori e incomprensioni tornano rapidamente a galla; e così, l’ultima occasione che ha Louis per riconciliarsi con i suoi familiari e il passato, si trasforma inevitabilmente in un disperato gioco al massacro.
In quell’atmosfera così carica di odio e tensione, deciderà comunque di informarli del principale motivo di quella sua visita?


In questa sua ultima pellicola, tratta dall’omonima pièce teatrale di Jean-Luc Lagrace, Xavier Dolan mette in scena i complessi conflitti tra i componenti della famiglia Knipper, scatenati dall’inaspettato ritorno a casa del “figliol prodigo” Louis.
In effetti, nonostante venga accolto con il sorriso dalla maggior parte dei suoi familiari, non è facile per nessuno di loro riabituarsi così rapidamente alla sua presenza, tanto meno per Antoine, che con il suo atteggiamento aggressivo pretende di decidere ciò che sua moglie possa o non possa dire, litiga in continuazione con la madre e la sorella, ma soprattutto non fa mistero di non tollerare assolutamente la vicinanza del fratello minore.
E’ solo la fine del mondo, che rivela fin da subito la sua chiara matrice teatrale, si sviluppa attraverso un lento susseguirsi di dialoghi che permettono allo spettatore di farsi un’idea sufficientemente precisa delle  dinamiche che molti anni prima hanno spinto il protagonista a cercare la propria strada lontano da casa; e questo grazie anche al sapiente inserimento di efficaci flashback generati dai ricordi di Louis: da quando, ancora bambino, giocava spensierato con Antoine nei giorni di vacanza, fino alla scoperta della propria omosessualità.
Oltre che per i suoi dialoghi particolarmente accesi, questa struggente pellicola dell’enfant prodige Dolan si contraddistingue  per l’incredibile intensità dei silenzi e,  soprattutto, degli sguardi dei suoi personaggi; in primis quelli del tormentato Louis, che trova fin da subito un’inaspettata alleata in Catherine.
Per questo suo sesto lungometraggio, presentato all’ultimo Festival di Cannes e celebrato con il Gran Premio della Giuria, il regista canadese si è avvalso di un cast pluristellato, composto interamente da attori francesi, le cui intense interpretazioni hanno reso decisamente toccante la narrazione delle vicende di un giovane uomo, per il quale la fine del mondo è purtroppo ormai vicina.


Titolo: E’ solo la fine del mondo ( Juste la fin du monde )
Regia : Xavier Dolan
Interpreti: Gaspard Ulliel, Nathalie Baye, Marion Cotillard, Vincent Cassel, Léa Seydoux.
Nazionalità: Canada, Francia
Anno: 2016



sabato 9 febbraio 2013

“Non dirlo a nessuno” di Guillaume Canet: un successo internazionale per una pellicola caratterizzata da un interminabile susseguirsi di colpi di scena.


Tratto dall’omonimo best-seller di Harlan Coben, e seconda esperienza nel lungometraggio di Guillaume Canet, il talentuoso attore e regista francese, “Non dirlo a nessuno” vanta un incredibile successo a livello internazionale; e questo per merito non solo di una regia e una sceneggiatura che coinvolgono sapientemente lo spettatore, ma anche di un eccezionale cast di interpreti capitanati da un “adrenalico” François Cluzet.
Alexandre Beck (François Cluzet) è un pediatra felicemente coniugato con Margot (Marie-Josée Croze).
La sua vita viene letteralmente sconvolta a seguito del brutale omicidio della moglie, avvenuto mentre i due stavano trascorrendo alcuni giorni nella località in cui si erano conosciuti da bambini, per festeggiare il loro anniversario di matrimonio.
Otto anni più tardi, dopo il ritrovamento di due cadaveri nei pressi del luogo in cui Margot era stata assassinata, la polizia decide di riaprire il caso e Alex torna ad essere il sospettato principale.
Contemporaneamente, l’uomo riceve via e-mail un video dal quale sembrerebbe che in realtà la donna sia ancora viva.
Sarà per Alex l’inizio di una vera e propria corsa contro il tempo per riuscire a provare la propria innocenza e, soprattutto, per cercare di capire cosa sia effettivamente successo a sua moglie.



Con tre milioni di spettatori richiamati nei soli cinema francesi, “Non dirlo a nessuno” è stato candidato a nove premi César, aggiudicandosene poi solamente quattro, tra cui quello per la miglior regia e per il miglior attore a François Cluzet.
Sullo sfondo di una Parigi tutt’altro che turistica, lo spettatore è portato a immedesimarsi con il  protagonista, avendo come la sensazione di vivere in prima persona l’ampio ventaglio dei suoi stati d’animo.
In effetti è praticamente impossibile rimanere indifferenti di fronte al dramma che ha distrutto la vita di Alex; dopo otto anni, durante i quali non è ( comprensibilmente ) riuscito a superare completamente il trauma dell’omicidio della sua adorata Margot, ecco che il verificarsi di una serie di circostanze concomitanti riaccendono in lui la speranza che la donna possa essere ancora viva.
La strada per arrivare a scoprire cosa sia effettivamente accaduto otto anni prima sarà però tutta in salita per Alex; l’uomo, infatti, oltre a dover dimostrare di non essere un assassino, si ritroverà più volte a mettere in pericolo la propria esistenza.
L’amore per Margot gli permetterà a ogni modo di superare ogni ostacolo, sebbene la scoperta della verità si rivelerà alquanto dolorosa per lui.
François Cluzet è semplicemente strepitoso, con un’interpretazione che lo ha impegnato sia emotivamente che fisicamente, dal momento che non sono poche le scene in cui lo vediamo correre lungo le strade di Parigi mentre è inseguito dalla polizia.
Ad affiancarlo in una pellicola che riesce a mescolare magistralmente gli elementi caratteristici della love story con quelli del giallo e del thriller, abbiamo un cast decisamente eccellente con attori del calibro di Kristin Scott Thomas, nella parte dell’amica di Alex, del veterano André Dussollier e della sempre affascinante Nathalie Baye.
Nel film ritroviamo inoltre lo stesso Canet, che dirige se stesso in un piccolo, ma ugualmente sgradevole, ruolo.



Titolo: Non dirlo a nessuno ( Ne le dis à personne )
Regia: Guillaume Canet
Interpreti: François Cluzet, Marie-Josée Croze, Kristin Scott Thomas, André Dussollier, Nathalie Baye, Jean Rochefort, Guillaume Canet
Nazionalità: Francia, 
Anno: 2006

martedì 4 settembre 2012

“Beautiful lies” di Pierre Salvadori: le bugie hanno sempre le gambe corte.


Dopo il successo di “Ti va di pagare?”, nel 2010 Audrey Tautou tornò a essere diretta da Pierre Salvadori in “Beautiful lies”: una divertente commedia degli equivoci, nella quale la ritroviamo accanto alla bravissima Nathalie Baye, che in questo film interpreta il ruolo di sua madre.
Emilie (Audrey Tautou) ha recentemente aperto un salone di bellezza insieme ad un’amica.
Una mattina di primavera riceve per posta una dichiarazione d’amore da parte di un ammiratore segreto; troppo impegnata con il suo lavoro, non è comunque minimamente incuriosita da quella lettera, e così decide di cestinarla.
In realtà l’autore di quella missiva è Jean (Sami Bouajila), il ragazzo che si occupa dei lavori di manutenzione all’interno del suo salone.
Maddy (Nathalie Baye), la madre di Emilie, non si è più ripresa da quando è stata lasciata dal marito per una donna più giovane. Da parte sua continua comunque a sperare di poter tornare insieme a lui, ma non sa che in realtà è in procinto di sposarsi con la sua amante e che i due sono in attesa di un figlio.
Rivelatisi vani i numerosi tentativi di Emilie per farle riacquistare la fiducia in se stessa, la giovane decide allora di ricopiare la lettera ricevuta dal suo ammiratore misterioso, e di spedirla alla madre, nella speranza che questo possa aiutarla a sentirsi nuovamente apprezzata dagli uomini.
A seguito di questa sua innocente bugia si scatenerà però tutta una serie di divertenti equivoci e, soprattutto, verrà a crearsi un insolito triangolo amoroso tra Emilie, Maddy e Jean… 


Girato nella colorata cittadina di Sète, località marittima del sud della Francia, “Beautiful lies” riunisce sullo schermo due generazioni di attrici francesi. 
La maturità e il fascino di Nathalie Baye, interprete molto apprezzata non solamente in Francia, si contrappongono alla simpatia e alla freschezza di Audrey Tautou, che, diretta per la seconda volta dal poliedrico Pierre Salvadori, ritroviamo in un ruolo che sembra esserle stato cucito addosso.
Emilie ci viene presentata come una ragazza delusa dall’amore e, in conseguenza di ciò, apparentemente un po’ cinica.
Il desiderio di veder tornare a sorridere sua madre, la spingerà comunque a un insolito gesto che, pur innescando una reazione a catena di equivoci, permetterà anche a lei di riaprire gli occhi e, soprattutto, il cuore a un nuovo amore.
Pur nella sua semplicità, questa spensierata commedia riesce nel suo intento di far sorridere lo spettatore, grazie soprattutto alle interpretazioni delle due protagoniste che, sebbene nei rispettivi ruoli di madre e figlia, si ritroveranno a essere addirittura rivali.



Titolo: Beautiful lies ( De vrais mensonges )
Regia: Pierre Salvadori
Interpreti : Audreay Tautou, Nathalie Baye, Sami Bouajila
Nazionalità: Francia
Anno : 2010