Dopo l’incredibile successo de “Il favoloso mondo di Amélie”, nel 2004
la fortunata coppia formata dal visionario regista francese Jean-Pierre Jeunet e l’espressiva Audrey Tautou si riunì felicemente per le riprese
de “Una lunga domenica di passioni”: un vero e proprio kolossal di produzione
franco-americana ambientato durante gli anni che seguirono immediatamente il
primo conflitto mondiale.
Nel gennaio del 1917, cinque soldati francesi, non sopportando più
di continuare a combattere in trincea, decidono di automutilarsi proprio per
sottrarsi ai loro doveri militari.
Condannati a morte da una corte
marziale per aver commesso questo reato, i cinque uomini vengono scortati in un
avamposto chiamato “Bingo Crépuscule” e abbandonati lì, tra le trincee francesi
e quelle tedesche, al loro tragico destino.
Tra di loro vi è anche il
giovanissimo Manech (Gaspard Ulliel), fidanzato di Mathilde
(Audrey Tautou).
Due anni più tardi la ragazza,
claudicante fin da quando era una bambina a seguito della poliomielite, non
riesce ancora a rassegnarsi all’idea che Manech sia effettivamente deceduto,
poiché se fosse morto lei lo saprebbe.
Sostenuta da questa sua fortissima
convinzione, Mathilde inizia quindi la sua indagine personale.
In un altalenarsi di speranze e
delusioni, e avvalendosi delle testimonianze di coloro che hanno incontrato
Manech, la ragazza riuscirà finalmente a scoprire che cosa gli sia
effettivamente successo quel terribile giorno a “Bingo Crépuscule”…
Tratto dall’omonimo romanzo di Sébastien Japrisot, “Una lunga domenica
di passioni” ci presenta con estremo realismo tutto l’orrore della guerra.
Una perfetta ricostruzione delle
trincee battute dalla pioggia e sommerse dal fango, un sapiente impiego degli
effetti speciali, nonché la crudezza delle scene in cui il regista non ci
risparmia la visione dei corpi dei soldati mutilati o, peggio ancora, straziati
sul campo di battaglia, rendono lo
spettatore particolarmente partecipe delle vicende narrate sullo schermo.
A smorzare la drammaticità degli
eventi storici, contribuisce però la
tenerezza della storia d’amore tra Mathilde e Manech, i quali, proprio a
causa della guerra, hanno visto spezzarsi tragicamente il filo che li teneva legati
al loro sogno fin dagli anni dell’infanzia.
Nonostante le avversità che
l’hanno accompagnata fin dalla sua tenera età, il personaggio interpretato dalla Tautou affascina per la sua
incredibile forza e tenacia; due qualità che la spingono senza sosta a
scoprire che cosa sia effettivamente successo al suo amato, nonostante le
persone che le stanno accanto la esortino in continuazione ad abbandonare le
ricerche, onde evitare che lei si illuda inutilmente.
Fanno parte del cast di questo intenso
kolossal a sfondo bellico, oltre alla Tautou e ad alcuni degli attori “feticcio”
di Jeunet ( come Dominique Pinon e Rufus ), anche due premi Oscar di tutto
rispetto: la bravissima Marion Cotillard
( nei panni di una vendicativa prostituta ) e la talentuosa Jodie Foster.
La suggestiva colonna sonora di Angelo Badalamenti riesce
magistralmente a trasmettere allo spettatore non solo l’enorme angoscia di
Mathilde, ma anche e soprattutto la sua speranza di riuscire a ritrovare ancora
vivo il “suo” Manech.
Una menzione particolare spetta infine
all’eccellente utilizzo degli effetti digitali, grazie ai quali è stato
possibile ricreare la Parigi
degli anni venti, nonché alla fotografia di Bruno Delbonnel, che è riuscita ad esaltare l’incredibile bellezza dei paesaggi della Bretagna, con i suoi fari
imponenti e le sue lunghissime coste frastagliate battute dal vento.
Titolo: Una lunga domenica di passioni ( Un long dimanche de fiançailles )
Regia: Jean-Pierre Jeunet
Interpreti: Audrey Tautou, Gaspard Ulliel, Dominique Pinon, Jodie Foster, Marion Cotillard
Nazionalità: Francia
Anno: 2004