“Il favoloso mondo di Amélie”, del visionario Jean-Pierre Jeunet, è la cartolina dalla Francia di oggi che vorrei dedicare a tutti coloro che, sebbene non più bambini, amano ancora lasciarsi cullare dalle atmosfere surreali tipiche delle opere di questo regista; il quale, con questa pellicola, è riuscito a portare sullo schermo una piacevolissima favola moderna in cui ancora una volta trionfano i buoni sentimenti.
La giovane e graziosa Amélie Poulain (Audrey Tautou) lavora come cameriera presso il “Café des Deux Moulins” nel quartiere di Montmartre, a Parigi. Durante le sue giornate, che si susseguono in assoluta tranquillità, ama coltivare un gusto particolare per i piccoli piaceri della vita, come spezzare la crosta della Crème brûlée con la punta del cucchiaino, far rimbalzare i sassi sul Canal Saint-Martin, oppure affondare lentamente la mano in un sacco di legumi. Spesso, la domenica, va a trovare l’anziano padre, rimasto vedovo quando lei era ancora una bambina. La sera in cui apprende la notizia della morte di Lady Diana, Amélie ritrova casualmente, dietro a una mattonella della parete del bagno, una vecchia scatola, appartenuta ad un bambino vissuto in quello stesso appartamento molti anni prima, contenente alcuni piccoli oggetti. A seguito di tale inaspettato ritrovamento, Amélie si mette immediatamente alla ricerca del proprietario, che dopo varie peripezie scopre essere un certo Dominique Bretodeau, oramai divenuto adulto, e al quale con uno stratagemma riesce a riconsegnare la scatola. Nella sua ricerca risulta determinante l’aiuto de “L’uomo di vetro”: un anziano vicino di casa di Amélie, così soprannominato per una malattia congenita che gli ha causato la fragilità delle ossa. Per questo motivo l’uomo trascorre le sue giornate in casa a dipingere. La ragazza, rimasta piacevolmente colpita dalla reazione avuta da Bretodeau nel ritrovare dopo tanti anni il suo piccolo “tesoro”, decide così di dedicarsi ad aiutare gli altri, nel tentativo di sistemare tutto ciò che non va nelle loro vite. Allo stesso tempo, però, ergendosi a paladina dei più deboli, mette in atto una crudele vendetta ai danni del fruttivendolo del suo quartiere, per punirlo dei continui maltrattamenti inflitti al povero garzone della sua bottega. Un giorno Amélie incontra Nino (Mathieu Kassovitz), un ragazzo che ha il curioso hobby di raccogliere e collezionare in un grosso album le fototessere gettate via nelle stazioni di Parigi e che, come lei, ha avuto un’infanzia difficile. Lo smarrimento, da parte di Nino, del suo “prezioso” album di foto darà vita ad una serie di inseguimenti e perfino a una caccia al tesoro; fino a quando, dopo essersi prodigata tanto per aiutare gli altri, anche per Amélie arriverà la felicità e, soprattutto, l’amore…
Nonostante l’atmosfera a tratti
surreale che permea la pellicola, “Il favoloso mondo di Amélie” si
contraddistingue per l’estrema sensibilità e delicatezza con le quali vengono
narrati i singoli passaggi del film, arrivando perfino, in alcuni momenti, a suscitare
la commozione dello spettatore; come nella scena in cui Dominique Bretodeau, che
Amélie attira con uno stratagemma in una cabina telefonica, ritrova, incredulo,
la scatola appartenutagli molti anni prima, nella quale aveva raccolto alcuni
piccoli oggetti della propria infanzia. Questo ritrovamento del tutto
inaspettato lo porterà così a riflettere sulla propria vita, sul rapido
scorrere degli anni e soprattutto sul suo rapporto con il figlio, con il quale
non parla più da tempo.
Quello di Amélie Poulain è un
personaggio con il quale molti spettatori si sono identificati. Da schiva e riservata,
come ci viene presentata all’inizio del film, la vediamo trasformarsi
lentamente in una giovane donna desiderosa di rendere migliore la vita di
coloro che la circondano; ed è proprio aiutando gli altri che inizierà a
riflettere su ciò che non va dentro di sé e ad aprire il proprio cuore
all’amore: un sentimento del quale fin dagli anni della sua infanzia le è stata
trasmessa, sebbene involontariamente, una visione alquanto distorta.
In un’epoca nella quale i media ci propongono quotidianamente l’immagine
di un mondo in cui il concetto di altruismo risulta tutt’altro che
predominante, “Il favoloso mondo di Amélie” può indubbiamente apparire come una
vera e propria utopia. Ritengo comunque che, di tanto in tanto, la visione di
pellicole come questa possa comunque “fare bene al cuore”, giusto per poter
continuare a credere e sperare che
l’amore e il rispetto per il prossimo non si siano ancora definitivamente
estinti.
La poetica colonna sonora
composta da Yann Tiersen sottolinea
alla perfezione ogni singolo momento del film, come nel caso di Comptine d’un autre été, brano che
ascoltiamo in sottofondo nella scena in cui Amélie si diverte a far rimbalzare
i sassi sull’acqua del Canale Saint-Martin a Parigi, e che potete ascoltare, o
riascoltare, cliccando QUI.
Il quartiere parigino di
Montmartre fa da sfondo alle giornate di Amélie e degli altri curiosi
personaggi che quotidianamente ruotano intorno alla sua vita; ed è proprio a
Montmartre, in rue Lepic 15, che si trova il Café des Deux Moulins, locale
che Jean-Pierre Jeunet ha scelto
personalmente come set per le riprese e che, dopo l’uscita del film, è
diventato una sorta di luogo di culto per tutti coloro che hanno amato questa pellicola,
permettendogli così di risollevarsi dalla pesante situazione finanziaria in cui
era piombato prima di essere scoperto dal regista. Potete raggiungerlo tranquillamente
con il metro: fermate Abbesses o Blanche.
Nelle vicinanze del Café des 2
Moulins, precisamente in Rue des 3 Frères, si trova anche la bottega di Monsieur Colignon, il dispotico
fruttivendolo che subisce l’ “atroce” vendetta di Amélie.
Alcune scene del film sono state
girate presso la Gare
de Lyon, la Gare
de Paris Est e la Gare
de Paris Nord: i luoghi prediletti da Nino per la ricerca e la raccolta di fototessere
scartate.
Regia: Jean-Pierre Jeunet
Interpreti : Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Dominique Pinon, Jamel Debbouze.
Nazionalità : Francia
Anno : 2001