martedì 17 agosto 2021

IL CONDOMINIO DEI CUORI INFRANTI di Samuel Benchetrit: sei personaggi in cerca di tenerezza e comprensione.



All’interno di un fatiscente condominio, situato nella periferia di una non ben precisata cittadina francese, si intrecciano le singolari esistenze di sei persone ( tre uomini e tre donne ) che apparentemente non hanno assolutamente nulla in comune tra loro.
L’introverso Sterkovitz ( Gustave Kervern ), che vive da solo in uno degli angusti appartamenti di quell’edificio, e che a seguito di un ictus si ritrova costretto su di una sedia a rotelle, si innamora di una delle infermiere del turno di notte ( Valeria Bruni Tedeschi ) dell’ospedale dal quale è stato da poco dimesso.
Un’anziana signora ( Tassadit Mandi ), emigrata molti anni prima dall’Algeria, la cui unica occupazione quotidiana sembra essere far visita al figlio detenuto in carcere, si ritrova del tutto inaspettatamente a ospitare nella propria casa un giovane astronauta americano della Nasa ( Michael Pitt ), caduto con la sua navicella dallo spazio proprio sul tetto della palazzina in cui abita.
Un giovane ( Jules Benchetrit ), che si contraddistingue per il suo atteggiamento alquanto insolente, stringe un insolito rapporto di amicizia con la sua nuova vicina di casa: una famosa attrice ( Isabelle Huppert ) che, oramai non più giovane, sta disperatamente cercando di rilanciare la propria carriera cinematografica.


Samuel Benchetrit ci racconta sei diversi modi di affrontare la solitudine: uno stato d’animo che sembra permeare profondamente la vita di ognuno di questi sei personaggi alla tormentata ricerca di tenerezza e comprensione; un bisogno che l’incontro con l’altro riuscirà comunque più o meno completamente a soddisfare.
Ne “Il condominio dei cuori infranti la drammaticità di alcune situazioni viene sapientemente stemperata dalla comicità di alcune scene al limite del surreale; il regista, nonché scrittore, riesce così a far commuovere lo spettatore, trasmettendogli però al tempo stesso un importante messaggio di speranza.



Titolo: Il condominio dei cuori infranti ( Asphalte )
Regia: Samuel Benchetrit
Interpreti: Isabelle Huppert, Valeria Bruni Tedeschi, Gustave Kervern, Jules Benchetrit, Michael Pitt, Tassadit Mandi
Nazionalità: Francia, Gran Bretagna
Anno: 2015
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mercoledì 14 aprile 2021

MADAME CLAUDE di Sylvie Verheyde: il ritratto a tinte forti di una donna che ha fatto del sesso la chiave per entrare ed affermarsi in un mondo dominato esclusivamente dagli uomini.

 


Parigi 1968. Madame Claude ( Karole Rocher ) è oramai giunta all’apice della sua lunga e lucrosa attività.
Di estrazione umile e originaria di Angers, dopo aver intrapreso la strada della prostituzione immediatamente dopo la fine del secondo conflitto mondiale, agli inizi degli anni sessanta diventa la maîtresse di un vero e proprio “esercito” di escort di lusso, da lei stessa accuratamente selezionate e appositamente addestrate con il preciso scopo di soddisfare i più disparati appetiti sessuali di uomini potenti e facoltosi, appartenenti al mondo della politica e non solo.
Proprio grazie alle numerose frequentazioni intrattenute dalle sue ragazze, Madame Claude è riuscita nel corso degli anni a stabilire forti legami non solamente con alcuni importanti funzionari della polizia francese, ma addirittura dei servizi segreti, diventando così per gli stessi una preziosissima fonte di informazioni alquanto delicate.
Purtroppo, però, la protezione da lei ricevuta in cambio, per poter continuare a esercitare indisturbata la propria attività, non è destinata a durare in eterno; e infatti, alla metà degli anni settanta, l’elezione all’Eliseo del Presidente Valéry Giscard D’Estaing segna per la donna l’inizio di una lunga e irreversibile discesa agli inferi…



«Questa storia si ispira alla vita immaginaria di Fernande Grudet, alias Madame Claude, nata il 6 Luglio 1923 ad Angers».
Questa didascalia introduce la pellicola scritta e diretta da Sylvie Verheyde, che tratteggia con tinte decisamente forti la storia, tanto affascinante quanto inquietante, di Fernande Grudet: una donna che mossa essenzialmente dall’ambizione e dalla sete di potere, ha fatto del sesso la chiave per entrare in un mondo ancora dominato esclusivamente dagli uomini, riuscendo anche ad assicurarsi una posizione di indubbio privilegio.
Karole Rocher con la sua magistrale interpretazione riesce a trasmettere allo spettatore tutta la freddezza e il cinismo di una donna che, sebbene considerasse le sue ragazze come “figlie”, per accontentare le richieste della sua folta schiera di “amici” ( così come da lei stessa definiti ), non era di certo solita farsi tanti scrupoli nello spingerle tra le braccia di uomini anche notoriamente violenti.
La visione di “Madame Claude è comunque una preziosa occasione per (ri)vivere una Francia di altri tempi, magnificamente riportata alla luce grazie alla scelta di una nostalgica e suggestiva colonna sonora, nonché all’accurata ricostruzione dello stile di un’epoca in cui, di lì a breve, la rivoluzione sessuale avrebbe cambiato per sempre gli usi e i costumi della società.





Titolo: Madame Claude ( Madame Claude )
Regia: Sylvie Verheyde
Interpreti: Karole Rocher, Roschdy Zem, Garance Marillier, Pierre Deladonchamps, Annabelle Belmondo
Nazionalità: Francia

sabato 2 gennaio 2021

“LE VERITA’ “ di Hirokazu Kore-eda: il doloroso percorso introspettivo, a ritroso nel tempo, di una madre e una figlia.


 Foto: Allociné

Fabienne Dangeville ( Catherine Deneuve ) è un’attrice con una lunga e invidiabile carriera cinematografica alle spalle, ma oramai da anni sul viale del tramonto.
Ha da poco pubblicato un’autobiografia e, proprio per celebrarne l’uscita, riceve da New York la visita della figlia Lumir ( Juliette Binoche ), di professione sceneggiatrice, accompagnata dal marito Hank ( Ethan Hawke ) e dalla piccola Charlotte. 
Proprio leggendo quel libro, Lumir si accorge però che quanto riportato dalla madre, soprattutto con riferimento al loro rapporto, purtroppo non corrisponde alla realtà; e così, alquanto indignata per l’evidente mistificazione dei fatti, finisce inevitabilmente per rinfacciare all’anziana genitrice il palese disinteresse da lei mostratole negli anni della sua infanzia, risvegliando così tutta una serie di dissapori e incomprensioni che il passare del tempo ha solamente assopito, ma non definitivamente cancellato…


Foto: Allociné

Dopo il pluripremiato “Un affare di famiglia”Hirokazu Koreeda torna a occuparsi delle dinamiche che si sviluppano all’interno di contesti familiari, questa volta spostando però l’azione dall’oriente all’Europa, e più nello specifico in Francia. 
Qui, in un’elegante dimora situata nei dintorni di Parigi, prende rapidamente forma un tormentato “gioco al massacro”, protagonista del quale è una figlia che non hai mai perdonato alla propria madre di averla sempre trascurata, in quanto troppo concentrata su se stessa e la propria carriera. 
E’ la recente pubblicazione di un libro di memorie dell’attrice a scatenare una serie di accese discussioni all’interno delle mura domestiche, nel corso delle quali Lumir di certo non le risparmia accuse anche piuttosto pesanti. 
Mentre assistiamo alle riprese del suo ultimo film, nel quale Fabienne non interpreta più il ruolo della protagonista a cui un tempo era abituata, finzione e realtà si intrecciano e sovrappongono, aprendo così alle due donne le porte di un doloroso percorso introspettivo a ritroso nel tempo, al termine del quale entrambe giungeranno ( forse ) a trovare un sofferto punto di intesa, e a chiudere definitivamente i conti con il passato. 
Per la sua prima produzione europea, il regista giapponese è riuscito a dirigere uno straordinario cast di interpreti, all’interno del quale brillano le stelle di Catherine Deneuve e Juliette Binoche: due attrici appartenenti a due diverse generazioni del cinema francese che, con le loro molteplici peculiarità, si rivelano praticamente perfette per i loro rispettivi ruoli.


Foto: Allociné

Titolo: Le verità ( La vérité )
Regia: Hirokazu Kore-eda
Interpreti: Catherine Deneuve, Juliette Binoche, Ludivine Sagnier, Ethan Hawke
Nazionalità: Francia
Anno: 2019
In vendita su Amazon.it
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giovedì 26 novembre 2020

“ALICE E IL SINDACO” di Nicolas Pariser: un’acuta riflessione su limiti e contraddizioni del mondo della politica.

 



Dopo aver trascorso un periodo di tempo in Inghilterra dedicandosi all’insegnamento, Alice ( Anaïs Demoustier ) decide di rientrare in Francia senza però avere la minima idea di quale indirizzo impartire alla propria vita professionale. 
A ogni modo, l’occasione per ripartire le si presenta su di un piatto d’argento nel momento in cui viene scelta dall’amministrazione comunale di Lione per affiancare il sindaco della citta Paul Théraneau ( Fabrice Luchini ). 
Poiché negli ultimi tempi sembra che quest’ultimo abbia perduto la “capacità di pensare”, il compito assegnato alla giovane donna è proprio quello di stimolare, con la stesura di apposite note, la “creatività” dell’oramai navigato ( e soprattutto stanco ) politico, affinché possa continuare a elaborare idee che nell’interesse della collettività possano rivelarsi vincenti. 
Se da un lato Alice, proprio grazie alla sua professionalità, riuscirà a farsi apprezzare dal sindaco, dall’altro avrà ben presto modo di rendersi conto dei limiti e delle contraddizioni che contraddistinguono il mondo della politica… 



Sullo sfondo delle intricate dinamiche che muovono l’amministrazione di una grande città come Lione, in questo suo secondo lungometraggio il regista francese ha voluto concentrare la propria attenzione sul singolare rapporto che si sviluppa tra un uomo maturo e una giovane donna. 
Due generazioni a confronto, con due percorsi di vita differenti che, pur nella propria solitudine e attraversando la propria crisi personale, riescono comunque a trovare un punto di contatto, e in virtù di questo ad avvicinarsi tra loro. 
Nicolas Pariser racconta con estremo garbo questo sentimento platonico che unisce “Alice e il sindaco”, grazie anche alla misurata interpretazione di Fabrice Luchini, qui in un ruolo a lui particolarmente congeniale, e straordinariamente supportato dall’ incantevole Anaïs Demoustier. 



Titolo: Alice e il sindaco ( Alice et le maire ) 
Regia: Nicolas Pariser
Interpreti: Fabrice Luchini, Anaïs Demoustier, Nora Hamzawi, Léonie Simaga, Antoine Reinartz 
Nazionalità: Francia 
Anno: 2019 
In vendita su Amazon.it 

domenica 25 ottobre 2020

“IL MEGLIO DEVE ANCORA VENIRE” di Alexandre de la Patellière e Matthieu Delaporte: un invito a guardare al futuro con ritrovata serenità, anche successivamente alla scomparsa delle persone a noi più care.

 

Foto: Cinoche


Sebbene Arthur ( Fabrice Luchini ) e César ( Patrick Bruel ) siano caratterialmente agli antipodi, coltivano il loro rapporto di amicizia fin dai tempi in cui frequentavano lo stesso collegio. 
Mentre il primo, docente universitario alla facoltà di biologia, separato ma ancora innamorato della moglie e con una figlia adolescente, si è sempre dimostrato molto ligio ai propri doveri e alle convenzioni, il secondo sembra invece che viva in uno stato di perenne adolescenza.
A seguito del nefasto esito di un esame diagnostico a cui César si è dovuto sottoporre, e di cui solamente Arthur è venuto a conoscenza, quest’ultimo, mentre tenta di comunicare all’amico che purtroppo non gli restano ancora molti mesi di vita, gli fa invece credere involontariamente di essere lui la persona gravemente malata. 
Da quel momento in poi il loro rapporto di amicizia diventa ancora più forte, con la conseguenza che ognuno di essi si impegnerà per rendere il più gradevole possibile all’altro il tempo che gli rimane ancora da vivere…


Il meglio deve ancora venire è una divertente e al tempo stesso toccante storia di amicizia maschile, ma soprattutto un invito a guardare al futuro con ritrovata serenità anche successivamente alla scomparsa delle persone a noi più care. 
Alexandre de la Patellière e Matthieu Delaporte, che il pubblico italiano ha già avuto modo di apprezzare con il pluripremiato “Cena tra amici”, ci invitano tra una gag e l’altra a una profonda riflessione sul valore delle nostre esistenze, finendo così per ricordarci come tutto possa cambiare, e per giunta inaspettatamente, da un momento all’altro. 
Estremamente azzeccata, la scelta di affidare a Fabrice Luchini e Patrick Bruel ( due attori tanto talentuosi quanto dissimili tra loro ) l’interpretazione rispettivamente di Arthur e César: due uomini che, pur avendo effettuato percorsi di vita differenti, non hanno mai smesso di volersi veramente bene, nell’immutata speranza che, dopotutto, il meglio debba ancora venire. 




Titolo: Il meglio deve ancora venire ( Le meuilleur reste à venir ) 

Regia: Alexandre de la Patellière e Matthieu Delaporte
Interpreti: Fabrice Luchini, Patrick Bruel, Zineb Triki, Pascale Arbillot, Marie Narbonne
Nazionalità: Francia
Anno: 2019
Uscita nella sale italiane: 17 settembre 2020 

venerdì 21 agosto 2020

“I VILLEGGIANTI” di Valeria Bruni Tedeschi: uno straordinario cast di interpreti per un’insolita “lotta di classe” dai risvolti alquanto grotteschi.


Solamente poche ore prima di partire per alcuni giorni di vacanza in Costa Azzurra, Luca ( Riccardo Scamarcio ) comunica alla moglie Anna ( Valeria Bruni Tedeschi ) la propria intenzione di lasciarla.
Comprensibilmente sconvolta dalla notizia, la donna decide comunque di recarsi nel sud della Francia ( con la speranza che il marito possa successivamente cambiare idea e raggiungerla ), dove in un’incantevole villa affacciata sul mare troverà ad attenderla, oltre alla figlia – la piccola Célia – tutti i componenti della sua problematica famiglia…



I villeggianti”, è una divertente commedia corale, in cui le tragicomiche vicende di una donna nel bel mezzo di una crisi di nervi ( alla quale Valeria Bruni Tedeschi  “regala” molto di se stessa ) si intrecciano con quelle degli altri abitanti della lussuosa dimora, “i servi” e “i padroni”, dando così vita a un’insolita “lotta di classe” dai risvolti alquanto grotteschi.
Come era già avvenuto per “Un castello in Italia”, la talentuosa interprete nonché regista italiana, miscelando sapientemente finzione e realtà, è tornata a parlare della sua vita; anche in questa occasione ha infatti voluto accanto a sé l’ironica e divertente Marisa Borini, sua madre non solo nella finzione cinematografica, mentre la presenza spirituale del fratello defunto di Anna ( Valeria ) continua a essere avvertita, fuori e dentro la villa, da tutti coloro che lo hanno conosciuto.
Vero fiore all'occhiello di questa sua nuova esperienza dietro la macchina da presa è comunque l’eccezionale cast che la Bruni Tedeschi è riuscita a riunire, con alcune delle più importanti figure del cinema italiano e d’oltralpe; basti citare fra tutti la straordinaria Valeria Golino, qui in un ruolo tanto intenso quanto sopra le righe, e l’istrionico Pierre Arditi.


Titolo: I villeggianti ( Les estivants )
Regia: Valeria Bruni Tedeschi
Interpreti: Valeria Bruni Tedeschi, Riccardo Scamarcio, Valeria Golino, Pierre Arditi, Marisa Borini
Nazionalità: Francia, Italia
Anno: 2018
In vendita su: Amazon

domenica 5 luglio 2020

“L’HOTEL DEGLI AMORI SMARRITI” di Christophe Honoré: avanti e indietro nel tempo, nei tortuosi meandri dei sentimenti.


Photo: Allociné

Maria ( Chiara Mastroianni ) è una docente universitaria per la quale, durante i venticinque anni di matrimonio passati con Richard ( Benjamin Biolay ), la fedeltà non ha mai rappresentato uno dei suoi principali valori, tenuto conto dei numerosi amanti che si è concessa nel corso del tempo; tutte storie che ( a suo dire ) non hanno mai comunque avuto per lei alcuna importanza.
Quando una sera Richard scopre per caso che la moglie  lo ha tradito con uno dei suoi studenti, l’inevitabile litigio che ne consegue fa sì che Maria decida di abbandonare il tetto coniugale e di trasferirsi nell’albergo situato proprio di fronte allo stabile in cui entrambi risiedono.
Nel corso della notte che si accinge a trascorrere, la donna avrà la possibilità di riflettere sul suo passato, il suo presente, ma soprattutto il suo futuro…


                                                                   Photo: Allociné

"L'hotel degli amori smarriti" è una divertente commedia dai tratti decisamente surreali, costantemente in bilico fra immaginazione e realtà; Christophe Honoré ci accompagna lungo i tortuosi meandri dei sentimenti di una donna, che durante tutta la sua vita non ha mai perduto l’occasione di lasciarsi sopraffare dalla passione per l’uomo di turno. 
Così, in un continuo andirivieni nel tempo, nel corso di quella notte trascorsa all’interno della camera 212, che per inciso dà il titolo originale alla pellicola,  Maria ha la possibilità non solo di “rivedere” tutti i suoi numerosi amanti, ma anche e soprattutto di confrontarsi con un Richard venticinquenne ( interpretato dal giovane ma già affermato Vincent Lacoste ) e Irène ( Camille Cottin ): l’insegnate di pianoforte nonché primo e indimenticato grande amore di quest’ultimo. 
Chiara Mastroianni è semplicemente straordinaria nel dare anima e corpo al personaggio di Maria: una donna che, nonostante tutto, non rimpiange assolutamente nulla di ciò che ha fatto. 
Una prova di recitazione da vera figlia d’arte, che al Festival di Cannes dello scorso anno le è valsa meritatamente il premio come miglior interpretazione femminile nella sezione Un certain regard.



                                                                 Photo: Allociné

Titolo: L’hotel degli amori smarriti ( Chambre 212 )
Regia: Christophe Honoré
Interpreti: Chiara Mastroianni, Vincent Lacoste, Camille Cottin, Benjamin Biolay
Nazionalità: Francia
Anno: 2019


venerdì 1 maggio 2020

“TUTTI I RICORDI DI CLAIRE” di Julie Bertuccelli: il sofferto percorso di vita di una donna, sospeso tra passato e presente.


Foto: Allociné

Claire Darling ( Catherine Deneuve ) è una donna oramai non più giovane, e con qualche problema di memoria, che vive da sola in una vecchia ed enorme casa a Verderonne, nel nord della Francia.
Un mattino, al suo risveglio, convinta che quello sarà l’ultimo giorno della sua vita, decide di allestire nel giardino della propria abitazione un mercatino, per disfarsi di tutti i mobili, i quadri e gli altri oggetti di cui nel corso degli anni è stata un’avida collezionatrice.
Informata da un’amica, Marie ( Chiara Mastroianni ), la figlia di Claire che da anni non ha più alcun rapporto con la madre,  preoccupata per quanto sta accadendo, fa immediatamente ritorno a casa.
Quell’incontro rappresenterà per entrambe la tanto attesa occasione per chiudere definitivamente i conti con il passato…


Foto: Allociné

Tutti i ricordi di Claire” tratteggia il drammatico ritratto di una donna che, vivendo da anni in completa solitudine e in preda a vaneggiamenti, “sente” di essere oramai giunta alla fine della sua esistenza.
Un’esistenza caratterizzata sì dagli agi, ma anche e soprattutto da tragici eventi che hanno segnato per sempre il destino della sua famiglia, e portato la figlia Marie ad allontanarsi da lei; e così Julie Bertuccelli, affidandosi al sapiente utilizzo di frequenti flashback, ci accompagna, avanti e indietro nel tempo, lungo il tortuoso percorso della vita di Claire, permettendoci scena dopo scena di venire a conoscenza di tutti i drammatici segreti che quella casa, dove la donna vive oramai da reclusa, custodisce così gelosamente.
Punto di forza della pellicola è proprio la narrazione della vicenda che si sviluppa su due piani temporali differenti, in cui Catherine Deneuve e Alice Taglioni, entrambe straordinarie, si alternano nel dare anima e corpo al personaggio da loro così intensamente interpretato.
Una menzione speciale spetta infine alla bravissima Chiara Mastroianni, la quale nel sofferto ruolo di Marie emoziona e commuove proprio per essere figlia di Catherine Deneuve non solamente nella finzione cinematografica.


Foto: Allociné 

Titolo: Tutti i ricordi di Claire ( La dernière folie de Claire Darling )

Regia: Julie Bertuccelli
Interpreti: Catherine Deneuve, Chiara Mastroianni, Alice Taglioni, Colomba Giovanni
Nazionalità: Francia
Anno: 2018
In vendita su: Amazon
     

domenica 19 aprile 2020

“QUEL GIORNO D’ESTATE” di Mikhaël Hers: la drammatica e struggente elaborazione di un lutto.


Foto: Allociné


Parigi. David ( Vincent Lacoste ) è un ragazzo di ventiquattro anni che per assicurarsi la propria indipendenza economica si barcamena senza problemi tra occupazioni diverse.
Abbandonato dalla madre quando era solo un bambino, e orfano di padre oramai da qualche anno, i suoi unici affetti sono rappresentati dalla sorella Sandrine ( Ophélia Kolb ) e dalla nipotina Amanda ( Isaure Multrier ), alle quali è molto legato.
Per il resto la sua vita scorre tranquilla come quella di tanti altri suoi coetanei che non hanno ancora realmente deciso quello che vorranno fare “da grandi”.
A seguito dell’improvvisa scomparsa di Sandrine, morta in un attentato avvenuto nel cuore di Parigi, David si ritroverà costretto ad affrontare una situazione molto più grande di lui…


Foto: Allociné

Quel giorno d’estate affronta la drammatica elaborazione del lutto da parte di un giovane uomo che, in una manciata di ore, si vede catapultato da un mondo in cui è ancora permesso sognare, a un altro in cui invece la rabbia fa a schiaffi con il dolore.
E’ purtroppo una nuova e triste realtà quella in cui David, tra mille dubbi e paure, è obbligato a prendere decisioni estremamente difficili; decisioni che non riguardano solamente il proprio futuro, ma anche e soprattutto quello della nipotina che, rimasta prematuramente orfana della madre, può fare affidamento solamente su di lui.
I sentimenti di David e Amanda sono trattati dal regista Mikhaël Hers con grande delicatezza, e nonostante il carattere estremamente commovente di alcune scene, la pellicola riesce comunque a squarciare il velo nero della disperazione, veicolando allo spettatore un rincuorante messaggio di speranza.
Vincent Lacoste ci regala un’interpretazione decisamente struggente, confermandosi così uno dei grandi talenti del nuovo cinema francese, qui affiancato dalla piccola, ma semplicemente straordinaria, Isaure Multrier.



Foto: Allociné


Titolo: Quel giorno d’estate ( Amanda  )
Regia: Mikhaël Hers
Interpreti: Vincent Lacoste, Isaure Multrier, Stacy Martin, Ophélia Kolb
Nazionalità: Francia
Anno: 2018
In vendita su: Amazon

   

martedì 14 aprile 2020

“RITRATTO DELLA GIOVANE IN FIAMME” di Céline Sciamma: un imprevedibile viaggio nei sinuosi meandri dell’identità sessuale.




Foto: Allociné

A seguito dell’improvvisa morte della sorella, la giovane e introversa Héloïse ( Adèle Haenel ) abbandona il convento per fare rientro a casa.
Qui trova ad attenderla la madre ( Valeria Golino ), una contessa di origini italiane oramai decaduta, intenta a combinarne il matrimonio con un nobile milanese.
A questo riguardo la donna ha incaricato la pittrice Marianne ( Noémie Merlant ) di realizzare un ritratto della figlia, da inviare poi in Italia al futuro sposo.
Recatasi quindi presso la residenza della famiglia, situata su un’isola al largo delle frastagliate e ventose coste della Bretagna, la giovane viene edotta dalla contessa sulle difficoltà che lo svolgimento del suo compito comporterà per lei: poiché  Héloïse ( tutt’altro che entusiasta all’idea di sposare un uomo che neppure conosce ) non è minimamente intenzionata a posare per il ritratto, Marianne, che le si presenterà invece come una semplice dama di compagnia, dovrà cercare di  memorizzarne le caratteristiche fisiche per poi fissarle sulla tela.
Con il passare dei giorni tra le due giovani si instaura a poco a poco un rapporto di amicizia e fiducia reciproca; ma sarà solamente nel momento in cui Marianne confesserà a Héloïse il vero motivo della sua presenza in quella casa, che la relazione tra le due inizierà a prendere una piega diversa e decisamente inaspettata…


Foto: Allociné

Con questa sua pluripremiata pellicola Céline Sciamma ci riporta indietro nel tempo, più precisamente nella Francia della fine del XVIII secolo, per accompagnarci in un imprevedibile viaggio nei sinuosi meandri della sessualità.
"Ritratto della giovane in fiamme" è un’intensa opera tutta al femminile, dove  protagoniste assolute della vicenda sono due giovani donne di diversa estrazione sociale, ma accomunate dall’insopprimibile desiderio di vivere la propria libertà, andando anche contro le più rigide convenzioni sociali dell’epoca.
Due donne, la cui frequentazione reciproca permetterà a entrambe di portare in superficie alcuni aspetti della loro personalità che fino ad allora erano rimasti nascosti nell’ombra.
Affiancate da una sempre magistrale Valeria Golino, Adèle Haenel e Noémie Merlant riescono scena dopo scena a creare tra i due personaggi da loro interpretati una crescente tensione mista a sensualità, in una pellicola i cui dialoghi sono ridotti all’essenziale, ma dove l’intensità di ogni singolo sguardo è più eloquente di mille parole. 


                                                                Foto: Allociné

Titolo: Ritratto della giovane in fiamme ( Portrait de la jeune fille en feu  )
Regia: Céline Sciamma
Interpreti: Noémie Merlant, Adèle Haenel, Valeria Golino, Céline Morel
Nazionalità: Francia
Anno: 2019
In vendita su: Amazon
     

domenica 5 aprile 2020

“LOVE, SEX AND THERAPY” di Tonie Marshall: una divertente e variopinta carrellata di alcune delle più comuni manie legate al sesso.


Foto: Allociné

Lambert ( Patrick Bruel ) è un ex pilota di aerei che ha perduto il lavoro a causa della sua dipendenza dal sesso.
Per questo motivo, nel tentativo di ricostruirsi una vita, segue oramai da tempo una terapia di gruppo, esercitando egli stesso la professione di terapeuta per coppie in crisi.
Judith ( Sophie Marceau ) è una donna affascinante e vivace e, a differenza di Lambert, vive felicemente la sua sessodipendenza, sebbene ciò continui a crearle seri problemi sul lavoro, nonostante le sue indiscutibili capacità professionali.
Rientrata a Parigi dopo l’ennesimo licenziamento, e alla ricerca di un nuovo impiego, la donna si propone come assistente del tormentato Lambert, il quale, dopo una comprensibile esitazione iniziale dovuta all’avvenenza fisica della donna, decide di assumerla.
Tra i due si sviluppa subito un’irrefrenabile attrazione fisica, ma mentre Judith le tenta  tutte pur di riuscire a sedurre il suo datore di lavoro, quest’ultimo, più che mai determinato a superare la sua dipendenza, cerca di resistere strenuamente alle sempre più frequenti avances della sua collaboratrice…


Foto: Allociné

Love, sex and therapy” è una variopinta carrellata di alcune delle manie, più o meno comuni, legate al sesso; e così, tra una seduta e l’altra, nel corso delle quali si impegnano a risolvere le più disperate problematiche dei loro pazienti, i due singolari terapeuti cercano disperatamente di raggiungere loro stessi quel punto di equilibrio da cui far ripartire, insieme, la loro vita.
Grazie allo loro indiscutibile professionalità e simpatia, Sophie Marceau e Patrick Bruel affrontano con garbo il quanto mai eterno dilemma sesso-amore; merito anche di dialoghi decisamente frizzanti che divertono e intrigano, senza però mai scadere nell’eccessiva volgarità.
Ad affiancarli in questa esilarante    commedia di Tonie  Marshall, troviamo anche un’indimenticabile icona della musica e del cinema francese: la sempre affascinante Sylvie  Vartan, qui nel ruolo dell’esuberante madre di Lambert.


Foto: Allociné

Titolo: Love, sex and therapy ( Tu veux ou tu veux pas )
Regia: Tonie Marshall
Interpreti: Sophie Marceau, Patrick Bruel, Philippe Lellouche, Sylvie Vartan, André Wilms
Nazionalità: Francia, Belgio
Anno: 2014

In vendita su: Amazon