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domenica 5 aprile 2020

“LOVE, SEX AND THERAPY” di Tonie Marshall: una divertente e variopinta carrellata di alcune delle più comuni manie legate al sesso.


Foto: Allociné

Lambert ( Patrick Bruel ) è un ex pilota di aerei che ha perduto il lavoro a causa della sua dipendenza dal sesso.
Per questo motivo, nel tentativo di ricostruirsi una vita, segue oramai da tempo una terapia di gruppo, esercitando egli stesso la professione di terapeuta per coppie in crisi.
Judith ( Sophie Marceau ) è una donna affascinante e vivace e, a differenza di Lambert, vive felicemente la sua sessodipendenza, sebbene ciò continui a crearle seri problemi sul lavoro, nonostante le sue indiscutibili capacità professionali.
Rientrata a Parigi dopo l’ennesimo licenziamento, e alla ricerca di un nuovo impiego, la donna si propone come assistente del tormentato Lambert, il quale, dopo una comprensibile esitazione iniziale dovuta all’avvenenza fisica della donna, decide di assumerla.
Tra i due si sviluppa subito un’irrefrenabile attrazione fisica, ma mentre Judith le tenta  tutte pur di riuscire a sedurre il suo datore di lavoro, quest’ultimo, più che mai determinato a superare la sua dipendenza, cerca di resistere strenuamente alle sempre più frequenti avances della sua collaboratrice…


Foto: Allociné

Love, sex and therapy” è una variopinta carrellata di alcune delle manie, più o meno comuni, legate al sesso; e così, tra una seduta e l’altra, nel corso delle quali si impegnano a risolvere le più disperate problematiche dei loro pazienti, i due singolari terapeuti cercano disperatamente di raggiungere loro stessi quel punto di equilibrio da cui far ripartire, insieme, la loro vita.
Grazie allo loro indiscutibile professionalità e simpatia, Sophie Marceau e Patrick Bruel affrontano con garbo il quanto mai eterno dilemma sesso-amore; merito anche di dialoghi decisamente frizzanti che divertono e intrigano, senza però mai scadere nell’eccessiva volgarità.
Ad affiancarli in questa esilarante    commedia di Tonie  Marshall, troviamo anche un’indimenticabile icona della musica e del cinema francese: la sempre affascinante Sylvie  Vartan, qui nel ruolo dell’esuberante madre di Lambert.


Foto: Allociné

Titolo: Love, sex and therapy ( Tu veux ou tu veux pas )
Regia: Tonie Marshall
Interpreti: Sophie Marceau, Patrick Bruel, Philippe Lellouche, Sylvie Vartan, André Wilms
Nazionalità: Francia, Belgio
Anno: 2014

In vendita su: Amazon

martedì 13 agosto 2019

DUE DESTINI di Lisa Azuelos: una travogente storia d’amore sospesa tra immaginazione e realtà.



Elsa ( Sophie Marceau ) è una scrittrice osannata dal suo pubblico di lettori; Pierre ( François Cluzet ), invece, è un avvocato di successo.
Presentati da un amico comune, si incontrano per la prima volta al Salone del libro di Rennes, e, tra una battuta e l’altra, tra i due si crea subito una splendida alchimia.
Tutto ciò farebbe pensare al preludio di una romantica storia d’amore, se non fosse per il fatto che Pierre è un uomo felicemente sposato con due figli, mentre Elsa, sebbene fresca di divorzio, e anche lei con prole a carico, esclude a priori la possibilità di avere relazioni con uomini già impegnati.
Quando però si rincontrano a Parigi, dove entrambi risiedono, Elsa e Pierre capiscono di non poter vivere l’uno lontano dall’altra e, conseguentemente, decidono di portare avanti la loro del tutto particolare storia d’amore…


Con questa sua pellicola del 2014, la regista francese ha portato sullo schermo una travolgente storia d’amore costantemente sospesa tra immaginazione e realtà.
Nonostante siano ben consapevoli delle loro rispettive situazioni familiari, Elsa e Pierre non rinunciano ad alimentare quella scintilla che è scoccata fin dal momento del loro primo incontro, e così, affidandosi in parte al destino, in parte al loro senso di responsabilità, vivono “in incognito” la loro crescente e incontenibile passione.
Grazie a dialoghi estremamente brillanti, una colonna sonora accattivante, e una Parigi particolarmente glamour, la pellicola di Lisa Azuelos ( che in “Due destini” interpreta anche la moglie di Cluzet ) affascina lo spettatore fin dalle sue prime scene.
Merito ovviamente anche di una straordinaria Sophie Marceau, che con la sua interpretazione ci regala un effervescente cocktail di simpatia e sensualità, e del sempre bravissimo François Cluzet.


Titolo: Due destini ( Une rencontre  )
Regia: Lisa Azuelos
Interpreti: Sophie Marceau, François Cluzet, Lisa Azuelos, Alexandre Astier
Nazionalità: Francia
Anno: 2014

sabato 12 dicembre 2015

“Trivial – Scomparsa a Deauville” di Sophie Marceau: un thriller che per atmosfere e struttura narrativa rimanda con la mente alle indimenticabili pellicole di Alfred Hitchcock.


L’agente di polizia Jacques Renard ( Christopher Lambert ) non si è ancora ripreso dalla prematura scomparsa della moglie.
Un giorno, nella sua auto, trova ad attenderlo una donna ( Sophie Marceau ) che  sembra uscita dal passato, e che lo esorta a recarsi presso la camera 401 dell’Hotel Normandie, a Deauville; sebbene inizialmente riluttante, l’uomo acconsente a fare quanto gli è stato richiesto.
Giunto sul posto, viene a sapere che il suo dipartimento sta indagando sulla scomparsa del proprietario dell’albergo – il signor Bérangère ( Robert Hossein ) – avvenuta solamente 48 ore prima.
Intrufolatosi comunque nella camera 401, scopre che la stanza è stata adibita dal signor Bérangère ad una sorta di museo in onore di Victoria Benutti, un’affascinante attrice del passato, morta in circostanze misteriose alla fine degli anni sessanta, con la quale l’uomo aveva avuto una relazione e un figlio – Camille ( Nicolas Briançon ) – che adesso ha assunto la gestione dell’hotel.
Contravvenendo agli ordini impostigli dai suoi superiori, che non lo ritengono ancora idoneo a tornare in servizio, Jacques inizia la sua indagine personale; in un crescendo di colpi di scena, riuscirà così a fare finalmente luce sull’inquietante mistero che da ormai troppo tempo avvolge le vite dei singoli componenti della famiglia Bérangère…


Alla sua terza esperienza dietro la macchina da presa, con “Trivial – Scomparsa a Deauville”, Sophie Marceau ha realizzato un intrigante thriller dal ritmo decisamente incalzante, che per atmosfere e struttura narrativa rimanda con la mente alle indimenticabili pellicole del maestro della suspense Alfred Hitchcock.
Le spiagge ventose e le suggestive scogliere del nord della Francia fanno da sfondo ad una storia sospesa tra passato e presente, il cui enigma viene sapientemente alimentato da un continuo gioco di specchi realizzato tramite l’utilizzo di eleganti flashback.
A tenere alta la tensione della vicenda contribuisce poi un Christopher  Lambert semplicemente perfetto nella parte del tormentato e adrenalinico poliziotto Jacques, magnificamente supportato dalla sempre incantevole, nonché bravissima, Sophie Marceau.
Indiscutibilmente, il personaggio da lei interpretato trasuda fascino e mistero in abbondanza; ma soprattutto, fin dalle prime scene intriga inesorabilmente lo spettatore.


Titolo: Trivial - Scomparsa a Deauville ( La disparue de Deauville )
Regia: Sophie Marceau
Interpreti: Sophie Marceau, Christopher Lambert, Nicolas Briançon, Robert Hossein
Nazionalità: Francia
Anno: 2007






martedì 18 settembre 2012

“Per fortuna che ci sei” di James Huth: l’amore, quando meno te lo aspetti.


Uscito in Francia nel giugno di quest’anno, e da noi trasmesso di recente, direttamente in televisione, “Per fortuna che ci sei” è una commedia romantica che, sebbene di produzione francese, per struttura e ritmo riporta alla mente le vecchie pellicole hollywoodiane degli anni trenta e quaranta. Accanto a una splendida Sophie Marceau ritroviamo il simpaticissimo Gad Elmaleh, che qui in Italia conosciamo soprattutto per i suoi ruoli comici ne “Una top model nel mio letto” e “Ti va di pagare?
Sacha (Gad Elmaleh) è un musicista single che trascorre le sue serate suonando il piano nei jazz club, divertendosi con gli amici e passando da una donna all’altra. Vive da solo in un loft situato nel quartiere di Montmartre senza alcuna responsabilità sulle spalle e, soprattutto, senza avvertire minimamente il bisogno di una relazione sentimentale stabile; questo fino a quando, in un piovoso martedì di maggio, non incontra Charlotte (Sophie Marceau). Tra i due scatta immediatamente il colpo di fulmine.
Lei è una donna in carriera, che organizza mostre di arte contemporanea per conto di Alain Posche (François Berléand), potente e arrogante uomo d’affari parigino, nonché l’ultimo dei due suoi ex-mariti. Dovendo inoltre occuparsi di tre figli, conduce una vita diametralmente opposta a quella di Sacha.
Sebbene i due apparentemente non abbiamo nulla in comune, dopo una serie di peripezie, capiranno però di non poter più fare a meno l’uno dell’altra.


Non è certamente la prima volta che l’idea della storia d’amore tra due persone caratterialmente agli antipodi viene utilizzata dal cinema, soprattutto da quello americano; ed è proprio alle indimenticabili pellicole di Frank Capra e George Cukor che si è ispirato James Huth per realizzare questa divertente commedia rosa in cui sono evidenti i richiami al genere slapstick.
Per fare questo il regista si è avvalso non solo dell’innata comicità di Gad Elmaleh, ma anche del poliedrico talento di Sophie Marceau che, nonostante l’immagine decisamente sofisticata di Charlotte, in questo film vediamo più volte inciampare e cadere rovinosamente a terra in modo alquanto maldestro.
Tra il personaggio di Sacha e quello di Charlotte, è indubbiamente il primo ad affrontare un vero e proprio cambiamento; dichiaratamente allergico alle relazioni stabili e, soprattutto, ai bambini, a poco a poco lo vediamo prendere le distanze da alcune posizioni che hanno contraddistinto per anni il suo stile di vita prima dell’incontro con Charlotte.
Quest’ultima invece, dopo la fine del suo secondo matrimonio, sembra non avere né il tempo né il desiderio di pensare a un nuovo amore, in quanto già sufficientemente impegnata a destreggiarsi tra la sua carriera e la cura dei propri figli. 
In un ruolo secondario, ma non per questo meno importante, ritroviamo il bravissimo François Berléand, nei panni di uno dei due ex-mariti di Charlotte, il quale, al fine di contrastare la relazione tra i due, non mancherà di esercitare la sua influenza nel tentativo di screditare professionalmente il musicista.
La scelta delle locations contribuisce indubbiamente a conferire un ulteriore tocco glamour a questa pellicola, la cui fotografia ci regala una Parigi insolitamente colorata e luminosa, perfino nella scena dell’incontro sotto la pioggia tra Sacha e Charlotte, in cui possiamo riascoltare in sottofondo l’indimenticabile “A sunday kind of love” di Etta James. 


Titolo: Per fortuna che ci sei ( Un bonheur n’arrive jamais seul )
Regia: James Huth
Interpreti : Sophie Marceau, Gad Elmaleh, Maurice Barthélémy, François Berléand
Nazionalità: Francia
Anno : 2011

giovedì 31 maggio 2012

“Carissima me” di Yann Samuell: che ne è dei sogni della nostra infanzia?


Almeno una volta nella vita vi sarete senz’altro domandati se siete riusciti a realizzare tutti i sogni della vostra infanzia. E’ quello che si chiede anche Sophie Marceau in “Carissima me”: la pellicola di Yann Samuell che vi propongo con la cartolina dalla Francia di oggi.
Sembra che a Margaret (Sophie Marceau) non manchi nulla; ha infatti tutto ciò che desidera: una carriera, denaro, potere e un uomo che la ama.
Ha imparato molto presto a farsi strada nella vita, soprattutto in un ambiente lavorativo dominato dagli uomini. Ha perfino cambiato il suo nome di battesimo, il dolce “Marguerite”, con il decisamente più austero “Margaret”.
La sua esistenza è estremamente frenetica e non può assolutamente permettersi la minima perdita di tempo…
Il giorno del suo quarantesimo compleanno Margaret riceve inaspettatamente la visita di Marignac (Michel Duchaussoy): un anziano notaio di provincia che le consegna la prima di una serie di lettere che lei stessa si era scritta all’età di sette anni, e che aveva poi consegnato allo stesso Marignac, pregandolo di riconsegnargliele proprio in occasione del suo quarantesimo compleanno, con il preciso scopo di non dimenticare le promesse che allora si era fatta per il suo futuro.
Scopriamo così che a Margaret in effetti qualcosa manca: un passato che, nonostante lei abbia disperatamente cercato di affondare, adesso rivendica prepotentemente la sua esistenza …



Nonostante il tono alquanto leggero di questa commedia, “Carissima me” è essenzialmente un’occasione di riflessione sulla nostra vita, su ciò che siamo diventati e su ciò che invece avremmo desiderato diventare quando eravamo bambini.
Così, tramite una serie di riusciti e coloratissimi flashback, ci ritroviamo a seguire le vicende di Margaret / Marguerite intenta a recuperare un passato, anche piuttosto doloroso, che a un certo momento della propria infanzia lei aveva deciso di dimenticare. Abbandonata dal padre all’età di sette anni, insieme alla madre e al fratellino si ritrova improvvisamente in gravi difficoltà economiche.
In conseguenza di ciò decide che nella vita si sarebbe impegnata per diventare “qualcuno”, ed essere così ammirata e rispettata da tutti; adesso che è una quarantenne di successo può senza alcuna ombra di dubbio affermare di esserci riuscita.
L’inaspettato arrivo di una serie di lettere che lei stessa si era scritta quando aveva sette anni ( per l’appunto l’età della ragione, come recita il titolo originale della pellicola di Samuell ), la porterà inevitabilmente a ripensare al proprio passato, a chiedersi se è riuscita a mantenere le promesse che si era fatta quando era una bambina e, soprattutto, se è effettivamente diventata ciò che lei è.
Lodevole l’interpretazione della bellissima Sophie Marceau che conosciamo inizialmente come un’algida e intransigente top manager, che non ha neppure il tempo di festeggiare il proprio compleanno, e che poi vediamo lentamente “sciogliersi” nei ricordi del suo triste passato, nei confronti del quale è riuscita a prendersi comunque una bella rivincita.
Grazie a quelle lettere, però, Margaret / Marguerite si renderà conto di essere ancora in tempo per riprogrammare la propria vita e per potersi finalmente dedicare a ciò che per lei era veramente importante quando era ancora una bambina.
Il forte contrasto tra la realtà del presente e gli anni ormai lontani dell’infanzia è ben sottolineato dalle diverse location scelte per le riprese di “Carissima me”.
Il personaggio interpretato dalla Marceau ci viene infatti presentato all’interno di uno stabile freddo e impersonale, dove il vetro e l’acciaio risultano essere i materiali predominanti, e dove si respira l’atmosfera asettica tipica degli uffici delle multinazionali.
A seguito del ricevimento delle sue stesse lettere, la vediamo poi volare nel sud della Francia; Saoû è il nome del piccolo villaggio citato nel film, situato nel dipartimento della Drôme ( regione del Rodano-Alpi ), dove lei ha trascorso gran parte della propria infanzia e dove ha iniziato a fare progetti per il suo futuro; ed è proprio grazie al calore e ai colori di quei luoghi che Margaret /Marguerite riuscirà finalmente a fare pace con il proprio passato.
Prima ancora di lasciarvi come di consueto con il trailer del film, vorrei concludere il post di oggi con una frase di Oscar Wilde, citata proprio in una delle scene finali di “Carissima me”: “E’ importante avere dei sogni abbastanza grandi da non perderli di vista mentre si perseguono".
Auguro a tutti una buona visione, e vi aspetto su questo blog con la prossima cartolina dalla Francia. 





Titolo: Carissima me ( L’age de raison )
Regia: Yann Samuell
Interpreti : Sophie Marceau, Marton Csokas, Michel Duchaussoy
Nazionalità : Francia, Belgio
Anno : 2010