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venerdì 3 maggio 2013

“Confidenze troppo intime” di Patrice Leconte: l’imprescindibile bisogno di essere ascoltati.


Il matrimonio di Anne (Sandrine Bonnaire), commessa dall’aria alquanto modesta, sta attraversando una profonda crisi; per questo motivo la donna decide di rivolgersi ad uno psicanalista.
Il giorno in cui si reca al primo appuntamento, a causa di un banale errore, anziché nello studio del Dottor Monnier (Michel  Duchaussoy), Anne si ritrova in quello di William (Fabrice Luchini), un consulente tributario con un matrimonio fallito alle spalle e una vita estremamente grigia, al quale inizia a raccontare i propri problemi di coppia.
L’uomo, incuriosito fin da subito dalla situazione che si è venuta inaspettatamente a creare, esita a dirle la verità; sarà infatti lei a scoprirlo dopo un paio di sedute, e a rimproverarlo per non aver immediatamente chiarito l’equivoco.
Alcuni giorni dopo, però, Anne si ripresenta da lui intenzionata a continuare la terapia…

Con questa pellicola Patrice Leconte torna ad affrontare la complessità dei rapporti umani,  portando sullo schermo una storia della quale è anche co-sceneggiatore, e in cui da un errore del tutto casuale si sviluppa un’inaspettata catena di eventi, sebbene durante l’intera visione del film ci si chieda se in realtà Anne non abbia voluto intenzionalmente bussare alla porta sbagliata.
E’ proprio per il dubbio che si insinua immediatamente nello spettatore che “Confidenze troppo intime” assume le sembianze di un thriller sentimentale e, a questo riguardo, la colonna sonora composta da Pascal Estève riesce sapientemente a sottolineare l’atmosfera di mistero che avvolge l’intera vicenda.
Ciò che però ci spinge ad addentrarci ulteriormente nella psiche del personaggio elegantemente interpretato dalla Bonnaire, è il perché la donna decida di continuare a raccontare a uno sconosciuto particolari anche piuttosto intimi della propria relazione di coppia, anche dopo aver scoperto di essersi rivolta alla persona sbagliata. La risposta più plausibile potrebbe essere che Anne abbia trovato in William la persona più adatta con la quale confidarsi, sebbene non sia uno psicanalista.
Da parte sua, lui è immediatamente affascinato dalla figura di questa donna che, tra una consulenza fiscale e l’altra, si è presentata inaspettatamente nel suo studio chiedendogli aiuto.
Per William, Anne si rivela fin da subito una vera e propria boccata di aria fresca ed emozioni  in un’esistenza monotona, da lui trascorsa quasi esclusivamente all’interno di un buio e triste appartamento parigino, dove ha sempre vissuto e dove svolge anche la sua professione; e Fabrice Luchini, con la sua recitazione sicura, riesce magistralmente a tratteggiare il graduale cambiamento che sconvolge le radicate abitudini del personaggio da lui interpretato.
Indubbiamente, questo loro incontro rappresenterà per entrambi l’occasione per fare il punto sulle rispettive vite, e per trovare finalmente il coraggio di spiccare il volo verso lidi più assolati rispetto al grigiore della metropoli parigina ritratto da Leconte.


Titolo: Confidenze troppo intime ( Confidences trop intimes )
Regia: Patrice Leconte
Interpreti: Fabrice Luchini, Sandrine Bonnaire, Michel Duchaussoy, Anne Brochet
Nazionalità: Francia
Anno: 2004

giovedì 31 maggio 2012

“Carissima me” di Yann Samuell: che ne è dei sogni della nostra infanzia?


Almeno una volta nella vita vi sarete senz’altro domandati se siete riusciti a realizzare tutti i sogni della vostra infanzia. E’ quello che si chiede anche Sophie Marceau in “Carissima me”: la pellicola di Yann Samuell che vi propongo con la cartolina dalla Francia di oggi.
Sembra che a Margaret (Sophie Marceau) non manchi nulla; ha infatti tutto ciò che desidera: una carriera, denaro, potere e un uomo che la ama.
Ha imparato molto presto a farsi strada nella vita, soprattutto in un ambiente lavorativo dominato dagli uomini. Ha perfino cambiato il suo nome di battesimo, il dolce “Marguerite”, con il decisamente più austero “Margaret”.
La sua esistenza è estremamente frenetica e non può assolutamente permettersi la minima perdita di tempo…
Il giorno del suo quarantesimo compleanno Margaret riceve inaspettatamente la visita di Marignac (Michel Duchaussoy): un anziano notaio di provincia che le consegna la prima di una serie di lettere che lei stessa si era scritta all’età di sette anni, e che aveva poi consegnato allo stesso Marignac, pregandolo di riconsegnargliele proprio in occasione del suo quarantesimo compleanno, con il preciso scopo di non dimenticare le promesse che allora si era fatta per il suo futuro.
Scopriamo così che a Margaret in effetti qualcosa manca: un passato che, nonostante lei abbia disperatamente cercato di affondare, adesso rivendica prepotentemente la sua esistenza …



Nonostante il tono alquanto leggero di questa commedia, “Carissima me” è essenzialmente un’occasione di riflessione sulla nostra vita, su ciò che siamo diventati e su ciò che invece avremmo desiderato diventare quando eravamo bambini.
Così, tramite una serie di riusciti e coloratissimi flashback, ci ritroviamo a seguire le vicende di Margaret / Marguerite intenta a recuperare un passato, anche piuttosto doloroso, che a un certo momento della propria infanzia lei aveva deciso di dimenticare. Abbandonata dal padre all’età di sette anni, insieme alla madre e al fratellino si ritrova improvvisamente in gravi difficoltà economiche.
In conseguenza di ciò decide che nella vita si sarebbe impegnata per diventare “qualcuno”, ed essere così ammirata e rispettata da tutti; adesso che è una quarantenne di successo può senza alcuna ombra di dubbio affermare di esserci riuscita.
L’inaspettato arrivo di una serie di lettere che lei stessa si era scritta quando aveva sette anni ( per l’appunto l’età della ragione, come recita il titolo originale della pellicola di Samuell ), la porterà inevitabilmente a ripensare al proprio passato, a chiedersi se è riuscita a mantenere le promesse che si era fatta quando era una bambina e, soprattutto, se è effettivamente diventata ciò che lei è.
Lodevole l’interpretazione della bellissima Sophie Marceau che conosciamo inizialmente come un’algida e intransigente top manager, che non ha neppure il tempo di festeggiare il proprio compleanno, e che poi vediamo lentamente “sciogliersi” nei ricordi del suo triste passato, nei confronti del quale è riuscita a prendersi comunque una bella rivincita.
Grazie a quelle lettere, però, Margaret / Marguerite si renderà conto di essere ancora in tempo per riprogrammare la propria vita e per potersi finalmente dedicare a ciò che per lei era veramente importante quando era ancora una bambina.
Il forte contrasto tra la realtà del presente e gli anni ormai lontani dell’infanzia è ben sottolineato dalle diverse location scelte per le riprese di “Carissima me”.
Il personaggio interpretato dalla Marceau ci viene infatti presentato all’interno di uno stabile freddo e impersonale, dove il vetro e l’acciaio risultano essere i materiali predominanti, e dove si respira l’atmosfera asettica tipica degli uffici delle multinazionali.
A seguito del ricevimento delle sue stesse lettere, la vediamo poi volare nel sud della Francia; Saoû è il nome del piccolo villaggio citato nel film, situato nel dipartimento della Drôme ( regione del Rodano-Alpi ), dove lei ha trascorso gran parte della propria infanzia e dove ha iniziato a fare progetti per il suo futuro; ed è proprio grazie al calore e ai colori di quei luoghi che Margaret /Marguerite riuscirà finalmente a fare pace con il proprio passato.
Prima ancora di lasciarvi come di consueto con il trailer del film, vorrei concludere il post di oggi con una frase di Oscar Wilde, citata proprio in una delle scene finali di “Carissima me”: “E’ importante avere dei sogni abbastanza grandi da non perderli di vista mentre si perseguono".
Auguro a tutti una buona visione, e vi aspetto su questo blog con la prossima cartolina dalla Francia. 





Titolo: Carissima me ( L’age de raison )
Regia: Yann Samuell
Interpreti : Sophie Marceau, Marton Csokas, Michel Duchaussoy
Nazionalità : Francia, Belgio
Anno : 2010