lunedì 10 marzo 2014

“Welcome” di Philippe Lioret: un’amara riflessione sul fenomeno dell’immigrazione.


Bilal (Firat Ayverdi) è un giovane curdo che, dopo essere fuggito dal proprio paese, giunge  a Calais con la speranza di imbarcarsi per l’Inghilterra, dove vive Mina (Derya Ayverdi), la sua ragazza.
Sebbene il suo tentativo di attraversare la Manica in traghetto si riveli purtroppo fallimentare,  Bilal  non si perde d’animo, progettando di attraversare il canale interamente a nuoto.
Non sapendo nuotare, decide quindi di recarsi presso la piscina comunale per prendere delle lezioni. Qui incontra Simon (Vincent Lindon), uno degli istruttori, nonché ex campione olimpionico di nuoto.
L’uomo, che si sta separando dalla moglie Marion (Audrey Dana), tenta con ogni mezzo di dissuadere il ragazzo dall’intraprendere quella sua folle impresa; però, poiché quest’ultimo si dimostra più che mai determinato a voler raggiungere Mina, sebbene sia venuto a sapere che la giovane sta per sposarsi con un uomo impostole dal padre, Simon alla fine decide di prepararlo ad affrontare quella lunga traversata a nuoto…



In “Welcome”, è il quanto mai attuale fenomeno dell’immigrazione a far da sfondo alle vicende dei singoli personaggi coinvolti nella storia.
Con un chiaro intento polemico nei confronti della legge voluta dall’allora presidente Nicolas Sarkozy, che puniva severamente tutti coloro che aiutavano un immigrato clandestino, Philippe Lioret narra il complesso e intenso rapporto che lentamente si sviluppa tra Simon, un uomo di mezza età che sta attraversando un periodo di profonda crisi personale, e il giovane Bilal, in fuga dal suo paese di origine con l’unico obbiettivo di ricongiungersi con la sua amata che vive in Inghilterra; e per fare questo si dimostra fin da subito disposto a lanciarsi in un’impresa che però si rivelerà drammaticamente impossibile.
A seguito dell’incontro con Bilal, Simon si ritrova a rivedere la propria posizione nei confronti degli immigrati; e sebbene inizialmente appaia più che evidente che il suo inatteso slancio di generosità nei confronti del giovane curdo sia dettato esclusivamente dal suo desiderio di apparire sotto una nuova luce agli occhi della donna dalla quale si sta tristemente separando, successivamente siamo però portati a ricrederci, nel momento in cui lo vediamo perfino disposto ad infrangere la legge pur di permettere a Bilal di realizzare il suo sogno.
E’ decisamente potente l’interpretazione di Vincent Lindon, il quale emoziona e commuove nel ruolo di un uomo che dietro al suo aspetto estremamente burbero nasconde in realtà un grande cuore.
Alla base dell’enorme successo di questa pellicola, campione di incassi in Francia, nonché vincitrice di numerosi premi, vi è comunque la sua indiscutibile capacità di farci riflettere sulla drammatica realtà di tutti coloro che si ritrovano costretti ad abbandonare i loro paesi di origine nell’assoluta incertezza di ciò che li attende.



Titolo: Welcome ( Welcome )
Regia: Philippe Lioret
Interpreti: Vincent Lindon, Firat Ayverdi, Audrey Dana
Nazionalità: Francia
Anno: 2009


giovedì 27 febbraio 2014

“Il mio migliore incubo!” di Anne Fontaine: ovvero quando gli opposti si attraggono.


Agathe (Isabelle Huppert) gestisce un’importante fondazione di arte contemporanea, e abita insieme al figlio e al compagno François (André Dussollier) in un lussuoso appartamento parigino.
Patrick (Benoit Poelvoorde), invece, sbarca il lunario arrangiandosi con piccoli lavoretti, e vive  con suo figlio in un furgone.
Appartenenti a due mondi completamente diversi, queste due persone non avrebbero alcuna occasione per incontrarsi, e  scontrarsi, se non fosse che i loro figli sono amici e frequentano la stessa scuola.
Un giorno François decide di affidare a Patrick alcuni lavori di ristrutturazione del loro appartamento, scatenando inevitabilmente la collera di Agathe che mal sopporta l’idea di ritrovarsi ogni giorno quell’uomo per casa.
A poco a poco, però, la spiccata ostilità tra i due si trasforma per entrambi in qualcosa di completamente inaspettato…



Sullo sfondo di una Parigi decisamente patinata, Anne  Fontaine ha realizzato una brillante commedia incentrata su di un insolito conflitto di classe, che vede per protagonisti l’elegante Agathe, donna in carriera perfettamente a proprio agio nel suo esclusivo ambiente borghese, e il rozzo Patrick, uomo dal difficile passato, che tenta disperatamente di rifarsi una vita insieme al figlio.
Sebbene fin da subito appaia più che evidente che l’incontro tra queste due persone, così agli antipodi tra loro, possa innescare solamente un’infinita serie di contrasti, in realtà la graduale conoscenza che ciascuna di esse farà dell’altra le aiuterà a rivedere le proprie posizioni e, soprattutto, a capire cosa manchi nelle rispettive vite.
In effetti, dietro all’incredibile freddezza di Agathe e all’estrema schiettezza di Patrick si  nasconde tutta la loro infelicità; ma una volta abbattuto quel muro invisibile che separa  i loro mondi, ciascuno dei due si rivelerà estremamente utile per l’altro.
Così, se Patrick riuscirà  finalmente a conferire una maggiore stabilità alla propria esistenza, grazie all’aiuto di Agathe, quest’ultima avrà invece la possibilità di riscoprire la sua femminilità, nonché il vero significato della passione, grazie a Patrick.
Sebbene la vediamo spesso impegnata in ruoli drammatici, ne “Il mio migliore incubo!” Isabelle Huppert ha dato un’indiscutibile prova della sua incredibile versatilità.
Al suo fianco Benoît Poelvoorde: il simpatico attore belga che il pubblico italiano ha già avuto occasione di apprezzare nel romantico “Emotivi anonimi”.
In un ruolo secondario, ma non per questo meno divertente, ritroviamo poi un altro veterano del cinema francese: il bravissimo André Dussollier.
Per finire, una curiosità: la traduzione del titolo originale del film recita: “Il mio peggiore incubo”; un altro dei grandi misteri della distribuzione italiana…




Titolo: Il mio migliore incubo! ( Mon pire cauchemar )
Regia: Anne Fontaine
Interpreti: Isabelle Huppert, Benoît Poelvoorde, André Dussollier, Virginie Efira
Nazionalità: Francia
Anno: 2011

domenica 16 febbraio 2014

“L’ultimo metrò” di François Truffaut: un intenso affresco del mondo del teatro sullo sfondo di uno dei periodi più difficili della storia francese.


Nella Parigi del 1942, durante l’occupazione nazista, Marion Steiner (Catherine Deneuve) ha assunto la direzione del Teatro Montmartre, dopo che il marito Lucas (Heinz  Bennent), un regista di origine ebrea, è ufficialmente fuggito all’estero per sottrarsi alle persecuzioni razziali.
In realtà, l’uomo si nasconde nello scantinato del teatro. Da qui, attraverso le condotte dell’aria, può comunque continuare a seguire le prove di un’opera teatrale prossima al debutto, nella quale recita anche la moglie Marion.
Quest’ultima nel frattempo ha scritturato Bernard Granger (Gérard Depardieu), un attore di grande talento, attivamente impegnato anche nella Resistenza, al quale affida il ruolo del protagonista maschile.
A poco a poco, le problematiche relative all’allestimento della pièce teatrale iniziano ad intrecciarsi con le vicende personali dei vari membri della troupe…

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Dopo aver felicemente omaggiato il cinema nel pluripremiato “Effetto notte”, con questa sua terzultima pellicola François Truffaut ci ha regalato un intenso affresco del mondo del teatro.
Sullo sfondo di uno dei periodi più difficili della storia francese, il regista è riuscito a mettere in scena un complesso intreccio tra finzione e realtà, che vede protagonisti i componenti di una compagnia teatrale, durante i giorni che precedono la serata della prima.
Tra di loro, Marion, Lucas e Bernard sono le figure chiave di un tormentato triangolo amoroso che, fotogramma dopo fotogramma, si dipana lentamente di fronte agli occhi dello spettatore, il quale si ritrova inevitabilmente immerso nella tensione che permea l’intera vicenda.
Ecco quindi che la relazione tra Marion e Lucas, già di per sé complicata, in quanto per forza di cose vissuta nella “clandestinità” di uno scantinato, viene ulteriormente messa a dura prova dalla forte attrazione che, a poco a poco, finisce per spingere la donna tra le braccia di Bernard.
L’ultimo metrò” rappresentò per il maestro francese un altro enorme successo sia di critica che di pubblico, tant’è che, tra i numerosi premi, riuscì ad aggiudicarsi ben dieci César e perfino una nomination all’Oscar come miglior film straniero.
Alla base di una tale cascata di riconoscimenti, oltre alla mano esperta di Truffaut, ad una sceneggiatura decisamente affascinante, e ad un’accurata ricostruzione dell’epoca, vi è ovviamente anche la straordinaria prova di recitazione dei due interpreti principali.
Catherine Deneuve, nei panni di Marion, affascina ed intriga per la sua capacità di essere algida e sensuale allo stesso tempo, mentre Gérard Depardieu, da parte sua,  riesce a dar vita all’impeccabile  ritratto di un uomo intimamente combattuto tra la sua profonda passione per il teatro e il suo irrinunciabile impegno nella politica.



Titolo: L’ultimo metrò ( Le dernier métro )
Regia: François Truffaut
Interpreti: Catherine Deneuve, Gérard Depardieu, Andréa Ferréol, Jean Piret
Nazionalità: Francia
Anno: 1980

martedì 4 febbraio 2014

“Semplicemente insieme” di Claude Berri: una delicata storia d’amore e di amicizia sotto il cielo della metropoli parigina.


Camille ( Audrey Tautou ) è una giovane donna con la passione per il disegno, che conduce una vita piuttosto schiva.
Una sera, rientrando a casa, incontra Philibert ( Laurent  Stocker ): un aristocratico affetto da una grave forma di balbuzie.
Quando Camille si ammala, Philibert decide di ospitarla nel proprio appartamento, dove abita insieme a Franck ( Guillaume Canet ): un cuoco con una vita disordinata ed una nonna, Paulette ( Françoise Bertin ), che vive in un ospizio...



Partendo dal romanzo di Anna Gavalda, “Insieme, e basta”, Claude Berri è felicemente riuscito a portare sullo schermo il racconto di una delicata storia di amore e di amicizia.
Sotto il cielo di una Parigi grigia e quasi irriconoscibile, si intrecciano inaspettatamente i destini di quattro persone, ciascuna delle quali è quotidianamente alle prese con la propria solitudine.
A seguito di un infarto, non potendo più continuare a vivere da sola nella propria casa, l’anziana Paulette deve abbandonare i suoi amati gatti per trasferirsi in una casa di riposo.
Philibert, invece, giovane e colto aristocratico costretto a sbarcare il lunario vendendo cartoline in un negozio di souvenir, condivide il proprio appartamento, situato in un antico palazzo parigino, con l’amico  Franck: un cuoco dalla vita sentimentale alquanto turbolenta.
Infine vi è Camille; ai ferri corti con la madre, e impiegata in un’impresa di pulizie, abita da sola in un’angusta mansarda, nello stesso palazzo di Philibert.
A causa di una brutta influenza, Camille viene gentilmente ospitata da Philibert nella sua casa; a partire da quel momento, la vita di queste quattro persone non sarà più la stessa.
In effetti, per una serie di circostanze casuali, poco tempo dopo si ritroveranno a vivere felicemente tutti quanti insieme sotto lo stesso tetto.
Con il  passare dei giorni, però, il rapporto fra Camille e Franck diventa sempre più intimo; mentre quest’ultimo sembra finalmente pronto ad impegnarsi seriamente con una donna, lei, come se vivesse intrappolata nelle sue paure, rischia invece di allontanarlo per sempre da sé.
E’ solamente quando Franck le comunica che è in procinto di trasferirsi in Inghilterra, che la giovane donna, pur di non farlo partire, si ritrova costretta a dichiarargli apertamente il suo amore.
Audrey Tautou, nel ruolo di Camille, si contraddistingue per la particolare intensità della sua interpretazione, mentre il talentuoso Canet ci dà l’ennesima prova della sua incredibile bravura.
Una menzione particolare spetta infine ad uno dei brani che compongono la splendida colonna sonora di “Semplicemente insieme”; “A bicyclette” di Yves Montand, con la sua nostalgica melodia, riesce in effetti a sottolineare alla perfezione tutta la delicatezza che pervade questa gradevolissima pellicola di Claude Berri.




Titolo: Semplicemente insieme ( Ensemble c’est tout )
Regia: Claude Berri
Interpreti: Audrey Tautou, Guillaume Canet, Laurent Stocker, Françoise Bertin
Nazionalità: Francia
Anno: 2007

lunedì 20 gennaio 2014

“Amour” di Michael Haneke: il disperato e straziante epilogo di una bellissima storia d’amore.


Anne (Emmanuelle Riva) e Georges (Jean-LouisTrintignant) sono due anziani insegnanti di musica, ormai in pensione, che trascorrono le giornate nel loro appartamento di Parigi, facendosi compagnia tra di loro quando non ricevono la visita della figlia Eva (Isabelle  Huppert): una musicista che spesso si trova in tournée all’estero insieme al marito.
La loro vita scorre tranquilla fino al giorno in cui un ictus colpisce Anne; da quel momento in poi la donna inizia a dipendere in tutto e per tutto da Georges, il quale,  in virtù del grande amore e dell’immenso affetto che prova per lei, decide fin da subito di farsi carico in prima persona delle pesanti e dolorose conseguenze di quanto è accaduto, sebbene ben presto si ritroverà costretto a dichiararsi sconfitto di fronte all’inesorabile progredire dell’infermità della moglie…



E’ uno sguardo decisamente impietoso, quello che Michael  Haneke rivolge alla vecchiaia e alla malattia con il suo pluripremiato “Amour”, di cui è anche autore del soggetto e della sceneggiatura, oltre che regista.
Il lungo ed invidiabile idillio tra Anne e Georges, che si contraddistingue per la sua estrema tenerezza ed un incrollabile rispetto reciproco, va improvvisamente in frantumi a seguito dell’ictus che tristemente colpisce l’anziana donna.
In effetti, sebbene entrambi cerchino di continuare la loro vita matrimoniale come se nulla fosse accaduto, il rapido peggioramento delle condizioni fisiche di Anne mette Georges di fronte alla più terribile delle decisioni, al fine di non vederla più soffrire, e di preservarne così la dignità, drammaticamente minata dalla malattia.
Ecco quindi che le eleganti stanze di un antico appartamento parigino, all’interno delle quali solo fino a qualche tempo prima Anne e Georges erano soliti trascorrere serenamente le loro giornate, leggendo libri e suonando il piano, fanno adesso da sfondo al lento consumarsi della tragedia: disperato e straziante epilogo di una bellissima storia d’amore.
Indimenticabili le interpretazioni di Trintignant e della Riva; entrambi sono infatti riusciti a trasmettere pienamente allo spettatore, e in tutte le sue sfumature, la sofferenza del personaggio da loro interpretato, facendogli così acquisire un’assoluta e indiscutibile credibilità.
Bravissima, infine, anche Isabelle Huppert; sebbene in “Amour” la sua apparizione sia limitata a poche scene, nel ruolo della figlia dei due anziani coniugi riesce comunque a regalarci un’altra delle sue intense e commoventi prove di recitazione.


Titolo: Amour ( Amour )
Regia: Michael Haneke
Interpreti: Jean-Louis Trintignant, Emmanuelle Riva, Isabelle Huppert.
Nazionalità: Francia, Austria, Germania
Anno: 2012 

giovedì 9 gennaio 2014

“Baciate chi vi pare” di Michel Blanc: come vivere la propria vita con leggiadria e, soprattutto, all’insegna dell’amore.


Elizabeth (Charlotte Rampling) e Bertrand (Jacques Dutronc), benestante coppia di parigini, si apprestano a trascorrere una settimana di vacanza a Le Touquet insieme a Véro (Karin Viard) e Jérome (Denis Podalydès), i quali stanno invece attraversando un periodo finanziariamente difficile.
Quando  all’ultimo momento Elizabeth estende l’invito anche a Julie (Clotilde Courau), sua amica, nonché in passato amante di Bertrand, quest’ultimo decide di rimanere a casa.
Arrivata a Le Touquet, l’allegra comitiva fa poi la conoscenza di Lulu (Carole Bouquet) e Jean-Pierre (Michel Blanc), una coppia il cui matrimonio è in crisi a causa dell’eccessiva gelosia di lui, e Maxime (Vincent Elbaz), un incallito playboy di cui Julie finisce per innamorarsi.
Vi è poi Emilie (Lou Doillon), figlia di Elizabeth e Bertrand, che durante lo stesso periodo trascorre invece le vacanze a Chicago in compagnia di Kevin (Sami Bouajila), uno dei dipendenti dell’agenzia immobiliare di suo padre.
In una divertente girandola di incontri e scontri, nel corso di quella settimana, ognuno di loro avrà la possibilità di riflettere su ciò che realmente desidera dalla propria vita…



Tratta dal romanzo di Joseph Connely “Summer things”, e grandissimo successo di pubblico in Francia, “Baciate chi vi pare” è un chiaro invito a vivere la propria vita con leggiadria e, soprattutto, all’insegna dell’amore.
Nel doppio ruolo di regista e interprete, Michel Blanc ha realizzato una divertente commedia dai dialoghi brillanti sullo sfondo dell’esclusiva località balneare di Le Touquet, nel nord della Francia.
Al centro della vicenda vi sono uomini e donne di età ed estrazione sociale diversa, ma ad ogni modo accomunati da un fortissimo desiderio di andare alla ricerca di nuove emozioni; e dopo una settimana trascorsa tra furiose scenate di gelosia, rilassanti pic-nic sull’erba, tragicomici suicidi, singolari adulteri e, soprattutto, un'infinita serie di equivoci, ognuno di loro riuscirà a tornare alla propria routine quotidiana con una rinnovata consapevolezza di sé.
E’ un cast a dir poco strepitoso quello di cui si avvale questa pellicola, all’interno del quale troviamo, tra gli altri, accanto ad una brava ed elegante Charlotte Rampling, e ad una sempre affascinante Carole Bouquet, Mélanie Laurent e Gaspard Ulliel, all’epoca giovanissimi, oggi acclamate star del cinema francese e non solo.


Titolo: Baciate che vi pare ( Embrassez qui vous voudrez )
Regia: Michel Blanc
Interpreti: Charlotte Rampling, Jacques Dutronc, Carole Bouquet, Michel Blanc, Sami Bouajila.
Nazionalità: Francia, Italia, Gran Bretagna
Anno: 2002