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sabato 22 settembre 2012

“Giù al nord” di Dany Boon: quando i pregiudizi si combattono ridendo.


Già campione d’incassi al box-office francese, nell’ottobre del 2008 “Giù al nord”, diretto e interpretato da Dany Boon, arrivò nelle nostre sale, riscuotendo un notevole successo di pubblico anche qui in Italia. In questa pellicola il regista affronta in chiave comica il tema delle differenze sociali e culturali tra il nord e il sud della Francia e i pregiudizi che ne derivano. Due anni più tardi, nel 2010, il “nostro” Claudio Bisio decise poi di realizzarne un remake in salsa italiana: il fortunatissimo “Benvenuti al sud”.
Philippe (Kad Merad) è il direttore dell’ufficio postale di Salon-de-Provence.
Costantemente  pressato dalla moglie Julie (Zoé Felix), che vuole andare a vivere in Costa Azzurra, e nel tentativo di ottenere più facilmente il trasferimento in quella regione, decide di fingersi disabile. Scoperto però da un ispettore che sta seguendo la sua pratica, invece di essere licenziato, viene assegnato per punizione all’ufficio postale di Bergues, nel freddo Nord-Pas de Calais.
A causa dei numerosi pregiudizi che avvolgono quella regione della Francia,  Philippe vive  questo trasferimento come una vera e propria tragedia; a ogni modo, costretto ad accettare la nuova destinazione, si prepara a partire senza la sua famiglia al seguito.
Nei giorni che seguiranno il suo arrivo a Bergues, scoprirà però che il clima non è poi così terribile come glielo avevano descritto, e gli abitanti del luogo, sebbene parlino lo Ch’ti ( un dialetto a lui praticamente incomprensibile ) si dimostreranno nei suoi confronti estremamente ospitali.
Inoltre con i colleghi, e in particolar modo con Antoine (Dany Boon),  settimana dopo settimana si svilupperà un profondo rapporto di amicizia. Quando infatti dopo tre anni, e numerose e divertenti peripezie, Philippe otterrà finalmente il tanto atteso trasferimento nel sud della Francia, per lui sarà estremamente doloroso separarsi dai suoi cari amici Ch’ti.


Originario proprio del Nord-Pas de Calais, Dany Boon ha voluto dedicare questa sua seconda opera come regista a un tema al quale è particolarmente sensibile; ovvero il diffuso pregiudizio dei  francesi nei confronti dell’area di Lille, ritenuta incredibilmente fredda e piovosa e, soprattutto, abitata da persone grette e poco socievoli.
E’ proprio nel tentativo di dissipare questi spiacevoli preconcetti che Boon ha realizzato una  commedia esilarante ma al tempo stesso estremamente umana, in cui vediamo il personaggio interpretato da Kad Merad cambiare lentamente opinione sugli abitanti di Bergues e sulle loro abitudini, rivelandosi così del tutto infondato ciò che fino ad allora  gli era stato raccontato su quella regione del nord della Francia.
Dopo tre anni, nel momento in cui verrà finalmente trasferito  al sud, a Porquerolles, constaterà poi la veridicità del proverbio citatogli da Antoine al momento del suo arrivo a Bergues, ovvero: “Quando uno straniero viene a vivere al nord, raglia due volte: quando arriva e quando riparte”.
Philippe rappresenta il prototipo di colui che, non conoscendo da vicino il Nord-Pas de Calais, ne ha un’idea estremamente negativa, a causa delle sue difficili condizioni climatiche, della povertà e  disperazione degli abitanti.
La maggior parte delle gag a cui assistiamo durante la visione del film ruota intorno alle frequenti incomprensioni tra Philippe e i suoi colleghi derivanti dall’uso dello Ch’ti, in cui, fra le varie peculiarità,  la pronuncia delle “s” diventa “ch”, e il “toi” e “moi” si trasformano rispettivamente in “ti” e “mi”.
Nonostante l’impresa si presentasse tutt’altro che semplice, bisogna a ogni modo riconoscere che con “Giù al nord” Dany Boon è riuscito a far riflettere e, contemporaneamente, a  divertire i suoi connazionali, facendoli ridere fino alle lacrime, come dichiarato dal quotidiano francese “Le Monde”.



Titolo: Giù al nord ( Bienvenue chez les Ch’tis )
Regia: Dany Boon
Interpreti : Kad Merad, Dany Boon, Zoé Felix, Philippe Duquesne, Line Renaud
Nazionalità: Francia
Anno : 2007

lunedì 25 giugno 2012

“Potiche – La bella statuina” di François Ozon: una divertente storia di emancipazione femminile nella Francia degli anni settanta.


Oggi facciamo un salto indietro nel tempo, e più precisamente nella Francia della fine degli anni settanta, per parlare di “Potiche – La bella statuina”: la divertente commedia diretta da François   Ozon nel 2010 e interpretata, tra gli altri, da Catherine Deneuve, inimitabile icona del cinema francese. 
Francia 1977. Suzanne Michonneau (Catherine Deneuve) è una donna borghese che il  marito, Robert Pujol (Fabrice Luchini), titolare di una fabbrica di ombrelli, ha relegato a una monotona vita domestica e al riduttivo ruolo di “trofeo” da esibire.
L’uomo gestisce la propria azienda in modo dispotico, fino a quando gli operai, stanchi delle sue continue vessazioni, non entrano in sciopero e decidono di sequestrarlo.
Maurice Babin (Gérard Depardieu), un deputato comunista con il quale venticinque anni prima Suzanne aveva avuto una brevissima storia d’amore, nel tentativo di allentare la tensione nei rapporti con il personale dipendente, le consiglia di prendere il posto del marito ( che nel frattempo ha avuto un attacco di cuore ) nella direzione della fabbrica.
Inizialmente titubante, Suzanne decide di seguire il consiglio di Babin, riuscendo così a risollevare le sorti dell’azienda e, al tempo stesso, a dimostrare di essere una donna competente, dotata di capacità di azione e quindi non solamente una “bella statuina”.
In questa sua nuova veste di imprenditrice è appoggiata dai due figli: Joëlle (Judith Godrèche) e Laurent (Jérémie Renier), e dal signor Babin che, dopo tanti anni, si sente nuovamente attratto da Suzanne e ricomincia a corteggiarla.
Quando però il marito, terminato il periodo di riposo “forzato”, torna in azienda per riassumerne il comando, le cose per Suzanne iniziano a complicarsi…


Nella lingua francese il termine “potiche” individua un grosso vaso di scarso valore che ha l’unica funzione di arredare.
Con questa divertentissima commedia, ambientata nella cittadina immaginaria di Sainte-Gudule, nei pressi di Saint-Amand-les-Eaux ( nella regione del Nord-Pas de Calais ), ma interamente girata in Belgio, Ozon è riuscito a riportare sullo schermo, dai tempi de “L’ultimo metro” di François Truffaut, la coppia Deneuve-Depardieu.
Tratto dalla pièce teatrale del 1983 di Barillet e Grédy, “Potiche” è essenzialmente una storia di emancipazione femminile in una Francia della fine degli anni settanta di stampo ancora piuttosto maschilista, nella quale il personaggio interpretato dalla Deneuve si trasforma inaspettatamente da semplice “oggetto” decorativo  in un’abile  manager di successo.
A contendersi la scena con una Deneuve ancora in splendida forma, ci sono l’impareggiabile Gérard Depardieu ( decisamente “appesantito” dai tempi de “L’ultimo metro” ) e il bravissimo Fabrice Luchini ( recentemente visto sugli schermi italiani nella pellicola “Le donne del 6°piano” ) nel ruolo, rispettivamente, del sostenitore e del detrattore dell’operato di Suzanne Michonneau.
Una menzione particolare spetta inoltre all’attrice Karin Viard, per la sua interpretazione di Nadège, la segretaria-amante di Robert Pujol che durante il film diventa la fedele e attiva collaboratrice di Suzanne.
Grazie all’eccellente fotografia, all’accuratezza delle scenografie e dei costumi, nonché all’effetto “nostalgia” provocato dalle canzoni che fanno parte della colonna sonora, François Ozon riesce con naturalezza a farci rivivere le atmosfere tipiche della fine degli anni settanta; e già guardando il trailer del film ne potete avere  la conferma.
Come di consueto,  vi aspetto su questo blog con un’altra cartolina dalla Francia e, ovviamente, vi auguro buon divertimento con la visione di “Potiche”.




Titolo: Potiche – La bella statuina ( Potiche )
Regia: François Ozon
Interpreti : Catherine Deneuve, Gérard Depardieu, Fabrice Luchini, Judith Godrèche, Jérémie Renier, Karin Viard
Nazionalità : Francia
Anno : 2010