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mercoledì 19 giugno 2013

“Agathe Cléry” di Etienne Chatiliez: chi di spada ferisce…


Agathe Cléry (Valérie Lemercier) è una rampante donna in carriera, direttrice dell’ufficio marketing di una fabbrica di cosmetici.
A causa del suo carattere eccessivamente duro e intransigente, la donna non è vista di buon occhio dai suoi subalterni, i quali la ritengono, per giunta e a ragion veduta, razzista.
Mentre sta seguendo un’importante campagna pubblicitaria per il lancio di una nuova crema, le viene diagnosticato il morbo di Addison, che la trasforma lentamente in una donna di colore.
Agathe, sconvolta dal suo nuovo aspetto, nel giro di poco tempo non solo viene lasciata dal proprio compagno, ma perde addirittura il posto di lavoro, rischiando conseguentemente di non ottenere il rinnovo del contratto d’affitto dell’appartamento in cui abita.
Dopo diversi colloqui di lavoro andati male, la donna viene finalmente assunta, in qualità di responsabile marketing, in una società di servizi informatici diretta da Quentin Lambert (Anthony Kavanagh): un affascinante uomo di colore che, per principio, non assume bianchi nella propria azienda; tra i due il colpo di fulmine è immediato.
Innamorata e con un nuovo impiego, giorno dopo giorno Agathe riesce ad abituarsi alla sua nuova condizione; ma proprio quando sembra che le cose siano tornate a girare per il verso giusto, ecco che accade qualcosa di completamente inaspettato…

Traendo spunto da un fatto di cronaca realmente accaduto, quello di una donna sudafricana che ha visto la propria pelle diventare scura dopo aver contratto il morbo di Addison, nel 2008 Etienne Chatiliez realizzò “Agathe Cléry”: una gradevole pellicola nella quale l’alquanto  delicata tematica del razzismo viene affrontata avvalendosi dei toni estremamente leggeri della commedia musicale, nell’intento di far giungere più facilmente allo spettatore il messaggio che il film mira a veicolare.
La vita di Agathe, snob e sprezzante manager di successo, soprattutto nei confronti di tutti coloro che non appartengono alla sua razza, viene improvvisamente sconvolta quando la donna scopre di essere affetta da una rara malattia e, in conseguenza di ciò, si ritrova costretta a subire dalla società in cui vive le stesse angherie di cui sono abitualmente vittime le persone da lei così da tanto denigrate.
Per lei questa sua nuova condizione è a ogni modo un’occasione di riflessione sulle mille difficoltà che quotidianamente devono affrontare tutti coloro che, pur non appartenendo alla nostra società, desiderano disperatamente inserirvisi.
Nell’alquanto complicata ricerca di un nuovo impiego, dopo essere stata licenziata per il cambio di colore della sua pelle, Agathe si ritrova ad ascoltare le stesse e poco credibili scuse che un tempo anche lei era solita propinare quando si trovava dall’altra parte della barricata.
Valérie Lemercier, nei panni di Agathe Cléry, dimostra ancora una volta il suo incredibile talento di attrice comica; in questo film, poi, la vediamo cimentarsi con risultati davvero sorprendenti anche in divertenti e colorati siparietti musicali distribuiti lungo l’intera durata della pellicola; come nella scena in discoteca, in cui si scatena sulle note di “Tainted love” dei Soft cell, che potete rivedere cliccando QUI.



Titolo: Agathe Cléry ( Agathe Cléry )
Regia: Etienne Chatiliez
Interpreti: Valérie Lemercier, Anthony Kavanagh, Dominique Lavanant, Isabelle Nanty
Nazionalità: Francia
Anno: 2008


sabato 8 settembre 2012

“Tanguy” di Etienne Chatiliez: un graffiante ritratto della società ( italiana ) moderna.


Prendendo spunto da un fatto di cronaca italiana, nel 2001 il regista Etienne Chatiliez girò “Tanguy”: una commedia, campione d’incassi in Francia,  dallo stile garbato ma allo stesso tempo graffiante.
In questa pellicola ritroviamo, tra gli altri, due attori del calibro di Sabine Azéma e André Dussollier, nell’esilarante ruolo di una coppia di genitori esasperati da un figlio che, sebbene abbia ormai concluso il suo ciclo di studi, non sembra per nulla intenzionato ad abbandonare il tetto familiare.
Tanguy Guetz (Eric Berger) ha 28 anni. E’ un ragazzo incredibilmente capace, con un brillante curriculum scolastico, in cui spiccano una laurea in scienze politiche, un master in filosofia e la conoscenza fluente delle lingue orientali, che sta per essere ulteriormente arricchito da una seconda laurea in cinese.
Abita felicemente con la madre Edith (Sabine Azéma) e il padre Paul (André Dussollier), ai quali si rivolge sempre in maniera estremamente affettuosa.
Tanguy ha però la curiosa abitudine di portarsi a casa le sue numerose partner occasionali, che puntualmente il mattino dopo presenta ai suoi genitori nel momento in cui stanno facendo colazione.
Non sembra minimamente intenzionato ad andare a vivere da solo; questo almeno finché non avrà discusso la tesi, grazie alla quale per lui potrebbe presentarsi un’importante opportunità di lavoro a Pechino.
Quando però mancano solamente poche settimane al giorno previsto per la discussione, Tanguy decide di rinviare tutto all’anno successivo per paura che la fretta rovini il lavoro da lui svolto fino a quel momento.
I genitori, che attendevano con impazienza la partenza del figlio per Pechino, per poter ritrovare così un po’ della loro perduta intimità, non sopportando più  di averlo per casa, iniziano a rendergli l’esistenza impossibile, affinché lui si decida una volta per tutte ad andare a vivere per conto proprio.
Tanguy trova quindi un piccolo appartamento dove andare ad abitare, ma subito dopo  la prima notte, durante la quale è vittima di un attacco di panico, Edith e Paul si sentono in dovere di riaccoglierlo in casa.
Nel frattempo la loro convivenza continua comunque a degenerare, fino a quando, dopo essere stato cacciato malamente di casa, Tanguy non li cita addirittura in giudizio, vincendo per giunta la causa.
Un’inaspettata partenza per Pechino, però, riuscirà a risolvere miracolosamente ogni problema della famiglia Guetz… 



Sebbene il fenomeno sociologico dei figli che tardano ad abbandonare la casa dei genitori sia oramai considerato un tratto distintivo della società italiana, ulteriormente accentuato dalla crisi economica che stiamo attraversando, di certo non poteva affermarsi la stessa cosa per ciò che accadeva in Francia all’epoca in cui il regista decise di girare “Tanguy”; la cui sceneggiatura, come già accennato nell’introduzione, prende proprio spunto da un fatto realmente accaduto in Italia.
Partendo da una situazione che, a dire il vero, per noi non ha nulla di straordinario, Chatiliez è riuscito a realizzare un graffiante ritratto di una moderna famiglia borghese, all’interno della quale una coppia di genitori esasperati, e interpretati da due irresistibili assi del cinema francese, ricorrono a qualsiasi bassezza pur di riuscire a cacciare di casa il loro talentuoso figlio che, stranamente, reagisce alle innumerevoli provocazioni di mamma e papà con una calma quasi irritante.
Piegandosi alle esigenze della commedia, Chatiliez spinge ovviamente la situazione al limite del paradossale; il che ci permette di trascorrere un paio di ore in compagnia di una piacevole pellicola, facendoci allo stesso tempo riflettere su di un fenomeno di innegabile importanza sociale.




Titolo: Tanguy ( Tanguy )
Regia: Etienne Chatiliez
Interpreti : André Dussollier, Sabine Azéma, Eric Berger
Nazionalità: Francia
Anno : 2001