Prendendo spunto da un fatto di
cronaca italiana, nel 2001 il regista Etienne Chatiliez girò “Tanguy”: una commedia, campione d’incassi in Francia, dallo stile garbato ma allo stesso tempo
graffiante.
In questa pellicola ritroviamo,
tra gli altri, due attori del calibro di Sabine Azéma e André Dussollier,
nell’esilarante ruolo di una coppia di genitori esasperati da un figlio che,
sebbene abbia ormai concluso il suo ciclo di studi, non sembra per nulla intenzionato ad abbandonare il tetto familiare.
Tanguy Guetz (Eric Berger)
ha 28 anni. E’ un ragazzo incredibilmente capace, con un brillante curriculum
scolastico, in cui spiccano una laurea in scienze politiche, un master in
filosofia e la conoscenza fluente delle lingue orientali, che sta per essere
ulteriormente arricchito da una seconda laurea in cinese.
Abita felicemente con la madre
Edith (Sabine Azéma) e il padre Paul
(André Dussollier), ai quali si
rivolge sempre in maniera estremamente affettuosa.
Tanguy ha però la curiosa
abitudine di portarsi a casa le sue numerose partner occasionali, che
puntualmente il mattino dopo presenta ai suoi genitori nel momento in cui
stanno facendo colazione.
Non sembra minimamente
intenzionato ad andare a vivere da solo; questo almeno finché non avrà discusso
la tesi, grazie alla quale per lui potrebbe presentarsi un’importante opportunità
di lavoro a Pechino.
Quando però mancano solamente
poche settimane al giorno previsto per la discussione, Tanguy decide di
rinviare tutto all’anno successivo per paura che la fretta rovini il lavoro da
lui svolto fino a quel momento.
I genitori, che attendevano con
impazienza la partenza del figlio per Pechino, per poter ritrovare così un po’ della
loro perduta intimità, non sopportando più
di averlo per casa, iniziano a rendergli l’esistenza impossibile,
affinché lui si decida una volta per tutte ad andare a vivere per conto
proprio.
Tanguy trova quindi un piccolo
appartamento dove andare ad abitare, ma subito dopo la prima notte, durante la quale è vittima di
un attacco di panico, Edith e Paul si sentono in dovere di riaccoglierlo in
casa.
Nel frattempo la loro convivenza continua
comunque a degenerare, fino a quando, dopo essere stato cacciato malamente di
casa, Tanguy non li cita addirittura in giudizio, vincendo per giunta la causa.
Un’inaspettata partenza per
Pechino, però, riuscirà a risolvere miracolosamente ogni problema della
famiglia Guetz…
Sebbene il fenomeno sociologico
dei figli che tardano ad abbandonare la casa dei genitori sia oramai considerato un tratto distintivo della società italiana,
ulteriormente accentuato dalla crisi economica che stiamo attraversando, di
certo non poteva affermarsi la stessa cosa per ciò che accadeva in Francia all’epoca in cui il regista decise di girare “Tanguy”; la cui sceneggiatura,
come già accennato nell’introduzione, prende proprio spunto da un fatto
realmente accaduto in Italia.
Partendo da una situazione che, a dire il vero, per noi non ha nulla di straordinario, Chatiliez è riuscito a realizzare
un graffiante ritratto di una moderna famiglia borghese, all’interno della
quale una coppia di genitori esasperati, e interpretati da due irresistibili assi
del cinema francese, ricorrono a qualsiasi bassezza pur di riuscire a cacciare
di casa il loro talentuoso figlio che, stranamente, reagisce alle innumerevoli
provocazioni di mamma e papà con una calma quasi irritante.
Piegandosi alle esigenze della commedia,
Chatiliez spinge ovviamente la situazione al limite del paradossale; il che ci
permette di trascorrere un paio di ore in compagnia di una piacevole pellicola,
facendoci allo stesso tempo riflettere su di un fenomeno di innegabile
importanza sociale.
Titolo: Tanguy ( Tanguy )
Regia: Etienne Chatiliez
Interpreti : André Dussollier, Sabine Azéma, Eric Berger
Nazionalità: Francia
Anno : 2001
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