Sebbene oggi sia ritenuta dai
critici cinematografici una delle pellicole più intense di François Truffaut, “La calda amante” si rivelò in realtà
un vero e proprio fiasco al momento della sua presentazione al Festival di
Cannes del 1964.
Tra gli interpretati principali spicca
l’indimenticabile Françoise Dorléac,
la bellissima ma altrettanto sfortunata sorella di Catherine Deneuve, morta
prematuramente in un incidente stradale nel 1967.
Pierre Lachenay (Jean Dasailly) è un scrittore ed editore di successo, che vive a Parigi insieme alla
moglie Franca (Nelly Benedetti) e
alla figlia Sabine.
Durante un viaggio in aereo a
Lisbona, dove è atteso per una conferenza, si
invaghisce della giovane Nicole (Françoise Dorléac), una delle hostess di quel volo, la quale, da parte sua, si
dimostra tutt’altro che insensibile al fascino del rinomato scrittore.
Dopo aver trascorso la notte insieme, i due decidono di continuare
a frequentarsi, nonostante le difficoltà che devono affrontare per potersi
incontrare. Nicole, infatti, non può ospitarlo nella camera dove vive in
affitto; mentre Pierre, legato ancora alla propria famiglia, vive clandestinamente
la sua relazione con la giovane hostess.
Dovendosi recare a Reims per la
presentazione di un film, Pierre decide
di portare Nicole con sé; dopo una serie di spiacevoli imprevisti, che purtroppo
li tengono separati, i due riescono finalmente a rifugiarsi in un piccolo albergo di campagna.
Rientrati a Parigi, mentre Nicole
esprime a Pierre la propria intenzione di interrompere la loro relazione,
quest’ultimo deve invece far fronte alle
domande di Franca, che nel frattempo ha iniziato a sospettare dell’infedeltà
del marito; a poco a poco il loro
rapporto degenererà fino alle estreme e tragiche conseguenze…
Dopo l’eclatante successo di “Jules et Jim”, pubblico e critica si
aspettavano da Truffaut un’altra pellicola che in qualche modo ne ricalcasse le
tematiche; il regista invece, sorprendendo e soprattutto deludendo tutti quanti,
si presentò con “La calda amante”:
un film in cui la narrazione dell’amore perde i toni spensierati tipici della
giovinezza per caricarsi di quelli cupi e decisamente più complessi di una
storia di adulterio.
La pellicola tratta infatti di un sofferto triangolo amoroso destinato a
finire in tragedia e, nonostante sia stata girata quasi mezzo secolo fa, oggi
ci appare tutt’altro che datata per la raffinata narrazione dei profili psicologici dei soggetti coinvolti
nella vicenda.
In una sceneggiatura che non brilla per originalità per quasi
l’intera durata della pellicola, il modo in cui viene sviluppato il personaggio della moglie riesce a
spiazzarci e, contemporaneamente, a far virare inaspettatamente il genere
del film dal melodramma al noir.
Sebbene Franca ci venga
presentata come l’elegante e premurosa moglie di un imprenditore di successo, rivestendo
una funzione quasi decorativa, è però nel momento in cui prende coscienza
dell’infedeltà del marito che assume immediatamente
un diverso spessore, al punto che la vediamo meditare lentamente e attuare con freddezza l’omicidio
di Pierre.
Girato in poco più di due mesi
tra Parigi, Orly, Reims e Lisbona, “La calda amante” uscì in Italia in una
versione tagliata di circa venti minuti rispetto a quella francese e,
soprattutto, con un titolo che non aveva nulla a che vedere con il messaggio
che desiderava lanciare quello originale, la cui traduzione recita “La pelle morbida”.
Titolo: La calda amante ( La peau douce )Regia: François Truffaut
Interpreti : Jean Desailly, Françoise Dorléac, Nelly Benedetti, Daniel Ceccaldi
Nazionalità: Francia
Anno : 1964
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