Visualizzazione post con etichetta L’uomo che amava le donne. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta L’uomo che amava le donne. Mostra tutti i post

martedì 28 ottobre 2014

“Finalmente domenica!” di François Truffaut: il prezioso testamento di uno dei più grandi maestri del cinema francese.


Una mattina, durante una battuta di caccia in una palude del sud della Francia, un uomo viene brutalmente assassinato.
I sospetti dell’omicidio ricadono immediatamente su Julien Vercel (Jean-Louis Trintignant), il titolare di un’agenzia immobiliare di Marsiglia, dal momento che anche lui si trovava sul luogo al momento del delitto; ben presto si scopre inoltre che la vittima era l’amante di sua moglie Marie-Christine (Caroline Sihol).
Di fronte a quell’accusa, l‘uomo dichiara comunque fin da subito la propria innocenza.
A quella morte, ne seguono poi delle altre che finiscono per aggravare ulteriormente la posizione dell’agente immobiliare.
Barbara (Fanny Ardant), la sua bella e intraprendente segretaria, riuscirà però a provare l’innocenza del proprio datore di lavoro, permettendo contemporaneamente alla polizia di individuare il vero responsabile di quella catena di omicidi…



Tratto dal romanzo “The long saturday night” dello scrittore americano Charles Williams, “Finalmente domenica!” è il prezioso testamento di uno dei più grandi maestri del cinema francese, nonché un riuscito omaggio ai noir americani degli anni ’40.
A tale proposito, al fine di ricrearne le tipiche atmosfere plumbee, François Truffaut si è avvalso di un‘elegante fotografia in bianco e nero; contemporaneamente, però, è riuscito a smorzarne la tensione ricorrendo più volte sia ai toni della commedia grottesca che di quella rosa.
Il risultato è una gradevolissima pellicola, costantemente permeata da una sottile vena di ironia.
Nel ruolo di Barbara, Fanny Ardant, all’epoca compagna del regista nonché in attesa della loro figlia Joséphine, è semplicemente strepitosa.
In effetti, la sua interpretazione è una tale miscela di simpatia, fascino e sensualità, che finisce per oscurare quella del pur sempre bravo Jean-Louis Trintignant.
Come del resto era già accaduto in precedenza, anche in “Finalmente domenica!” Truffaut non ha mancato di citare il proprio cinema.
In effetti, i numerosissimi amanti della sua fortunata filmografia non possono non riuscire ad individuare i precisi riferimenti del regista francese ad alcune delle sue indimenticabili pellicole, come “Baci rubati” e “L’uomo che amava le donne”; ma è soprattutto nella divertente scena finale, in cui Truffaut inquadra i piedi di un gruppo di bambini,   intenti a prendere a calci il teleobiettivo di una macchina fotografica, che assistiamo all’ennesima dimostrazione del suo profondo interessamento al mondo dell’infanzia e dell’adolescenza, da lui così poeticamente affrontato ne “Gli anni in tasca” e, soprattutto, nel suo primo e struggente capolavoro “I 400 colpi”.


Titolo: Finalmente domenica! ( Vivement dimanche! )
Regia: François Truffaut
Interpreti: Jean-Louis Trintignant, Fanny Ardant, Philippe Lauden, Jean-Pierre Kalfon, Nicole Felix
Nazionalità: Francia
Anno: 1983



sabato 18 agosto 2012

“L’uomo che amava le donne” di François Truffaut: un raffinato ritratto psicologico dell’universo femminile.


L’uomo che amava le donne” è l’ennesimo indimenticabile capolavoro del maestro François Truffaut, a cui vorrei dedicare la cartolina dalla Francia di oggi. Datata 1977, questa è una pellicola assolutamente da riscoprire, con un irresistibile Charles Denner nel ruolo di un impenitente tombeur de femmes.
In un’invernale Montpellier del 1976, un vero e proprio esercito di donne si sta dirigendo verso il cimitero cittadino per commemorare Bertrand Morane: l’uomo dal quale ognuna di loro, in qualche modo, è stata amata.
"Le gambe delle donne sono dei compassi che misurano il globo terrestre in tutte le direzioni, donandogli il suo equilibrio e la sua armonia".
Con questa frase, Truffaut riassume la sconfinata passione di Bertrand per le donne e, in particolare,  per le loro gambe.
Basta che lui incontri una donna per strada per rimanerne subito affascinato e decidere di volerla sedurre.
Dopo la scena iniziale del funerale, il film si trasforma immediatamente in un lungo flashback, in cui ripercorriamo, secondo i toni leggiadri della commedia, le varie fasi della vita di Bertrand: dagli anni della sua infanzia, trascorsa con una madre libertina, fino ad arrivare all’età adulta; e così, assistiamo a una divertente carrellata delle sue conquiste: dalla baby-sitter pedinata al supermercato, passando per la disinibita impiegata dell’autonoleggio, fino ad arrivare alla alquanto bizzarra moglie di un medico, che finisce addirittura in carcere a seguito del tentato omicidio del marito.
E’ però nel momento in cui viene rifiutato dalla proprietaria di un negozio di abbigliamento, la quale gli confessa apertamente di prediligere i ragazzi più giovani di lei, che Bertrand decide di scrivere un libro, per tentare di riunirvi tutte le donne da lui avute nel corso della sua vita.



Nonostante sia attanagliato dal dubbio se continuare o meno a scrivere, Bertrand porta comunque a termine la stesura del suo manoscritto e, intenzionato a pubblicarlo, lo presenta a diverse case editrici.
Fra queste, sarà una di Parigi, e in particolar modo una dei suoi editor, a mostrare vivo interesse per la sua opera.
A causa di un incidente stradale, però, Bertrand morirà prima che il suo romanzo, intitolato “L’uomo che amava le donne” per l’appunto, giunga nelle librerie.  
Questo ennesimo capolavoro di Truffaut affronta con simpatica ironia l’incredibile storia di un uomo e della sua smisurata passione per le donne.
Allo stesso tempo, però, è un raffinato ritratto psicologico del poliedrico universo femminile, in cui la donna viene rappresentata con i suoi pregi e difetti, con i suoi punti di forza e debolezza e, ancora una volta, con un approccio nei confronti dell’amore completamente differente da quello maschile.
Nonostante Charles Denner risulti, con la sua simpatica sfacciataggine, protagonista incontrastato della pellicola, dobbiamo inevitabilmente riconoscere la bravura delle sue comprimarie; in particolar modo di Brigitte Fossey, nel ruolo di Geneviève, l’editor della casa editrice che decide di pubblicare il libro di Bertrand; e di Nelly Borgeaud, nel singolare ruolo di un’amante lunatica, condannata per tentato uxoricidio.
Una curiosità: nel 1983 Blake Edwards girò “I miei problemi con le donne”, remake del film di Truffaut, con Burt Reynolds nel ruolo dell’impenitente seduttore.



Titolo: L’uomo che amava le donne ( L’homme qui aimait les femmes )
Regia: François Truffaut
Interpreti : Charles Denner, Nelly Borgeaud, Brigitte Fossey, Leslie Caron, Geneviève Fontanel
Nazionalità : Francia
Anno : 1977