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mercoledì 1 luglio 2015

“I senza nome” di Jean-Pierre Melville: il tragico destino di tre uomini, costantemente in bilico tra bisogno di redenzione e desiderio di riscatto.





Mentre si trova in prigione, dove sta scontando una pena di cinque anni, Corey ( Alain Delon ) viene informato da un secondino della sua imminente scarcerazione, anticipata per buona condotta; allo stesso tempo, però, quest’ultimo gli prospetta di svaligiare un’importante gioielleria di Parigi, ubicata in un elegante palazzo di Place Vendôme; inizialmente titubante, Corey finisce però per accettare.
Contemporaneamente Vogel ( Gian Maria Volonté ), un altro detenuto, sta viaggiando in treno da Marsiglia a Parigi, scortato dal commissario Mattei ( Bourvil ); durante la notte, però, l’uomo riesce a fuggire dal finestrino del suo scompartimento, facendo perdere le sue tracce.
Quando poi a una stazione di servizio si nasconde furtivamente nel bagagliaio dell’auto di Corey, che nel frattempo è uscito di prigione, quest’ultimo crede di aver trovato in lui il complice perfetto per la rapina alla gioielleria.
Vogel accetta di prendere parte al colpo, e propone di coinvolgere anche Jensen ( Yves Montand ), un ex poliziotto alcolizzato, ritenendo necessaria la partecipazione di un tiratore  scelto.
Sebbene la rapina venga portata a termine con relativa facilità, lo stesso non potrà però dirsi per la vendita della refurtiva; per i tre uomini, infatti, le cose non andranno purtroppo come sperato…


« Buddha prese un pezzo di gesso rosso, tracciò un cerchio e disse:
Se è scritto che due uomini, anche se non si conoscono, debbono un giorno incontrarsi, può accadere loro qualsiasi cosa e possono seguire strade diverse, ma al giorno stabilito, ineluttabilmente, essi si ritroveranno in questo "CERCHIO ROSSO"... ».
Così ha inizio questo straordinario noir francese del 1970, con il quale Jean-Pierre Melville ha reso omaggio al capolavoro di John Huston “Giungla d’asfalto”.
Come già apertamente dichiarato nell’incipit della pellicola, protagonista indiscusso della vicenda è il destino che, con la sua forza inconfutabile, riesce sempre ad intrecciare a suo  piacimento i nostri percorsi di vita; ed è esattamente quello che accade anche ai tre protagonisti de “I senza nome”, le cui esistenze si ritrovano inaspettatamente, e sfortunatamente, accomunate da una tragica sorte.
Dialoghi ridotti all’essenziale, e lunghi silenzi, caratterizzano il penultimo lungometraggio del regista francese, lasciando così ampio spazio alla bravura nonché all’espressività di un eccezionale cast di interpreti.
Sullo sfondo di una Parigi plumbea, Alain Delon, Gian Maria Volonté e Yves Montand  si rivelano infatti semplicemente magistrali nel dare vita ai loro rispettivi personaggi: tre uomini costantemente in bilico tra bisogno di redenzione e desiderio di riscatto.


Titolo: I senza nome ( Le cercle rouge )
Regia: Jean-Pierre Melville
Interpreti: Alain Delon, Gian Maria Volonté, Yves Montand, Bourvil
Nazionalità: Francia
Anno: 1970




domenica 17 agosto 2014

“Frank Costello - Faccia d’angelo” di Jean-Pierre Melville: la complessa analisi psicologica di un moderno samurai.


Frank Costello (Alain Delon) è un giovane e solitario sicario, al quale viene commissionato l’omicidio del proprietario di un night-club di Parigi.
Dopo aver portato a termine l’incarico, cade in una retata della polizia e, in conseguenza di ciò, viene sottoposto ad un confronto “all’americana” al quale è presente anche la pianista del night-club (Cathy Rosier); la donna, pur avendolo chiaramente riconosciuto, dichiara comunque di non averlo mai visto.
Frank viene quindi rilasciato, grazie anche all’alibi fornitogli da Jane (Nathalie Delon), la sua amante.
Da quel momento in poi, però, si ritrova ad essere braccato sia dalla polizia, che non crede assolutamente alla veridicità del suo alibi, sia dai suoi mandanti, i quali, dopo aver tentato di ucciderlo per paura che le indagini possano risalire alla loro organizzazione, finiscono per commissionargli  anche l’omicidio della pianista del night-club.
Risolvendo a modo suo la questione, Frank dimostrerà di essere l’esclusivo artefice del proprio destino…



Ritenuto uno dei film più riusciti della carriera cinematografica di Jean-Pierre Melville, “Frank Costello - Faccia d’angelo” si focalizza essenzialmente sulla complessa analisi psicologica del sicario Frank ( Jeff nella versione originale ) che, proprio come un vero samurai, segue una precisa ritualità nella preparazione ed esecuzione degli omicidi che gli vengono commissionati.
A differenza del titolo inspiegabilmente scelto per la distribuzione del film nelle sale italiane, quello originale, Le samouraï per l’appunto, riassume perfettamente l’essenza di questo intrigante polar francese e, in particolar modo, del ruolo interpretato da un magistrale Alain Delon.
Nonostante la glacialità del suo sguardo, e l’essenzialità dei suoi movimenti, riesce infatti a trasmettere allo spettatore tutta la solitudine del personaggio da lui interpretato; solitudine che ne accomuna l’esistenza a quella di un samurai, come affermato dallo stesso regista nella sua citazione iniziale:  "Non esiste solitudine più profonda del samurai, se non quella della tigre nella giungla".
Il carattere minimalista della pellicola è ben sottolineato anche dall’efficace fotografia  di Henri Decaë, uno dei massimi esponenti della Nouvelle Vague, che ritrae una Parigi decisamente grigia, ma non per questo meno priva di fascino.
Accanto al mitico interprete di Frank Costello, nella pellicola che segnò l’inizio della sua fortunata collaborazione con Jean-Pierre Melville, troviamo anche una splendida Nathalie Delon ( al tempo moglie dell’attore ) nel ruolo dell’amante del moderno samurai.


Titolo: Frank Costello - Faccia d’angelo  ( Le samouraï )
Regia: Jean-Pierre Melville
Interpreti: Alain Delon, Nathalie Delon, François Périer,
Nazionalità: Francia
Anno: 1967