Mentre
si trova in prigione, dove sta scontando una pena di cinque anni, Corey ( Alain Delon ) viene informato da un secondino della sua imminente scarcerazione,
anticipata per buona condotta; allo stesso tempo, però, quest’ultimo gli prospetta
di svaligiare un’importante gioielleria di Parigi, ubicata in un elegante
palazzo di Place Vendôme; inizialmente titubante, Corey finisce però per
accettare.
Contemporaneamente
Vogel ( Gian Maria Volonté ), un altro detenuto, sta viaggiando in treno da
Marsiglia a Parigi, scortato dal commissario Mattei ( Bourvil ); durante la
notte, però, l’uomo riesce a fuggire dal finestrino del suo scompartimento,
facendo perdere le sue tracce.
Quando
poi a una stazione di servizio si nasconde furtivamente nel bagagliaio
dell’auto di Corey, che nel frattempo è uscito di prigione, quest’ultimo crede
di aver trovato in lui il complice perfetto per la rapina alla gioielleria.
Vogel
accetta di prendere parte al colpo, e propone di coinvolgere anche Jensen (
Yves Montand ), un ex poliziotto alcolizzato, ritenendo necessaria la partecipazione
di un tiratore scelto.
Sebbene
la rapina venga portata a termine con relativa facilità, lo stesso non potrà però
dirsi per la vendita della refurtiva; per i tre uomini, infatti, le cose non
andranno purtroppo come sperato…
« Buddha
prese un pezzo di gesso rosso, tracciò un cerchio e disse:
Se è scritto che due uomini, anche se non si conoscono, debbono un giorno incontrarsi, può accadere loro qualsiasi cosa e possono seguire strade diverse, ma al giorno stabilito, ineluttabilmente, essi si ritroveranno in questo "CERCHIO ROSSO"... ».
Se è scritto che due uomini, anche se non si conoscono, debbono un giorno incontrarsi, può accadere loro qualsiasi cosa e possono seguire strade diverse, ma al giorno stabilito, ineluttabilmente, essi si ritroveranno in questo "CERCHIO ROSSO"... ».
Così
ha inizio questo straordinario noir francese del 1970, con il quale Jean-Pierre Melville ha reso omaggio al capolavoro di John Huston “Giungla d’asfalto”.
Come
già apertamente dichiarato nell’incipit della pellicola, protagonista
indiscusso della vicenda è il destino che, con la sua forza inconfutabile, riesce
sempre ad intrecciare a suo piacimento i
nostri percorsi di vita; ed è esattamente quello che accade anche ai tre protagonisti
de “I senza nome”, le cui esistenze si ritrovano inaspettatamente, e
sfortunatamente, accomunate da una tragica sorte.
Dialoghi
ridotti all’essenziale, e lunghi silenzi, caratterizzano il penultimo
lungometraggio del regista francese, lasciando così ampio spazio alla bravura
nonché all’espressività di un eccezionale cast di interpreti.
Sullo
sfondo di una Parigi plumbea, Alain Delon, Gian Maria Volonté e Yves Montand si rivelano infatti semplicemente magistrali
nel dare vita ai loro rispettivi personaggi: tre uomini costantemente in bilico
tra bisogno di redenzione e desiderio di riscatto.
Titolo: I senza nome ( Le cercle rouge )
Regia: Jean-Pierre Melville
Interpreti: Alain Delon, Gian Maria Volonté, Yves
Montand, Bourvil
Nazionalità: Francia
Anno: 1970