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martedì 17 giugno 2014

“Tutti pazzi per Rose” di Régis Roinsard: una gradevolissima commedia romantica che strizza l’occhio al cinema hollywoodiano degli anni cinquanta.


Francia, fine anni cinquanta. Rose Pamphyle (Déborah  François) è la giovane figlia di un droghiere di un piccolo villaggio della Normandia.
Sebbene il suo destino sia quello di sposare un meccanico del paese, nella sua irrinunciabile aspirazione all’indipendenza, Rose decide però di trasferirsi a Lisieux, alla ricerca di un impiego come segretaria.
Si presenta quindi ad un colloquio di lavoro presso un’agenzia di assicurazioni, il cui titolare, Louis Echard (Romain Duris), rimane alquanto colpito dall’incredibile velocità con cui la ragazza riesce a dattilografare. 
Nonostante non possa vantare precedenti esperienze lavorative, Louis decide comunque di assumere Rose, a condizione che quest’ultima accetti di partecipare ad alcuni campionati di dattilografia, offrendosi  lui stesso di allenarla; a poco a poco, però, l’uomo diventerà per lei qualcosa di più di un semplice allenatore…



“Tutti pazzi per Rose”, primo lungometraggio di Régis  Roinsard, è un colorato omaggio agli anni cinquanta, nonché un realistico ritratto della condizione femminile in quell’epoca.
E’ in effetti l’insopprimibile desiderio di emancipazione di una giovane donna di provincia, con le idee ben chiare su ciò che vuole dalla vita, e con la sufficiente determinazione per ottenerlo, a muovere le file dell’intera vicenda; e la bella e brava Déborah François, uno dei più promettenti talenti dell’attuale cinema francese, riesce indubbiamente a conferire al personaggio da lei interpretato una seducente miscela di tenerezza e sensualità.
Nei panni del suo elegante datore di lavoro, nonché del rigido allenatore ai campionati di dattilografia, ritroviamo poi il poliedrico Romain Duris, che con la sua indiscutibile bravura non smette mai di sorprendere i suoi innumerevoli fans, e non solo loro.
A decretare il successo di “Tutti pazzi per Rose, ha poi indubbiamente contribuito, oltre ad una sceneggiatura caratterizzata da dialoghi decisamente frizzanti, un’accurata ricostruzione dell’epoca, ulteriormente valorizzata dalla vivace fotografia di Guillaume Schiffman, del quale abbiamo già ammirato l’incredibile estro creativo nel pluripremiato “The Artist”.
Il risultato finale è una gradevolissima commedia romantica che, per le ragioni sopra esposte, non mancherà di riportare alla mente dello spettatore le inconfondibili atmosfere delle pellicole hollywoodiane degli anni cinquanta.


Titolo: Tutti pazzi per Rose ( Populaire )
Regia: Régis Roinsard
Interpreti: Romain Duris, Déborah François, Bérénice Bejo, Shaun Benson
Nazionalità: Francia
Anno: 2012



venerdì 17 maggio 2013

“The artist” di Michel Hazanavicius: il film francese più premiato di tutti i tempi.


Nella Hollywood degli anni venti, George Valentin (Jean Dujardin) è una grande star del cinema muto, osannato sia dal pubblico che dalla critica.
In occasione della presentazione di una delle sue pellicole, l’attore viene fotografato insieme a Peppy Miller (Bérénice Bejo), una sua giovane ammiratrice, nonché aspirante attrice, che il giorno seguente George rivede sul set di un film, in cui è stata ingaggiata come comparsa.
Tra i due si sviluppa immediatamente un’ottima intesa.
Per la giovane donna questo incontro segna l’inizio di una lunga e fortunata carriera nel mondo del cinema, mentre George Valentin a poco a poco viene abbandonato da tutti, finendo sul lastrico  soprattutto dopo l’avvento del sonoro.
Alcuni anni dopo l’attrice, che non ha mai dimenticato George, decide di offrirgli il suo aiuto, ma l’uomo, per una questione di orgoglio, lo rifiuta; anzi, sempre più disperato, tenta il suicidio.
Peppy, però, non solo riuscirà a salvargli la vita, ma gli permetterà addirittura di tornare alla ribalta, facendolo recitare accanto a lei in un musical…




In un’epoca in cui le pellicole in 3D imperversano nei multiplex di tutto il mondo, decidendo di portare sul grande schermo un film in bianco e nero, e per di più muto, Michel Hazanavicius ha indubbiamente dimostrato tutta la sua genialità, nonché la sua elevata predisposizione al rischio.
L’idea di questo ambizioso e decisamente originale progetto cinematografico, è stata comunque premiata fin  dalla presentazione di “The artist” al Festival di Cannes del 2011, in occasione del quale Jean Dujardin si è addirittura aggiudicato la Palma d’oro per la migliore interpretazione maschile.
Cannes, però, è stata solamente la prima tappa di un incredibile e fortunato viaggio che, in poco meno di un anno, ha permesso a questa pellicola di fare una vera e propria incetta di premi, tra cui ben cinque statuette agli Oscar 2012.
“The artist”, che tra l’altro risulta essere il film francese più premiato di tutti i tempi, è essenzialmente un omaggio al cinema degli anni venti, di cui il regista è riuscito a far rivivere le magiche atmosfere, curando nei minimi dettagli la realizzazione tecnica della  pellicola.
Durante la sua visione, non possiamo fare a meno di riconoscere come le dinamiche dell’attuale industria cinematografica non siano poi così dissimili da quelle che all’epoca muovevano Hollywood, da sempre considerata non solo una fabbrica di sogni ma anche, purtroppo, di delusioni.
“The artist” segue per l’appunto la parabola discendente di un attore di successo, la cui popolarità viene a poco a poco eclissata dall’avvento del sonoro. Nonostante la disperazione in cui  lo vediamo lentamente sprofondare, la pellicola si conclude con un importante messaggio di solidarietà e, soprattutto, di speranza.
Affiancato da una frizzante Bérénice Bejo, Jean Dujardin è semplicemente strepitoso nel ruolo di George Valentin. La sua espressività è, in effetti, decisamente fuori dal comune; per non parlare poi della sua incredibile bravura nel numero di tip-tap che chiude magnificante il film.



Titolo: The artist ( The artist )
Regia: Michel Hazanavicius
Interpreti: Jean Dujardin, Bérénice Bejo, John Goodman, James Cromwell
Nazionalità: Francia
Anno: 2011