Tratto dal romanzo “Fool’s Gold”
della scrittrice americana Dolores Hitchens, “Band à part” è il settimo
lungometraggio del regista francese Jean-Luc Godard.
Considerata una delle pietre
miliari della Nouvelle Vague, questa
pellicola è stata più volte citata nel corso degli anni da numerosi
registi, tra cui Quentin Tarantino in “Pulp Fiction” e Bernardo Bertolucci in “The
dreamers”.
E’ la storia di una ragazza e due
ragazzi che si sviluppa in un insolito triangolo amoroso.
Odile (Anna Karina) è una
giovane e ingenua studentessa che non ha ancora conosciuto il vero amore.
Arthur (Claude Brasseur) e Franz (Samy Frey), invece, sono due spiantati legati da una profonda amicizia,
sebbene siano caratterialmente diversi e all’apparenza non abbiamo nulla in
comune, se non una grande passione per i film americani.
Nel tentativo di dare una svolta decisiva
alle loro vite, i due amici progettano
una rapina nell’abitazione della zia di Odile, situata nella periferia di
Parigi.
Poiché è lì che vive la ragazza,
Arthur e Franz decidono di coinvolgerla nella loro impresa, affinché li aiuti a
penetrare nella villa; e lei, che nel frattempo si è innamorata di Arthur, suo
malgrado accetta.
In “Bande à part” ritroviamo l’incantevole Anna Karina, all’epoca musa ispiratrice nonché compagna di Jean-Luc Godard, accanto a due grandi interpreti del calibro di Claude Brasseur e Samy Frey.
La storia si sviluppa attorno alla figura di Odile, e più
precisamente alle relazioni che vengono a crearsi tra lei e gli altri due personaggi
maschili, ciascuno dei quali mostra nei confronti della ragazza un diverso
interesse.
Mentre le riprese sono state effettuate senza seguire una tecnica ben
precisa, conformemente ai dettami della Nouvelle Vague, non si può
affermare altrettanto per quanto riguarda la modalità con cui viene narrata la
vicenda, che poggia su di una sceneggiatura ben strutturata, realizzata dallo
stesso Godard partendo da un soggetto della Hitchens.
Il regista interviene come voce fuori campo ogniqualvolta desidera
spiegare alcuni punti particolarmente salienti della storia, o nel momento in
cui ritiene opportuno esternare lo stato d’animo dei singoli personaggi che
sono coinvolti nella vicenda, e che spesso vediamo scorrazzare a bordo di una
vecchia Simca lungo le strade semideserte di una grigia Parigi dei primi anni
sessanta.
“Bande à part” è indubbiamente uno dei film più rappresentativi della
Nouvelle Vague francese, che viene spesso ricordato per due scene in
particolare.
Quella dell’irresistibile balletto di Odile, Arthur e Franz all’interno di un café;
e quella in cui il bizzarro terzetto decide di percorrere, correndo a
perdifiato, l’intero Louvre.
Molti anni dopo, e più
precisamente nel 2003, Bernardo Bertolucci decise di riprendere quest’ultima
scena nel suo “The dreamers”, ambientato
ai tempi delle contestazioni studentesche del 1968.
I tre ragazzi, interpretati
rispettivamente da Eva Green, Michael Pitt e Louis Garrel, decidono infatti di ricreare la scena della corsa vista
alcuni anni prima proprio in “Bande à part” di Jean-Luc Godard.
Titolo: Bande à part ( Bande à part )Regia: Jean-Luc Godard
Interpreti: Anna Karina, Samy Frey, Claude Brasseur
Nazionalità: Francia
Anno: 1964