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domenica 9 dicembre 2012

“Bande à part” di Jean-Luc Godard: un insolito triangolo amoroso per una delle pellicole più rappresentative della Nouvelle Vague francese.


Tratto dal romanzo “Fool’s Gold” della scrittrice americana Dolores Hitchens, “Band à part” è il settimo lungometraggio del regista francese Jean-Luc Godard.
Considerata una delle pietre miliari della Nouvelle Vague, questa pellicola è stata più volte citata nel corso degli anni da numerosi registi, tra cui Quentin Tarantino in “Pulp Fiction” e Bernardo Bertolucci in “The dreamers”.
E’ la storia di una ragazza e due ragazzi che si sviluppa in un insolito triangolo amoroso.
Odile (Anna Karina) è una giovane e ingenua studentessa che non ha ancora conosciuto il vero amore.
Arthur (Claude Brasseur) e Franz (Samy Frey), invece, sono due spiantati legati da una profonda amicizia, sebbene siano caratterialmente diversi e all’apparenza non abbiamo nulla in comune, se non una grande passione per i film americani.
Nel tentativo di dare una svolta decisiva alle loro vite, i due amici progettano una rapina nell’abitazione della zia di Odile, situata nella periferia di Parigi.
Poiché è lì che vive la ragazza, Arthur e Franz decidono di coinvolgerla nella loro impresa, affinché li aiuti a penetrare nella villa; e lei, che nel frattempo si è innamorata di Arthur, suo malgrado accetta.
Purtroppo, però, le cose non andranno come previsto…



In “Bande à part” ritroviamo l’incantevole Anna Karina, all’epoca musa ispiratrice nonché compagna di Jean-Luc Godard, accanto a due grandi interpreti del calibro di Claude Brasseur e Samy Frey.
La storia si sviluppa attorno alla figura di Odile, e più precisamente alle relazioni che vengono a crearsi tra lei e gli altri due personaggi maschili, ciascuno dei quali mostra nei confronti della ragazza un diverso interesse.
Mentre le riprese sono state effettuate senza seguire una tecnica ben precisa, conformemente ai dettami della Nouvelle Vague, non si può affermare altrettanto per quanto riguarda la modalità con cui viene narrata la vicenda, che poggia su di una sceneggiatura ben strutturata, realizzata dallo stesso Godard partendo da un soggetto della Hitchens.
Il regista interviene come voce fuori campo ogniqualvolta desidera spiegare alcuni punti particolarmente salienti della storia, o nel momento in cui ritiene opportuno esternare lo stato d’animo dei singoli personaggi che sono coinvolti nella vicenda, e che spesso vediamo scorrazzare a bordo di una vecchia Simca lungo le strade semideserte di una grigia Parigi dei primi anni sessanta.
“Bande à part” è indubbiamente uno dei film più rappresentativi della Nouvelle Vague francese, che viene spesso ricordato per due scene in particolare.
Quella dell’irresistibile balletto di Odile, Arthur e Franz all’interno di un café; e quella in cui il bizzarro terzetto decide di percorrere, correndo a perdifiato, l’intero Louvre.
Molti anni dopo, e più precisamente nel 2003, Bernardo Bertolucci decise di riprendere quest’ultima scena nel suo “The dreamers”, ambientato ai tempi delle contestazioni studentesche del 1968.
I tre ragazzi, interpretati rispettivamente da Eva Green, Michael Pitt e Louis Garrel, decidono infatti di ricreare la scena della corsa vista alcuni anni prima proprio in “Bande à part” di Jean-Luc Godard.




Titolo: Bande à part ( Bande à part )
Regia: Jean-Luc Godard
Interpreti: Anna Karina, Samy Frey, Claude Brasseur
Nazionalità: Francia
Anno: 1964