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lunedì 7 maggio 2018

“La casa sul mare” di Robert Guédiguian: quando la salvezza dell'essere umano passa attraverso l’aiuto e l’ascolto del prossimo.



A Méjean, una piccola baia nei pressi di Marsiglia, tre fratelli si ritrovano attorno al capezzale del padre malato.
C’è Angèle ( Ariane Ascaride ), un’attrice non più giovane, che nonostante siano oramai trascorsi vent’anni non ha ancora elaborato il lutto per la perdita dell’amata figlioletta, avvenuta a seguito di un tragico incidente.
Joseph ( Jean-Pierre Darroussin ), un ex-manager in crisi depressiva da quando ha perduto il lavoro, il cui rapporto con la giovane fidanzata Bérangère ( Anaïs Demoustier ) è oramai giunto al capolinea.
E infine c’è Armand ( Gérard Meylan ); dei tre, l’unico a essere rimasto a Méjean, dove continua a gestire il vecchio e modesto ristorante di famiglia.
Questa riunione forzata finisce ben presto per riportare a galla vecchi rancori e incomprensioni tra i tre fratelli, ma soprattutto spinge inevitabilmente ognuno di essi a fare un bilancio della propria vita.
L’inaspettato ritrovamento di tre bambini, miracolosamente scampati al naufragio di un’imbarcazione di migranti avvenuto sulle coste di Marsiglia, riuscirà a dare un nuovo significato alle loro esistenze?



A far da sfondo alla sua ultima pellicola presentata alla 74° Mostra del Cinema di Venezia, Robert Guédiguian  ha scelto una suggestiva villa con vista sul Mar Mediterraneo.
Nel tornare ad affrontare i temi a lui tanto cari, con “La casa sul mare” ha portato sullo schermo le intense vicende di una famiglia che da troppi anni ha perduto la sua unità, avvalendosi ancora una volta del formidabile trio d’interpreti Ascaride – Darroussin – Meylan.
Un imprevisto ritorno nei luoghi natali può essere una preziosa occasione per tentare di rinsaldare legami alla base del cui allentamento sussistono però diverse questioni ancora irrisolte; e così, al cospetto di un padre che oramai non può più consigliarli nelle loro scelte, Angèle, Joseph e Armand si chiudono nel silenzio dei loro pensieri, domandandosi al tempo stesso che ne è rimasto dei grandi ideali della loro gioventù.
Sebbene per motivi diversi, ognuno di essi sembra vivere nel rimpianto per ciò che non è stato, e la prospettiva dell’inesorabile scorrere del tempo di certo non li aiuta a modificare la propria visione del presente.
E’ solamente nel momento in cui decidono di prendersi cura dei tre minori, che i fratelli Barberini sembrano ritrovare una nuova comunione di intenti, ma soprattutto la traccia di quei valori che gli sono stati trasmessi con continuità fin dagli anni della loro infanzia e che credevano di aver perduto per sempre.
Una commossa riflessione del regista sul fatto che la salvezza di ogni essere umano  passa inevitabilmente attraverso l’aiuto e l’ascolto del prossimo.


Titolo: La casa sul mare( La villa )
Regia: Robert Guédiguian
Interpreti: Jean-Pierre Darroussin, Ariane Ascaride, Gérard Meylan, Jacques Boudet, Anaïs Demoustier
Nazionalità: Francia
Anno: 2017

domenica 19 ottobre 2014

“Il mio amico giardiniere” di Jean Becker: il delicato e struggente racconto di un’amicizia ritrovata.


Un pittore di mezz’età (Daniel Auteuil), che sta attraversando un periodo di crisi sia a livello personale che professionale, decide di assumere un giardiniere per creare un piccolo orto all’interno della sua proprietà in campagna, dove è solito rifugiarsi a dipingere durante le sue fughe da Parigi.
Con sua grande sorpresa, gli si presenta alla porta un amico di infanzia (Jean-Pierre Darroussin): un ferroviere adesso in pensione, con la passione per il giardinaggio. 
Sebbene dopo gli anni della scuola i due uomini abbiano preso strade completamente diverse, quell’incontro sarà per entrambi una preziosa occasione per vivere una seconda adolescenza…



Tratta dal romanzo di Henri Cueco, “Dialogue avec mon jardinier”, la pellicola di Jean Becker è il delicato racconto di un’amicizia ritrovata.
NeIl mio amico giardiniere” si assiste infatti all’incontro di due universi completamente differenti: da una parte, quello frenetico del pittore, fatto di serate mondane, gallerie d’arte e visite a musei, dall’altro, quello  più tranquillo del giardiniere, caratterizzato dall’amore per la natura e le piccole cose.
Nonostante i due uomini abbiano avuto esperienze di vita diverse, il loro inaspettato incontro, oltre a riaccendere l’allegra complicità che aveva caratterizzato lo loro amicizia durante gli anni dell’adolescenza, permette a ciascuno di essi di iniziare a guardare il mondo anche con gli occhi dell’altro.
Come già suggerito dal titolo dell’opera di Henri Cueco ( scelto tra l’altro anche per il titolo originale della pellicola ), il dialogo assume un ruolo fondamentale all’interno del loro rapporto; in effetti, è  il dialogo che a poco a poco li porta a confidarsi e ad aiutarsi vicendevolmente, nel tentativo di superare le loro personali afflizioni.
L’interpretazione dei due attori protagonisti risulta indubbiamente riuscita; accanto a Daniel Auteuil ( una vera garanzia del cinema francese ), troviamo un bravissimo Jean-Pierre Darroussin.
Quest’ultimo, ancora poco conosciuto dal pubblico italiano, riesce infatti a divertire e, soprattutto, a commuovere, grazie alla struggente aurea di semplicità e poesia che conferisce al proprio personaggio.


Titolo: Il mio amico giardiniere (Dialogue avec mon jardinier)
Regia: Jean Becker
Interpreti: Daniel Auteuil, Jean-Pierre Darroussin, Fanny Cottençon, Hiamm Abbass
Nazionalità: Francia
Anno: 2007



sabato 29 dicembre 2012

“Miracolo a Le Havre” di Aki Kaurismäki: una favola contemporanea fondata sulla speranza e la solidarietà.


Accolto con entusiasmo al festival di Cannes dello scorso anno, “Miracolo a Le Havre” è il secondo film girato in lingua francese da Aki Kaurismäki, dopo “Vita da Bohème” del 1992.
In questa pellicola il regista finlandese riporta sullo schermo il personaggio di Marcel Marx: l’ex scrittore bohémien interpretato dal bravissimo André Wilms.
Marcel Marx (André Wilms) è un ex scrittore bohémien trasferitosi da Parigi a Le Havre, nel nord della Francia.
Trascorre le sue giornate tra le strade di quella città, lungo le quali esercita la professione di lustrascarpe, la casa in cui abita con la moglie Arletty (Kati Outinen) e la sua cagnolina Laika, e il bar del quartiere.
Un giorno Marcel incontra per caso Idrissa (Blondin Miguel), un bambino africano arrivato clandestinamente in Francia insieme ad altri connazionali, e intenzionato a raggiungere la madre a Londra; poco dopo apprende la notizia della malattia della moglie.
Grazie all’aiuto di alcuni dei suoi vicini e soprattutto del commissario Monet (Jean-Pierre Darroussin), che finirà per mostrarsi meno inflessibile del solito, Marcel riuscirà a imbarcare Idrissa su di un peschereccio diretto in Inghilterra.
Allo stesso tempo avrà inoltre modo di appurare che, contrariamente a quanto affermato da sua moglie, i miracoli fortunatamente possono avverarsi anche nel suo quartiere…

Con “Miracolo a Le Havre” Kaurismäki ci introduce nel difficile mondo di coloro che vivono ai margini della società.
Marcel Marx è uno di loro; dopo aver definitivamente abbandonato Parigi e le proprie ambizioni di scrittore, adesso si accontenta di “sopravvivere” facendo il lustrascarpe.
Sebbene debba confrontarsi quotidianamente con il cinismo delle persone che incontra lungo le strade di Le Havre, Marcel può a ogni modo fare affidamento sull’amore della moglie Arletty, che ogni sera lo attende a casa al suo rientro dal lavoro,  e sull’amicizia di alcuni degli abitanti del suo quartiere.
Quando crede che la sua vita sia oramai destinata a scorrere monotona sullo stesso binario, ecco che la scoperta della malattia della moglie e l’incontro con un giovanissimo clandestino africano gli fanno acquisire una nuova prospettiva sulla società  che lo circonda.
Le vicende si sviluppano infatti in modo tale che siamo portati a credere, o per lo meno a sperare, che in un mondo in cui le manifestazioni di odio ed egoismo sono all’ordine del giorno, la solidarietà tra gli esseri umani esista ancora e, soprattutto, che i miracoli possano realmente accadere.
Ambientata nella “fredda” città portuale di Le Havre, la vicenda riesce ad assumere  i connotati di una fiaba contemporanea, grazie anche ad alcune scenografie dal gusto rétro che contribuiscono a rendere la storia come sospesa nel tempo.
La colorata bottega del fruttivendolo del quartiere, le lunghe baguettes protagoniste dei pranzi e delle cene di Marcel, alcune vecchie canzoni che possiamo ascoltare in sottofondo, ci permettono inoltre di assaporare un’atmosfera tipicamente francese.
André Wilms e Kati Outinen, due interpreti particolarmente cari al regista finlandese, sono impeccabili nei loro ruoli, rispettivamente di Marcel e della sua adorata consorte; mentre nei panni del ragionevole commissario Monet ritroviamo il bravissimo Jean-Pierre Darroussin, volto noto dell’attuale cinema francese.
Nella parte dell’infame vicino di casa di Marcel, ricordiamo infine Jean-Pierre Léaud: il celeberrimo attore “feticcio” di François Truffaut.



Titolo: Miracolo a Le Havre ( Le Havre )
Regia: Aki Kaurismäki
Interpreti: André Wilms, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, Blondin Miguel
Nazionalità: Francia, Finlandia, Germania
Anno: 2011