Accolto con entusiasmo al
festival di Cannes dello scorso anno, “Miracolo a Le Havre” è il secondo
film girato in lingua francese da Aki Kaurismäki, dopo “Vita da Bohème” del 1992.
In questa pellicola il regista
finlandese riporta sullo schermo il personaggio di Marcel Marx: l’ex scrittore bohémien
interpretato dal bravissimo André Wilms.
Marcel Marx (André Wilms) è un ex scrittore bohémien trasferitosi da Parigi a Le Havre, nel nord della Francia.
Trascorre le sue giornate tra le
strade di quella città, lungo le quali esercita la professione di lustrascarpe,
la casa in cui abita con la moglie Arletty (Kati Outinen) e la sua
cagnolina Laika, e il bar del quartiere.
Un giorno Marcel incontra per
caso Idrissa (Blondin Miguel), un bambino africano arrivato clandestinamente
in Francia insieme ad altri connazionali, e intenzionato a raggiungere la madre
a Londra; poco dopo apprende la notizia della malattia della moglie.
Grazie all’aiuto di alcuni dei
suoi vicini e soprattutto del commissario Monet (Jean-Pierre Darroussin),
che finirà per mostrarsi meno inflessibile del solito, Marcel riuscirà a
imbarcare Idrissa su di un peschereccio diretto in Inghilterra.
Allo stesso tempo avrà inoltre modo
di appurare che, contrariamente a quanto affermato da sua moglie, i miracoli fortunatamente possono avverarsi
anche nel suo quartiere…
Con “Miracolo a Le Havre” Kaurismäki ci introduce nel difficile mondo di coloro che vivono ai margini della società.
Marcel Marx è uno di loro; dopo
aver definitivamente abbandonato Parigi e le proprie ambizioni di scrittore, adesso
si accontenta di “sopravvivere” facendo il lustrascarpe.
Sebbene debba confrontarsi quotidianamente
con il cinismo delle persone che
incontra lungo le strade di Le Havre, Marcel può a ogni modo fare
affidamento sull’amore della moglie Arletty, che ogni sera lo attende a casa al
suo rientro dal lavoro, e sull’amicizia di
alcuni degli abitanti del suo quartiere.
Quando crede che la sua vita sia
oramai destinata a scorrere monotona sullo stesso binario, ecco che la scoperta
della malattia della moglie e l’incontro con un giovanissimo clandestino
africano gli fanno acquisire una nuova
prospettiva sulla società che lo
circonda.
Le vicende si sviluppano infatti in
modo tale che siamo portati a credere, o per lo meno a sperare, che in un mondo
in cui le manifestazioni di odio ed egoismo sono all’ordine del giorno, la
solidarietà tra gli esseri umani esista ancora e, soprattutto, che i miracoli possano realmente accadere.
Ambientata nella “fredda” città
portuale di Le Havre, la vicenda riesce ad
assumere i connotati di una fiaba
contemporanea, grazie anche ad alcune scenografie dal gusto rétro che contribuiscono a rendere la
storia come sospesa nel tempo.
La colorata bottega del
fruttivendolo del quartiere, le lunghe baguettes
protagoniste dei pranzi e delle cene di Marcel, alcune vecchie canzoni che
possiamo ascoltare in sottofondo, ci
permettono inoltre di assaporare un’atmosfera tipicamente francese.
André Wilms e Kati Outinen, due interpreti
particolarmente cari al regista finlandese, sono impeccabili nei loro ruoli,
rispettivamente di Marcel e della sua adorata consorte; mentre nei panni del
ragionevole commissario Monet ritroviamo il bravissimo Jean-Pierre Darroussin, volto noto dell’attuale cinema francese.
Nella parte dell’infame vicino di
casa di Marcel, ricordiamo infine Jean-Pierre
Léaud: il celeberrimo attore “feticcio” di François Truffaut.
Regia: Aki Kaurismäki
Interpreti: André Wilms, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, Blondin Miguel
Nazionalità: Francia, Finlandia, Germania
Anno: 2011