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mercoledì 3 aprile 2013

“Un americano a Parigi” di Vincent Minnelli: la magia di un classico che continua a far sognare.


Dopo aver combattuto in Francia durante il secondo conflitto mondiale, Jerry Mulligan (Gene Kelly) decide di rimanere a Parigi per dedicarsi alla sua grande passione: la pittura.
Qui fa la conoscenza di Adam Cook (Oscar Levant): un altro americano che tenta di sbarcare il lunario suonando il pianoforte; quest’ultimo a sua volta è molto amico di Henri Baurel (Georges Guétary), un cantante francese di successo.
Un giorno, mentre sta dipingendo lungo le strade di Montmartre, Jerry è avvicinato da Milo Roberts (Nina Foch), una ricca ereditiera, la quale, attirata dai quadri e, soprattutto, dal fascino dell’uomo, decide di diventarne la mecenate.
Quasi contemporaneamente Jerry incontra Lisa Bouvier (Leslie  Caron), la graziosa commessa di un negozio di profumeria, e se ne innamora a prima vista, senza sapere che in realtà è la fidanzata di Henri Baurel, che si è occupato di lei dalla morte dei suoi genitori.
Dopo un’iniziale riluttanza, la giovane donna sembra contraccambiare le attenzioni di Jerry.
Nel frattempo Henri, che ha ricevuto un’importante offerta da un impresario americano, chiede a Lisa di sposarlo e di seguirlo in tournée negli Stati Uniti.
Sentendosi in dovere di accettare la proposta di Henri, la ragazza comunica la propria decisione ad un incredulo Jerry; il quale, proprio nel momento in cui si sta rassegnando all’idea di dover per sempre rinunciare a lei, scoprirà invece che il destino ha in serbo ben altri progetti per loro due…


Ispirato all’omonimo poema sinfonico di George Gershwin, “Un americano a Parigi” fu girato dal grandissimo Vincent Minnelli nel periodo in cui il musical era il genere su cui i produttori di Hollywood stavano puntando maggiormente; e annovera fra i suoi interpreti un allora già affermato Gene Kelly e  una giovanissima Leslie Caron, qui al suo debutto cinematografico.
Dei 6 premi Oscar che questa pellicola è riuscita meritatamente ad aggiudicarsi, una menzione particolare spetta a quello per la migliore scenografia.
E’ in effetti una Parigi estremamente colorata quella che fa da sfondo alla storia d’amore di “Un americano a Parigi”; con una Montmartre vivacemente popolata da una miriade di artisti di ogni sorta che, all’indomani del secondo conflitto mondiale, sono in attesa della grande occasione della loro vita.
Gene Kelly, oltre ad aver interpretato il ruolo di Jerry Mulligan, ha curato anche le magnifiche coreografie di questo film.
La scena in cui lo vediamo romanticamente danzare lungo le rive della Senna al fianco della Caron, rimarrà per sempre nei cuori di tutti gli amanti del genere, e non solo; ma è soprattutto durante la lunga sequenza del balletto finale che, come per magia, lo spettatore viene avvolto in una girandola di colori e suoni, vivendo in prima persona l’atmosfera surreale di ciò che sta avvenendo nella mente di Jerry subito dopo essere stato abbandonato, seppur solo per un momento, da Lisa; e parlando di suoni, le suggestive musiche di George Gershwin hanno indubbiamente contribuito a decretare il successo di questa indimenticabile pellicola che, sebbene siano trascorsi più di sessant’anni dalla sua uscita nelle sale, continua a far sognare. 
  



Titolo: Un americano a Parigi ( An American in Paris )
Regia: Vincent Minnelli
Interpreti: Gene Kelly, Leslie Caron, Nina Foch, Oscar Levant, Georges Guétary
Nazionalità: USA
Anno: 1951

domenica 16 dicembre 2012

“Cenerentola a Parigi” di Stanley Donen: la Ville Lumière vista da Hollywood.


Sofisticata commedia musicale diretta dal regista americano Stanley Donen, “Cenerentola a Parigi” ricevette quattro nominations ai premi Oscar del 1958, senza però riuscire ad aggiudicarsene neppure uno.
Accanto a una sempre deliziosa Audrey Hepburn, ritroviamo il mitico Fred Astaire che, sebbene non più giovanissimo, anche in questa pellicola dimostrò le sue incredibili doti di ballerino.
Maggie Prescott (Kay Thompson), l’abile e autoritaria direttrice di “Quality”, una rivista di moda molto seguita dalle donne americane, è alla ricerca di un volto nuovo da lanciare sul suo giornale e, su suggerimento del fotografo Dick Avery (Fred Astaire), crede di averlo individuato in Jo Stockton (Audrey Hepburn), la timida e graziosa commessa di un negozio di libri, appassionata di filosofia.
Nonostante la sua totale avversione al mondo della moda, la ragazza accetta la proposta di Maggie e Dick di diventare una modella e di seguirli a Parigi per presentare la nuova collezione di uno stilista francese, allettata dall’idea che lì avrà la possibilità di incontrare il famoso filosofo Emile Flostre, di cui è una fervente ammiratrice.
Giunta nella capitale francese, Jo rimane immediatamente affascinata dalla magia dei servizi fotografici di cui è protagonista e, soprattutto, dalle particolari attenzioni mostratele da Dick.
La sera in cui viene presentata la collezione, però, invece di sfilare in passerella, Jo si reca a casa di  Flostre.
Nel tentativo di convincerla ad andare alla sfilata, Maggie e Dick la raggiungono, senza però riuscire nel loro intento; e dopo aver litigato con lei, l’uomo decide improvvisamente di tornare a New York.
Subito dopo essere rimasta da sola con il filosofo, Jo si rende conto però che in realtà Flostre è solamente interessato a lei; e così, dopo averlo colpito sulla testa con una statuetta, la ragazza corre alla sfilata profondamente pentita di aver respinto Dick; ma oramai, forse, è troppo tardi per rimediare…

Prendendo garbatamente in giro sia le riviste di moda che il mondo degli intellettuali, questa pellicola è un elegante omaggio del regista alla Ville Lumière: location ideale per ambientare una storia d’amore che, sebbene a tratti appaia forse fin troppo stucchevole, riesce comunque a farci respirare tutta l’atmosfera di una coloratissima Parigi della fine degli anni cinquanta.
Le suggestive musiche di Ira e George Gershwin, la sofisticata fotografia ( impeccabile sotto la supervisione di Richard Avedon, al quale è ispirato il personaggio interpretato da Fred Astaire ), gli eleganti abiti indossati da Audrey Hepburn firmati Hubert de Givenchy e, ovviamente, l’indiscutibile bravura degli interpreti principali, hanno contribuito a fare di “Cenerentola a Parigi” l’ennesima commedia musicale di successo di Stanley Donen, dopo un “Un giorno a New York” e “Sette spose per sette fratelli” ( solo per citarne alcune ).
Un veterano del calibro di Fred Astaire affianca una splendida Audrey Hepburn decisamente a proprio agio nei numeri musicali; la vediamo infatti ballare con disinvoltura e ascoltiamo cantare con la propria voce, differentemente da quanto accadde alcuni anni dopo in “My Fair Lady”.



Titolo: Cenerentola a Parigi ( Funny face )
Regia: Stanely Donen
Interpreti: Audrey Hepburn, Fred Astaire, Kay Thompson
Nazionalità: USA
Anno: 1957