Scritto e diretto da Jean-Luc Godard nel 1962, “Questa è la mia vita” si aggiudicò
quello stesso anno il premio speciale della giuria alla Mostra del Cinema di
Venezia.
Nei panni di Nana, la sfortunata protagonista di questa pellicola, troviamo la
bellissima Anna Karina, all’epoca moglie nonché musa ispiratrice del regista
francese.
Nella Parigi dei primi anni sessanta, Nana (Anna Karina) lavora in un negozio di dischi, sebbene aspiri a diventare un’attrice.
Nella Parigi dei primi anni sessanta, Nana (Anna Karina) lavora in un negozio di dischi, sebbene aspiri a diventare un’attrice.
Poiché i soldi che guadagna come
commessa non le sono mai sufficienti per arrivare a pagarsi l’affitto, la ragazza inizia a prostituirsi lungo i
marciapiedi della città; è qui che incontra Raoul (Sady Rebbot): colui che si offre di farle da protettore e che,
contemporaneamente, la introduce seriamente alla professione.
Quando Nana, che nel frattempo si è innamorata di uno dei
suoi clienti, comunica a Raoul la sua decisione di voler abbandonare quell’ambiente,
lui, che non acconsente alla sua richiesta, decide di “venderla” ad altri protettori.
Durante le trattative, a causa di
una divergenza sul prezzo, un colpo di pistola raggiunge accidentalmente Nana, ponendo così tragicamente fine alla sua
breve esistenza…
Sebbene Nana ci venga presentata da Godard in modo alquanto
frammentario, tramite l’utilizzo di 12 “quadri” ( così da lui definiti
nell’introduzione del film ), riusciamo comunque a farci un’idea sufficientemente
precisa del suo passato, delle sue personali ambizioni e, soprattutto, del suo
tragico destino.
Consapevole della propria bellezza, la giovane donna vive
costantemente in bilico tra il sogno delle allettanti luci dello spettacolo e
la realtà di un’esistenza buia in cui, per poter continuare a pagare l’affitto dell’appartamento in cui vive, è costretta a
prostituirsi.
Il personaggio interpretato dalla Karina, affascina lo spettatore con
la bellezza del suo viso, il magnetismo del suo sguardo, l’eleganza dei suoi
gesti e, al tempo stesso, lo intenerisce con la semplicità dei suoi discorsi.
In effetti, nonostante lo
squallore dell’ambiente che la circonda, Nana
riesce a conservare quella purezza d’animo che la spinge a continuare a credere
nell’amore; ma, quando pensa di averlo finalmente trovato, il progetto di dare una svolta significativa
alla propria esistenza sarà rapidamente
destinato a naufragare.
“Questa è la mia vita” prese spunto da un’inchiesta giornalistica sulla
prostituzione e, sebbene risalga agli inizi degli anni sessanta, conserva ancora
oggi una certa “attualità” proprio per la tipologia delle tematiche trattate; in
effetti, nell’epoca in cui viviamo è tutt’altro che difficile riuscire ad individuare
tante altre “Nana”, i cui sogni, però, fortunatamente non sono sempre destinati
a infrangersi in modo così tragico come quelli dell’eroina di Godard.
Per finire, una curiosità. In una
delle scene finali del film, vediamo l’auto in cui sta viaggiando Nana passare
di fronte a un cinema di Parigi in cui è in programmazione “Jules e Jim”, la celeberrima pellicola di
Francois Truffaut: un altro dei grandi
e indimenticati maestri della Nouvelle Vague francese.
Regia: Jean-Luc Godard
Interpreti: Anna Karina, Sady Rebbot, Gilles Queant, André S. Labarthe
Nazionalità: Francia
Anno: 1962