Tra il 16 e il 17 luglio del 1942, tredicimila ebrei parigini
furono arrestati dalla polizia collaborazionista francese e imprigionati in
condizioni disumane nel Vélodrome
d’Hiver, in attesa di essere destinati ai vari campi di concentramento
nazisti.
Tra i coinvolti nel
rastrellamento vi furono anche i coniugi Starzynski e la loro figlia maggiore
Sara (Mélusine Mayance), la quale, prima di lasciare la loro
abitazione, rinchiuse il fratellino Marcel in un armadio, affinché almeno lui
potesse sfuggire al raid della polizia.
Nel 2009 Julia Jarmond (Kristin Scott Thomas), una
giornalista americana sposata con un architetto francese e da anni residente a
Parigi, deve realizzare un reportage sulla drammatica vicenda del rastrellamento
del Vél d’Hiv.
Nel corso delle sue indagini la
donna verrà a conoscenza della tragedia di Sara e, inaspettatamente, scoprirà che le tristi vicende di quella
ragazzina sono drammaticamente legate a quelle della famiglia di suo marito…
Tratto dal romanzo di Tatiana de Rosnay e diretto da Gilles Paquet-Brenner, “La chiave di Sara”, insieme a “Vento di primavera” di Rose Bosch, ha
indubbiamente il merito di aver contribuito a riportare alla luce i drammatici
eventi dell’estate del 1942 legati al rastrellamento del Velodromo d’Inverno di
Parigi.
Muovendosi sullo sfondo della
tragedia della Shoah, il regista ci presenta la storia di due donne che,
sebbene vissute in epoche diverse, a poco a poco lo spettatore vede dolorosamente
intrecciarsi.
Sara, dopo essere riuscita a
fuggire dal campo di concentramento in cui era internata insieme ai suoi
genitori, non riesce a dimenticare il suo triste passato, attanagliata da un rimorso
che ne corrode lentamente l’esistenza.
Nella Parigi dei nostri giorni, un’altra
donna, la giornalista americana Julia, sta attraversando un periodo
particolarmente delicato, sia nella sfera privata ( con una gravidanza inattesa
e le conseguenti incomprensioni con il marito ) che in quella professionale.
L’indagine che sta conducendo sul
rastrellamento del Velodromo d’Inverno avvenuto durante il secondo conflitto
mondiale, la sta in effetti coinvolgendo profondamente dal punto di vista
emotivo, soprattutto dopo che, casualmente, la donna è venuta a conoscenza
della triste storia di Sara e della sua famiglia.
Proprio mentre sta cercando
di scoprire cosa sia successo a lei e al suo fratellino, i cui nominativi non compaiono
tra quelli dei deceduti nei campi di concentramento, Julia farà una terribile
scoperta, il cui oggetto, oltre a essere stato alla base del tormento interiore
di Sara, le cambierà per sempre l’esistenza, dandole allo stesso tempo la forza
di riprogrammare completamente il proprio futuro.
Nei panni della giornalista
americana ritroviamo una particolarmente intensa Kristin Scott Thomas, che
dimostra per l’ennesima volta tutta la sua incredibile bravura, mentre la
giovanissima Mélusine Mayance è semplicemente strepitosa nella parte della piccola ma estremamente coraggiosa Sara.
Il continuo alternarsi dei due
piani temporali contribuisce indubbiamente a donare dinamicità alla narrazione,
coinvolgendo emotivamente lo spettatore nella stessa e rendendolo, ancora una
volta, testimone impotente di fronte agli errori e agli orrori della storia
dell’umanità.
Titolo: La chiave di Sara ( Elle s’appelait Sarah )
Regia: Gilles Paquet-Brenner
Interpreti: Kristin Scott Thomas,
Aidan Quinn, Mélusine Mayance, Michel Duchaussoy, Frédéric Pierrot
Nazionalità: Francia
Anno: 2010
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