mercoledì 30 dicembre 2015

“Barbecue” di Eric Lavaine: una caustica riflessione sull’inesorabile scorrere del tempo e sul reale valore dell’amicizia.


E’ indubbiamente una vita di successo, quella che con gli anni Antoine ( Lambert Wilson ) è riuscito a costruirsi; in effetti ha una bella moglie ( alla quale però non sempre è fedele ), un figlio, un’ottima professione e, soprattutto, un affiatato gruppo di amici.
Grande appassionato di sport, nonostante abbia sempre seguito una stile di vita alquanto salutare, alla soglia dei 50 anni l’uomo viene colpito da infarto, dal quale riesce però fortunatamente a riprendersi.
A seguito di quell’evento, pensa quindi di rivoluzionare completamente la propria esistenza, concedendosi quei piaceri ( soprattutto a tavola ) che fino ad allora si era rigorosamente negato.
Inoltre, nel tentativo di mettere in pratica i suoi nuovi propositi, decide di iniziare a farlo proprio durante il periodo di vacanza che sta per trascorrere insieme ai suoi amici nel sud della Francia; le sue nuove idee, però, rischieranno di guastare irrimediabilmente il loro ormai consolidato rapporto…


Rifacendosi al genere della commedia corale, che tanto successo ha avuto anche in Francia in tempi recenti – basti ricordare il campione di incassi “Piccole bugie tra amici” diretto dal talentuoso Guillaume Canet – Eric Lavaine ha realizzato una gradevole pellicola, che si risolve in una caustica riflessione sull’inesorabile scorrere del tempo e sul reale valore dell’amicizia.
Girato tra Lione e gli scenari mozzafiato delle montagne del Cévennes, “Barbecue” mette in scena la crisi che un uomo di mezz’età si ritrova ad affrontare, e che finisce inevitabilmente per coinvolgere anche i suoi amici storici i quali, nel bene e nel male, sebbene per motivi differenti, vedono in lui un importante punto di riferimento.
Ad affiancare un Lambert Wilson particolarmente brillante e decisamente a suo agio nel ruolo del carismatico Antoine, troviamo il simpatico Guillaume De Tonquedec – già molto apprezzato anche dal pubblico italiano nella commedia “Cena tra amici” – e il sempre divertente Franck Dubosc.
Il barbecue a cui fa riferimento il titolo del film, non è altro che il pretesto che questo variegato gruppo di persone, appartenenti per la maggior parte all’alta borghesia francese, ha di ritrovarsi intorno a un tavolo, non solo per scherzare o trattare argomenti seri, bensì anche per affrontarsi in modo alquanto feroce, finendo poi comunque per fare la pace, come solamente i veri amici sanno fare.


Titolo: Barbecue ( Barbecue )
Regia: Eric Lavaine
Interpreti: Lambert Wilson, Franck Dubosc, Florence Foresti, Guillaume De Tonquedec
Nazionalità: Francia
Anno: 2014




sabato 12 dicembre 2015

“Trivial – Scomparsa a Deauville” di Sophie Marceau: un thriller che per atmosfere e struttura narrativa rimanda con la mente alle indimenticabili pellicole di Alfred Hitchcock.


L’agente di polizia Jacques Renard ( Christopher Lambert ) non si è ancora ripreso dalla prematura scomparsa della moglie.
Un giorno, nella sua auto, trova ad attenderlo una donna ( Sophie Marceau ) che  sembra uscita dal passato, e che lo esorta a recarsi presso la camera 401 dell’Hotel Normandie, a Deauville; sebbene inizialmente riluttante, l’uomo acconsente a fare quanto gli è stato richiesto.
Giunto sul posto, viene a sapere che il suo dipartimento sta indagando sulla scomparsa del proprietario dell’albergo – il signor Bérangère ( Robert Hossein ) – avvenuta solamente 48 ore prima.
Intrufolatosi comunque nella camera 401, scopre che la stanza è stata adibita dal signor Bérangère ad una sorta di museo in onore di Victoria Benutti, un’affascinante attrice del passato, morta in circostanze misteriose alla fine degli anni sessanta, con la quale l’uomo aveva avuto una relazione e un figlio – Camille ( Nicolas Briançon ) – che adesso ha assunto la gestione dell’hotel.
Contravvenendo agli ordini impostigli dai suoi superiori, che non lo ritengono ancora idoneo a tornare in servizio, Jacques inizia la sua indagine personale; in un crescendo di colpi di scena, riuscirà così a fare finalmente luce sull’inquietante mistero che da ormai troppo tempo avvolge le vite dei singoli componenti della famiglia Bérangère…


Alla sua terza esperienza dietro la macchina da presa, con “Trivial – Scomparsa a Deauville”, Sophie Marceau ha realizzato un intrigante thriller dal ritmo decisamente incalzante, che per atmosfere e struttura narrativa rimanda con la mente alle indimenticabili pellicole del maestro della suspense Alfred Hitchcock.
Le spiagge ventose e le suggestive scogliere del nord della Francia fanno da sfondo ad una storia sospesa tra passato e presente, il cui enigma viene sapientemente alimentato da un continuo gioco di specchi realizzato tramite l’utilizzo di eleganti flashback.
A tenere alta la tensione della vicenda contribuisce poi un Christopher  Lambert semplicemente perfetto nella parte del tormentato e adrenalinico poliziotto Jacques, magnificamente supportato dalla sempre incantevole, nonché bravissima, Sophie Marceau.
Indiscutibilmente, il personaggio da lei interpretato trasuda fascino e mistero in abbondanza; ma soprattutto, fin dalle prime scene intriga inesorabilmente lo spettatore.


Titolo: Trivial - Scomparsa a Deauville ( La disparue de Deauville )
Regia: Sophie Marceau
Interpreti: Sophie Marceau, Christopher Lambert, Nicolas Briançon, Robert Hossein
Nazionalità: Francia
Anno: 2007






sabato 28 novembre 2015

“A testa alta” di Emmanuelle Bercot: il disperato e commovente racconto di un’adolescenza difficile, grandiosamente sostenuto da uno straordinario cast di interpreti.


Malony ( Rod Paradot ) ha trascorso gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza entrando ed uscendo da istituti minorili; nel frattempo, ha comunque continuato a intrattenere un rapporto, sebbene alquanto conflittuale, con la madre Séverine ( Sara Forestier ), da sempre incapace di prendersi realmente cura dei propri figli.
Nel corso degli anni, Malony si è così ritrovato spesso di fronte alla giudice per i minori Florence Blaque ( Catherine Deneuve ), la quale di volta in volta ha dovuto decidere ciò che fosse meglio per lui.
Giunta al limite dell’esasperazione, e dovendo scegliere l’ennesimo educatore a cui affidare il ragazzo, la donna decide di assegnarlo a Yann ( Benoît Magimel ); essendo al corrente che anche quest’ultimo ha avuto un’infanzia difficile, spera infatti che almeno lui sappia come gestire le intemperanze di Malony.
Sfortunatamente, però, il giovane sembra rifiutare categoricamente qualunque tipo di aiuto gli venga offerto, rivelandosi insensibile anche all’affetto dimostratogli da Tess ( Diane Rouxel ) - l’introversa figlia di un’insegnante di uno degli istituti che lo hanno accolto - e precludendosi così ogni forma di salvezza.
Questo, però, fino a quando non accadrà qualcosa che lo porterà finalmente ad assumersi le proprie responsabilità, sebbene decisamente più grandi di lui…


Scelto come film di apertura del Festival di Cannes 2015, “A testa alta” è il disperato e commovente racconto di un’adolescenza difficile, grandiosamente sostenuto da uno straordinario cast di interpreti.
Protagonista della vicenda è il tormentato Malony, cresciuto purtroppo senza la figura di un padre con il quale rapportarsi, e con la vacillante presenza di una madre non sufficientemente responsabile per poter ricoprire il proprio ruolo di genitrice.
La diretta conseguenza di tutto ciò è un incontenibile sentimento di rabbia di cui il giovane sembra costantemente nutrirsi e che, oltre a spingerlo al compimento di atti che spesso travalicano il limite della legalità, sembra renderlo incapace di riconoscere chi realmente si interessa a lui.
L’interpretazione del giovanissimo Rod Paradot  è semplicemente straordinaria; ad affiancarlo ritroviamo, sempre con immenso piacere, una Catherine Deneuve quanto mai intensa, e un particolarmente toccante Benoît Magimel.
Nonostante la profonda disperazione che caratterizza il percorso formativo del tormentato protagonista nel corso di quasi dodici anni della sua esistenza, Emmanuelle Bercot vuole comunque lanciare un importante messaggio di speranza, nella consapevolezza che, anche contando sull’aiuto degli altri, esiste sempre una possibilità per redimersi e cambiare il proprio percorso di vita; e, fortunatamente per lui, questo è proprio ciò che accade  a Malony, che nella scena finale del film vediamo uscire “a testa alta” dal tribunale dei minori, all’apparenza decisamente più sereno e profondamente cambiato non solo negli atteggiamenti, ma anche e soprattutto nel cuore.   


Titolo: A testa alta ( La tête haute )
Regia: Emmanuelle Bercot
Interpreti: Catherine Deneuve, Benoît Magimel, Rod Paradot, Sara Forestier
Nazionalità: Francia
Anno: 2015




lunedì 16 novembre 2015

“Tutti pazzi in casa mia” di Patrice Leconte: una sottile e piacevole satira nei confronti dell’attuale borghesia francese.


Michel Leproux ( Christian Clavier ) è un affermato odontoiatra che vive insieme alla moglie Nathalie ( Carole  Bouquet ) in un lussuoso appartamento situato nel centro di Parigi.
Un sabato mattina, mentre sta curiosando tra le bancarelle di un mercatino delle pulci, con sua grande sorpresa Michel trova “Me, Myself and Idi Neil Youart: un vecchio 33 giri di musica jazz di cui era da tempo alla ricerca.
Alquanto elettrizzato per il suo fortunato acquisto, rientra immediatamente a casa con l’intenzione di dedicarsi subito al suo ascolto; purtroppo per lui, però, ciò si rivelerà  un’impresa tutt’altro che semplice.
Infatti, subito dopo aver acceso il giradischi, a turno, l’uomo verrà disturbato: dalla moglie, che freme per fargli una rivelazione sconvolgente; da una coppia di operai portoghesi, impegnati nei lavori di ristrutturazione di una stanza ma che finiscono per allagargli l’appartamento; da suo figlio, oramai trentenne ma non ancora economicamente indipendente; dalla sua amante – Elsa ( Valérie Bonneton ) - che, tormentata dal rimorso, vuol confessare a Nathalie ( di cui è amica ) la sua relazione con Michel; e infine, da un invadente vicino di casa che tenta con ogni mezzo di coinvolgerlo nella festa di condominio di cui è lo zelante organizzatore.
Così, l’ora di tranquillità che aveva erroneamente creduto di potersi ritagliare, in realtà si rivela un’ora di inferno.
Nonostante l’incredibile caos di persone che gravitano intorno a lui, riuscirà Michel  ad ascoltare finalmente il suo tanto agognato disco di musica jazz?


Adattando la pièce di Florian Zeller “Une heure de tranquillité” ( interpretata sul palco da Fabrice Luchini ), Patrice Leconte ha realizzato per il grande schermo una commedia alquanto piacevole: una sottile satira nei confronti dell’attuale borghesia, che per ritmo e registro narrativo rimanda con la mente alle vecchie farse del teatro francese.
La vicenda di “Tutti pazzi in casa mia” si sviluppa in meno di novanta minuti, durante i quali un uomo di mezza età vede stravolgersi completamente la propria esistenza, dopo essere stato coinvolto, suo malgrado, in un frenetico susseguirsi di situazioni al limite del paradossale.
Per il ruolo del protagonista - il benestante ed egocentrico Michel - il regista si è avvalso del bravo e simpatico Christian Clavier, già recentemente apprezzato anche dal pubblico italiano nel multietnico “Non sposate le mie figlie”; mentre, ad affiancarlo, troviamo un variopinto cast di interpreti, tra i quali spiccano la sempre affascinante Carole Bouquet, nonché l’almodovariana Rossy De Palma.


Titolo: Tutti pazzi in casa mia ( Une heure de tranquillité )
Regia: Patrice Leconte
Interpreti: Christian Clavier, Carole Bouquet, Valérie Bonneton, Rossy De Palma
Nazionalità: Francia
Anno: 2015



domenica 1 novembre 2015

“La legge del mercato” di Stéphane Brizé: un intenso e incisivo film di denuncia sulle regole che presiedono il difficile e spietato mondo del lavoro.


Thierry ( Vincent Lindon ) è un cinquantenne con una moglie e un figlio disabile a carico che, a seguito della perdita del precedente impiego, è ancora alla ricerca di una nuova occupazione.
Dopo aver frequentato diversi corsi di formazione, e aver presenziato a nuovi colloqui di lavoro, viene finalmente assunto in un supermercato come addetto alla prevenzione dei furti.
Grazie al suo nuovo lavoro può ricominciare a fare progetti per il futuro, per lui e la sua famiglia, riappropriandosi così di quella dignità di cui la disoccupazione sembrava averlo per sempre privato. 
Quando però, a seguito dei controlli che è tenuto ad eseguire anche sul personale del supermercato, si verificano degli episodi alquanto incresciosi, Thierry inizia inevitabilmente a chiedersi fino a che punto sia giusto svolgere lealmente le proprie mansioni, pur di far rispettare la legge…


Avvalendosi di un cast composto per la maggior parte da attori non professionisti, Stéphane Brizé ha realizzato un intenso e incisivo film di denuncia.
La legge del mercato” è in effetti un impietoso ritratto della società moderna e, in particolar modo, delle difficoltà che quotidianamente ognuno di noi incontra nel tentativo di conservare la propria occupazione, se non addirittura nella disperata ricerca di una nuova.
Vincent Lindon ci regala una magistrale prova di recitazione - per la quale è stato anche premiato con la Palma d’oro all’ultimo Festival di Cannes - con l’interpretazione di Thierry: un uomo che, non essendo più giovane, è ben consapevole di tutte le difficoltà che comporta un suo nuovo inserimento nel mondo del lavoro; un uomo che, per poter continuare a svolgere diligentemente il proprio ruolo di padre di famiglia, è costretto suo malgrado a mettere momentaneamente da parte la propria dignità, pur di tornare a lavorare.
Ma c’è un livello sotto il quale anche la dignità di Thierry non può scendere; ed è qui che si innesca il triste dilemma su cui si focalizza il significato dell’intera pellicola, il cui titolo fa inesorabilmente riferimento alle regole che, oggi più che mai, presiedono il difficile e spietato mercato del lavoro.


Titolo: La legge del mercato ( La loi du marché )
Regia: Stéphane Brizé
Interpreti: Vincent Lindon, Karine de Mirbeck, Matthieu Schaller
Nazionalità: Francia
Anno: 2015