mercoledì 30 luglio 2014

“A lady in Paris” di Ilmar Ragg: il doloroso confronto di due donne di età ed estrazione sociale diversa.


Divorziata e con due figli che studiano lontano da casa, Anne (Laine Mägi) è una estone di mezza età che si prende cura dell’anziana madre; dopo il decesso di quest’ultima, la donna riceve inaspettatamente una proposta di lavoro come badante a Parigi.
Accantonata un’iniziale riluttanza a trasferirsi dall’Estonia alla Francia, Anne decide di accettare l’incarico.
Giunta a Parigi, viene quindi accolta da Stéphane (Patrick Pineau), che la conduce immediatamente a casa dell’anziana Frida (Jeanne Moreau); la donna, anche lei di origine estone, vive in Francia dall’età di dieci anni.
A causa del carattere particolarmente difficile di quest’ultima, che rifiuta assolutamente l’idea di essere accudita, la convivenza tra le due donne non inizia sotto i migliori auspici.
A poco a poco, però, tra le due si sviluppa una sorta di amicizia, al punto che Frida finisce per rivelare ad Anne qual è il vero sentimento che la lega a Stéphane…



Ispirandosi alla vita della propria madre, Ilmar Raag porta sulla schermo la delicata, ma al tempo stesso drammatica storia di Frida, un’anziana estone che, nonostante l’età avanzata, non si rassegna all’idea di dover rinunciare per sempre all’amore di Stéphane.
Quest’ultimo, un uomo di mezz’età, e un tempo suo giovane amante, continua comunque a provare affetto e riconoscenza nei suoi confronti; per questo motivo decide quindi di affidarla alle cure di una persona che possa aiutarla nelle sue occupazioni quotidiane e, soprattutto, impedirle di tentare nuovamente il suicidio.
La sua scelta cadrà su di una connazionale di Frida: Anne; tentando di lasciarsi alle spalle un’esistenza segnata da diversi dolori, la donna si trasferisce dall’Estonia a Parigi nella speranza di potersi costruire una nuova vita proprio nella città che ha sempre desiderato visitare.
Arrivata in Francia, ad Anne sembra però che i suoi sogni siano ben presto destinati ad andare in frantumi.
In effetti, Frida è una donna estremamente capricciosa, che ha vissuto intensamente la propria vita, e che adesso cerca di dissimulare con l’arroganza la paura del tempo che scorre inesorabilmente; e  a questo riguardo, occorrerà tutta la pazienza di Anne per decidere di non tornare definitivamente nel proprio paese.
L’incontro delle due estoni permette al regista di mettere a confronto le esistenze, e i dolori, di due donne di età ed estrazione sociale diversa.
Jeanne Moreau, nella parte di Frida, riesce ancora ad emozionarci con un’altra delle sue indimenticabili interpretazioni, ma è Laine Mägi la vera rivelazione della pellicola.
In effetti, l’intensità del suo sguardo riesce perfettamente a trasmetterci lo stato d’animo di una donna desiderosa di far finalmente ripartire la propria vita in una città simbolo dell’amore per antonomasia.
A lady in Parisè un delicato omaggio del regista estone a Parigi; le lunghe passeggiate di Anne per la città sono infatti una preziosa occasione per ammirarne nuovamente i suoi famosissimi monumenti, nonché i suoi eleganti e romantici boulevard.


Titolo: A lady in Paris  ( Une estonienne à Paris )
Regia: Ilmar Raag
Interpreti: Jeanne Moreau, Laine Mägi, Patrick Pineau, Ita Ever, Fabrice Colson
Nazionalità: Francia, Belgio, Estonia
Anno: 2012




venerdì 11 luglio 2014

“Ricky – Una storia d’amore e libertà” di François Ozon: un drammatico spaccato della società proletaria, dai risvolti decisamente surreali.


Katie (Alexandra Lamy) vive insieme alla figlia Lisa (Mélusine Mayance) nella periferia parigina, dove le sue giornate trascorrono all’insegna della monotonia, tra le occupazioni domestiche ed il suo impiego di operaia in una fabbrica di prodotti chimici; questo finché un giorno, proprio sul lavoro,  la donna non incontra Paco (Sergi López).
Tra i due si accende immediatamente la passione, e dal loro amore qualche mese dopo nasce Ricky, il cui arrivo porta inevitabilmente un’ondata di felicità all’interno della nuova famiglia.
Quando Katie inizia a notare delle strane macchie rosse sulla schiena del bimbo, sospetta immediatamente che lo stesso sia vittima di maltrattamenti da parte di Paco; in conseguenza di ciò il rapporto tra i due si incrina a tal punto che l’uomo decide di andarsene di casa.
Poco tempo dopo, però, in corrispondenza di quelle stesse macchie spuntano due ali, e Ricky inizia a volare…




Tratto da un racconto della scrittrice britannica Rose Tremain, “Ricky – Una storia d’amore e libertà” si presenta inizialmente come un realistico spaccato della classe operaia, per poi virare verso il surreale, grazie anche all’ausilio di riusciti effetti speciali che permettono allo spettatore di assistere, tra l’incredulo ed il divertito, agli allegri voli del piccolo Ricky.
Nella realizzazione del suo undicesimo lungometraggio, François Ozon si è infatti dichiaratamente ispirato al cinema dei fratelli Dardenne, stemperandone però la caratteristica drammaticità con le più leggere atmosfere delle pellicole disneyane.
Nel ribadire l’inammissibilità del possesso esclusivo di un figlio da parte della propria madre, il regista pone quindi la tormentata Katie ( interpretata da un’intensa Alexandra Lamy ) nella dolorosa condizione di dover rinunciare per sempre a Ricky, permettendogli così di vivere liberamente la propria vita, pur di impedirgli di trasformarsi nell’oggetto della morbosa e interessata curiosità dei mass media.
Nonostante la sua indubbia ed estrema particolarità, “Ricky – Una storia d’amore e libertà” ci permette comunque di conoscere un altro aspetto del sempre originale regista francese, che il pubblico italiano ha già ampiamente apprezzato in pellicole del calibro di  “8 donne e un mistero” e “Swimming pool”.


Titolo: Ricky – Una storia d’amore e libertà  ( Ricky )
Regia: François Ozon
Interpreti: Alexandra Lamy, Sergi Lopez, Mélusine Mayance
Nazionalità: Francia, Italia
Anno: 2009