domenica 25 agosto 2013

“Delitto in pieno sole” di René Clément: il talento di Monsieur Delon.


Philippe Greenleaf (Maurice Ronet) è un giovane americano che sta trascorrendo un lungo periodo di vacanza a Mongibello insieme alla fidanzata Marge (Marie  Laforêt), sperperando il denaro del padre; per questo motivo, dietro a una lauta ricompensa il ricco genitore propone allo spiantato Tom Ripley (Alain Delon) di recarsi in Italia per convincere il figlio a rientrare in America.
Inizialmente quest’ultimo sembra propenso ad acconsentire alla richiesta del padre; quando però, durante una gita in barca, Tom capisce che il giovane non ha nessuna intenzione di abbandonare il suo attuale stile di vita e di mettere la testa a posto,  vedendo così sfumare la possibilità di intascare la ricompensa promessagli dal signor Greenleaf, decide di uccidere Philippe.
Da quel momento in poi, nel tentativo di impossessarsi di tutti i suoi beni, Tom ne assume l’identità e, contemporaneamente, per giustificarne l’improvvisa scomparsa, comunica a Marge che il suo fidanzato ha deciso di allontanarsi da Mongibello per prendersi una pausa di riflessione.
Nonostante l’incredibile abilità di Tom nel falsificare firme e inventare storie, le cose non andranno però come da lui sperato…

Tratto dal romanzo “Il talento di Mr. Ripley” di Patricia Highsmith, e diretto da Réné Clément,  “Delitto in pieno sole” è il film che ha segnato la grande svolta nella carriera cinematografica di Alain Delon.
Partendo dall’adattamento del romanzo della Highsmith effettuato da Paul Gégauff, il regista francese è riuscito a realizzare un’elegante pellicola carica di tensione, sullo sfondo di una colorata Italia della fine degli anni cinquanta.
Tra le interpretazioni dei tre attori principali spicca senza alcun dubbio quella di un ancora giovanissimo Alain Delon, il quale ha dato prova della sua innegabile bravura nei panni di un personaggio così complesso e, proprio per questo, affascinante come Tom Ripley.
Delon, infatti, sembra decisamente a proprio agio nel dare vita ad un insospettabile psicopatico che commette efferati omicidi con incredibile cinismo e sangue freddo.
“Delitto in pieno sole”, di cui nel 1999 Anthony Minghella ha realizzato un patinato remake con Matt Demon nei panni di Ripley, dopo essere stato oggetto di un accurato restauro, è stato presentato alla vigilia della serata conclusiva del Festival di Cannes di quest’anno, rendendo contemporaneamente omaggio ad Alain Delon: vero e proprio mito del cinema francese e non solo.
Per finire, una curiosità: nelle scene inziali ambientate a Roma, possiamo ammirare in un piccolo cameo una giovanissima e bellissima Romy Schneider.




Titolo: Delitto in pieno sole ( Plein soleil )
Regia: René Clément
Interpreti: Alain Delon, Maurice Ronet, Marie Laforêt 
Nazionalità: Francia
Anno: 1960


sabato 17 agosto 2013

“Chef” di Daniel Cohen: l’infallibile ricetta di un successo internazionale.


Jacky Bonnot (Michaël Youn) è un giovane cuoco la cui passione per la buona cucina lo porta a prestare un’attenzione quasi maniacale ai piatti da lui preparati per i vari bistrot di Parigi, dai quali, proprio per questo motivo, viene puntualmente licenziato.
Poiché la sua compagna sta per dare alla luce un bambino, e dovendo quindi garantire un futuro alla sua famiglia, Jacky decide di accettare un posto di imbianchino presso una casa di riposo, senza però poter fare a meno di dispensare i suoi consigli anche ai cuochi di quella struttura;  ed è proprio all’interno di quella residenza per anziani che Jacky ha l’occasione di farsi notare da Alexandre Lagarde (Jean Reno): il famosissimo chef francese di cui lui è un grandissimo ammiratore.
In profonda crisi di ispirazione, l’uomo rischia di essere licenziato dal proprietario del ristorante presso cui lavora e, proprio per evitare che ciò accada, decide di chiedere aiuto a Jacky.
Grazie alla preziosa collaborazione del giovane cuoco, e dopo una serie di divertenti peripezie, alla fine Alexandre riuscirà ad avere la meglio sul proprio datore di lavoro ma, soprattutto, lancerà Jacky nel firmamento dei grandi chef.




Inserendosi nel già ben collaudato filone della cinematografia culinaria, lo scorso anno Daniel Cohen ha realizzato per il grande schermo una gradevole commedia che ha il merito di divertire lo spettatore con estremo garbo e semplicità.
La sceneggiatura di “Chef”, sebbene non particolarmente elaborata, ha in effetti il pregio di poggiare su valori universalmente riconosciuti come l’amicizia, l’amore e la famiglia, che da sempre riescono a fare presa sul grande pubblico.
Se poi aggiungiamo anche il fortunato connubio che si è creato sullo schermo tra un mostro sacro del cinema francese come Jean Reno e il ben più giovane Michaël Youn ( attore molto noto in Francia), arriviamo facilmente a comprendere il meritato successo internazionale di questa pellicola.
“Chef”, oltre a divertire lo spettatore con le simpatiche gag inscenate dai due protagonisti, ne allieta la vista con la preparazione di alcuni dei più elaborati piatti della nouvelle cuisine, presentati sullo sfondo di eleganti locations.
Le gradevoli melodie della colonna sonora composta dal grande Nicola Piovano, oltre a conferire un innegabile valore aggiunto alla pellicola di Cohen, riescono a sottolineare con eleganza e leggerezza la diffusa atmosfera di buoni sentimenti che percepiamo durante la sua visione.




Titolo: Chef ( Comme un chef )
Regia: Daniel Cohen
Interpreti: Jean Reno, Michaël Youn, Raphaëlle Agogué, Julien Boisselier, Salomé Stévenin. 
Nazionalità: Francia, Spagna                  
Anno: 2012


sabato 10 agosto 2013

“Adorabili amiche” di Benoît Pétré: una commedia agrodolce all’insegna della solidarietà femminile.


Nelly (Jane Birkin), Gabrielle (Caroline Cellier) e Chantal (Catherine Jacob) sono tre cinquantenni francesi deluse dalla vita.
Inaspettatamente, un giorno ricevono per posta l’invito al matrimonio di Philippe (Thierry  Lhermitte): l’uomo con il quale in passato ognuna di loro ha avuto una relazione, seppure a vario titolo.
Decidono quindi di mettersi in viaggio a bordo di una vecchia auto per raggiungere La Rochelle, sulla costa Atlantica, dove verrà celebrata la cerimonia.
E’ un viaggio estremamente movimentato quello che le aspetta; al termine del quale riusciranno però a chiudere definitivamente i conti con il passato e, soprattutto, a riprogrammare il loro futuro…

Diretto nel 2010 dall’attore, nonché sceneggiatore, Benoît Pétré, “Adorabili amiche” è un divertente road-movie in salsa francese che narra la storia di tre donne non più giovanissime; ciascuna delle quali, nel quotidiano, si ritrova costretta a fare i conti con gli errori del passato e, soprattutto, con il rimpianto di non essere riuscita a realizzare i propri sogni.
Nelly è un’insegnante di inglese, apparentemente morigerata, che non è ancora riuscita a lasciarsi definitivamente alle spalle il suo matrimonio.
Chantal, invece, è l’improbabile promoter di un supermercato; ha un marito che la tradisce e una figlia con la quale vive un rapporto estremamente conflittuale; e poi c’è Gabrielle:  avvenente single di mezza età, sempre alla ricerca di facili avventure.
Tre cinquantenni ad un punto morto delle loro esistenze; deluse dalle esperienze del passato e, allo stesso tempo, incapaci di guardare al futuro con nuovo slancio e speranza.
L’inaspettato invito al matrimonio di un loro ex, le spingerà comunque ad avventurarsi lungo le strade della Francia; ognuna di loro animata dai ricordi e, soprattutto, dalla curiosità di scoprire chi è la misteriosa donna che Philippe ha deciso di sposare.
Il viaggio è costellato da una serie di divertenti peripezie, sebbene il regista non lesini momenti di spiccata malinconia ( come nella scena in cui Chantal rivela a Gabrielle il suo doloroso segreto e come lo stesso stia condizionando la sua vita di donna e di moglie ) che conferiscono alla pellicola un tono decisamente agrodolce.
Sebbene inizialmente il rapporto tra le tre donne non ci appaia dei più idilliaci, in quanto screziato da vecchi rancori e sciocche rivalità, dalla loro convivenza forzata si svilupperà però una forte solidarietà femminile, che le porterà, subito dopo aver presenziato al matrimonio di Philippe, a rendersi definitivamente conto di aver attribuito troppa importanza a quell’uomo  e, soprattutto, a riprendere in mano le redini della propria vita con un nuovo spirito.
Jane Birkin, Caroline CellierCatherine Jacob dimostrano tutta la loro indiscutibile bravura, non solo nel divertire lo spettatore ma anche nel riuscire a fargli comprendere la fastidiosa malinconia che pervade l’esistenza del personaggio da ciascuna interpretato.
Adorabili amiche” è indubbiamente una gradevole pellicola che parla prettamente di donne, ma non per questo  destinata  esclusivamente ad un pubblico femminile.




Titolo: Adorabili amiche ( Thelma, Louise et Chantal )
Regia: Benoît Pétré
Interpreti: Jane Birkin, Caroline Cellier, Catherine Jacob, Thierry Lhermitte.
Nazionalità: Francia
Anno: 2010


sabato 3 agosto 2013

“L’amore fugge” di François Truffaut: il geniale epilogo di una delle più famose saghe del cinema.


Dopo dieci anni di matrimonio, Antoine (Jean-Pierre Léaud) e Christine (Claude Jade) decidono di divorziare amichevolmente.
Lui, nel frattempo, ha intrapreso una relazione con Sabine (Dorothée), la graziosa commessa di un negozio di dischi, di cui si è invaghito subito dopo averne visto una foto.
Un giorno, mentre sta accompagnando il figlio Alphonse alla stazione, Antoine rivede Colette (Marie-France Pisier): il suo grande amore di gioventù che adesso svolge la professione di avvocato e che, dopo avere intravisto lo stesso Antoine fuori del tribunale il giorno del divorzio, ha iniziato a leggere il suo romanzo autobiografico, “Le insalate dell’amore”.
L’uomo decide così di seguirla, ma ben presto si renderà definitivamente conto che il suo destino non è quello di viverle accanto


Dopo averci fatto assistere alla sua prima vera crisi matrimoniale in “Non drammatizziamo… è solo questione di corna!”, nel 1978 il regista decise di riportare sullo schermo, per la quinta e ultima volta, il personaggio di Antoine Doinel.
Nonostante abbia ormai oltrepassato la trentina, il simpatico alter-ego di François Truffaut sembra non aver ancora raggiunto una piena maturità, soprattutto affettiva.
Dopo aver provato la gioia della paternità, pubblicato un romanzo autobiografico, e cambiato lavoro per l’ennesima volta, Antoine si prepara ad aggiungere un altro importante tassello alla sua già travagliata esistenza: il divorzio da Christine; per di più, il rapporto con Sabine, la sua nuova compagna, non ci appare dei più idilliaci.
L’inaspettato incontro con Colette, poi, contribuisce a rendere ulteriormente instabile il suo equilibrio.
Ne “L’amore fugge”, con cui Truffaut ha concluso la fortunata saga del personaggio da lui creato, riusciamo a percepire una sottile vena di malinconia per gli anni oramai trascorsi, ma anche, e soprattutto, l’augurio che Antoine riesca finalmente a trovare la sua stabilità emotiva.
La lettura da parte di Colette del suo romanzo autobiografico è il geniale pretesto escogitato dal regista per far rivivere allo spettatore alcuni momenti salienti della vita del protagonista, dagli anni della sua tribolata adolescenza al raggiungimento dell’età adulta; a questo proposito Truffaut è riuscito a inserire magistralmente tra le nuove scene che appartengono al presente, alcuni spezzoni  della “saga Doinel” e di altre sue opere, tra cui il pluripremiato “Effetto notte”.
Ancora una volta, Jean-Pierre Léaud riesce a farci divertire ed emozionare con l’imprevedibilità che contraddistingue il personaggio da lui interpreto; e, nonostante nel corso degli anni abbia indiscutibilmente raggiunto la sua piena maturità artistica, verrà per sempre ricordato da tutti gli amanti del cinema francese, e non solo, per quell’ultima e struggente inquadratura de “I quattrocento colpi”. 




Titolo: L’amore fugge ( L’amour en fuite )
Regia: François Truffaut
Interpreti: Jean-Pierre Léaud, Claude Jade, Marie-France Pisier, Dani, Dorothée.
Nazionalità: Francia                  
Anno: 1978