martedì 7 agosto 2012

“Un cuore in inverno” di Claude Sautet: negli imperscrutabili meandri dell’animo umano.


E’ uno degli ultimi capolavori del grande regista francese Claude Sautet, la pellicola che vorrei consigliarvi con la cartolina dalla Francia di oggi.
Un cuore in inverno” riscosse in effetti un grandissimo successo, sia di critica che di pubblico, in tutta Europa; e, tra i numerosi riconoscimenti ottenuti, vorrei ricordare in particolare il Leone d’argento assegnato, a Venezia, proprio alla regia di Sautet.
Maxime (André Dussollier) e Stéphane (Daniel Auteuil) sono due liutai, soci in affari e uniti da un lungo e profondo legame di amicizia fin dagli anni in cui frequentavano il conservatorio.
Mentre Maxime è un tipo estroverso, che cura gli interessi dei clienti come se fossero dei veri e propri pazienti, Stéphane, che svolge il proprio lavoro con una dedizione quasi maniacale, ha un carattere diametralmente opposto a quello dell’amico.
Maxime vive felicemente una storia d'amore con Camille (Emmanuelle Béart), una giovane e bella violinista; e quando decide di comunicarlo a Stéphane, scatta in quest’ultimo uno strano meccanismo, che lo porta a sedurre la donna dell’amico.
Stéphane riesce nel suo intento e, sebbene nel frattempo anche lui si sia innamorato di Camille, inspiegabilmente decide di tirarsi  indietro. Ma oramai l’amicizia con Maxime è per sempre compromessa…


Un cuore in inverno” affronta con eleganza e delicatezza la complessità dell’animo umano, con i suoi limiti, le sue contraddizioni e le sue paure.
Maxime presenta a Stéphane, l’uomo a cui è legato da un consolidato rapporto di amicizia, Camille, una violinista di cui si è innamorato e con la quale medita di andare a vivere insieme; ed ecco che,  da una situazione che di per sé non ha nulla di straordinario, si sviluppa però qualcosa di decisamente insolito.
Stéphane, infatti, decide di sedurla, dimostrandosi interessato al suo lavoro e dandole consigli su come migliorare le performances del suo violino.
Camille, da parte sua, inizia a sentirsi sempre più attratta da quell’uomo, al quale pensa con sempre maggior frequenza nel corso delle sue giornate.
Maxime, al quale Camille decide di rivelare ciò che le sta capitando, è convinto che anche l’amico sia attratto da lei.
Però, quando Camille si dichiara a Stéphane, lui la respinge, dicendole di averla sedotta solo per puro divertimento, poiché non prova nulla per lei.
Camille però non crede alle parole di Stéphane; non può avere frainteso le sue intenzioni e, soprattutto, i suoi sguardi così eloquenti; e nel tentativo di provocare una sua reazione, arriva perfino ad affrontarlo verbalmente in modo piuttosto violento.
Tutto ciò, però, sembra lasciare completamente indifferente Stéphane, il quale sostiene di non essere in grado di provare quei sentimenti di cui lei, al contrario, lo ritiene capace.
E’ un’attenta analisi psicologica quella affrontata da Sautet nella penultima pellicola della sua carriera cinematografica.
Sebbene non si contraddistingua per il ritmo, “Un cuore in inverno” si regge indubbiamente sulla forza dei dialoghi, nonché sulle interpretazioni dei singoli attori.
In effetti, anche per la realizzazione di questo suo ennesimo capolavoro, il regista si è avvalso di un cast eccelso; a partire dall’impareggiabile Daniel Auteuil, i cui sguardi risultano più eloquenti delle parole.
Emmanuelle Béart, poi, è semplicemente stupenda nel ruolo della violinista combattuta tra l’amore per i due uomini; mentre André Dussollier, nella parte dell’estroverso Maxime, si riconferma come uno dei migliori attori francesi della sua generazione.
Un ruolo fondamentale nella narrazione della vicenda, ambientata in una Parigi contemporanea, è infine svolto dalla musica di Maurice Ravel, che riesce a sottolineare alla perfezione la  drammaticità della pellicola.



Titolo: Un cuore in inverno ( Un coeur en hiver )
Regia: Claude Sautet
Interpreti : André Dussollier, Daniel Auteuil, Emmanuelle Béart
Nazionalità : Francia
Anno : 1992


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