sabato 30 giugno 2012

“Piace a troppi” di Roger Vadim: la sensualità di Brigitte Bardot e il fascino della Saint-Tropez degli anni cinquanta.


Con la cartolina dalla Francia di oggi “voliamo” in Costa Azzurra, e più precisamente a Saint-Tropez, dove nel 1956 Roger Vadim diresse Brigitte Bardot in “Piace a troppi”: la pellicola che segnò la nascita del mito di B.B.
Dopo aver trascorso la propria infanzia in un orfanotrofio, Juliette (Brigitte Bardot) va a vivere a Saint-Tropez, ospitata dai signori Morin.
A causa della sua bellezza, ingenua ma allo stesso tempo sensuale, si renderà protagonista di un’estate bollente, al termine della quale, sebbene consapevole del fascino che riesce a esercitare sugli abitanti del piccolo villaggio in cui vive,  conoscerà anche lei l’amaro sapore della delusione.
In particolare, si ritroverà ad essere corteggiata contemporaneamente da tre uomini: il timido Michel (Jean-Louis  Trintignant), l’intraprendente Antoine (Christian Marquand), fratello di Michel, e il maturo signor Carradine (Curd Jürgens), il ricco proprietario di un night-club.
Nel corso di quell’estate si sposerà con Michel, lo tradirà poco dopo con Antoine, mentre si negherà al signor Carradine.
Tuttavia è proprio di Michel che alla fine si scoprirà innamorata…


“Piace a troppi”, il cui titolo originale in francese recita “Et Dieu créa la femme”, viene ricordato nella storia del cinema, più che per l’originalità della sceneggiatura, per aver lanciato a livello internazionale il mito di Brigitte Bardot.
Grazie a questa pellicola, oltre a lei divennero famosi Jean-Louis Trintignant, uno dei protagonisti maschili, e lo stesso Vadim, marito della Bardot, dalla quale divorziò l’anno successivo all’uscita del film.
“Piace a troppi” giocò inoltre un ruolo fondamentale per Saint-Tropez che, da sconosciuto villaggio di pescatori quale era ai tempi delle riprese del film, si trasformò a partire dai primi anni sessanta in una località turistica rinomata a livello internazionale.
La stessa Bardot vi acquistò una villa dalle parti della Plage des Canebiers, la leggendaria La Madrague,  teatro di innumerevoli feste a cui era solito partecipare il jet-set internazionale dell’epoca.
Il film riscosse un incredibile successo soprattutto in Francia e negli Stati Uniti, per aver saputo affrontare temi particolarmente sentiti dalla società di quegli anni, come l’emancipazione femminile e la libertà sessuale, sollevando allo stesso tempo un enorme scandalo. Particolarmente famosa è la scena al “Bar des Amis”, dove Brigitte Bardot si lancia, ubriaca, in una  scatenata danza sotto gli sguardi  “attoniti” degli uomini presenti nella sala.
La fotografia di “Piace a troppi” ci regala l’immagine-ricordo di una Saint-Tropez da favola, dove la vita degli abitanti del villaggio scorrerebbe nell’assoluta tranquillità e monotonia se non fosse per lo scompiglio creato dalla sensuale presenza di Juliette.
Se questo film vi incuriosisce, vi consiglio allora di guardarne subito il trailer che trovate qui di seguito.
Vi auguro una buona visione, e vi aspetto come al solito su questo blog per scoprire insieme a voi altre suggestive locations, con le prossime cartoline dalla Francia.



Titolo: Piace a troppi ( Et Dieu créa la femme )
Regia: Roger Vadim
Interpreti : Brigitte Bardot, Christian Marquand, Jean-Louis Trintignant, Curd Jürgens
Nazionalità : Francia
Anno : 1956



lunedì 25 giugno 2012

“Potiche – La bella statuina” di François Ozon: una divertente storia di emancipazione femminile nella Francia degli anni settanta.


Oggi facciamo un salto indietro nel tempo, e più precisamente nella Francia della fine degli anni settanta, per parlare di “Potiche – La bella statuina”: la divertente commedia diretta da François   Ozon nel 2010 e interpretata, tra gli altri, da Catherine Deneuve, inimitabile icona del cinema francese. 
Francia 1977. Suzanne Michonneau (Catherine Deneuve) è una donna borghese che il  marito, Robert Pujol (Fabrice Luchini), titolare di una fabbrica di ombrelli, ha relegato a una monotona vita domestica e al riduttivo ruolo di “trofeo” da esibire.
L’uomo gestisce la propria azienda in modo dispotico, fino a quando gli operai, stanchi delle sue continue vessazioni, non entrano in sciopero e decidono di sequestrarlo.
Maurice Babin (Gérard Depardieu), un deputato comunista con il quale venticinque anni prima Suzanne aveva avuto una brevissima storia d’amore, nel tentativo di allentare la tensione nei rapporti con il personale dipendente, le consiglia di prendere il posto del marito ( che nel frattempo ha avuto un attacco di cuore ) nella direzione della fabbrica.
Inizialmente titubante, Suzanne decide di seguire il consiglio di Babin, riuscendo così a risollevare le sorti dell’azienda e, al tempo stesso, a dimostrare di essere una donna competente, dotata di capacità di azione e quindi non solamente una “bella statuina”.
In questa sua nuova veste di imprenditrice è appoggiata dai due figli: Joëlle (Judith Godrèche) e Laurent (Jérémie Renier), e dal signor Babin che, dopo tanti anni, si sente nuovamente attratto da Suzanne e ricomincia a corteggiarla.
Quando però il marito, terminato il periodo di riposo “forzato”, torna in azienda per riassumerne il comando, le cose per Suzanne iniziano a complicarsi…


Nella lingua francese il termine “potiche” individua un grosso vaso di scarso valore che ha l’unica funzione di arredare.
Con questa divertentissima commedia, ambientata nella cittadina immaginaria di Sainte-Gudule, nei pressi di Saint-Amand-les-Eaux ( nella regione del Nord-Pas de Calais ), ma interamente girata in Belgio, Ozon è riuscito a riportare sullo schermo, dai tempi de “L’ultimo metro” di François Truffaut, la coppia Deneuve-Depardieu.
Tratto dalla pièce teatrale del 1983 di Barillet e Grédy, “Potiche” è essenzialmente una storia di emancipazione femminile in una Francia della fine degli anni settanta di stampo ancora piuttosto maschilista, nella quale il personaggio interpretato dalla Deneuve si trasforma inaspettatamente da semplice “oggetto” decorativo  in un’abile  manager di successo.
A contendersi la scena con una Deneuve ancora in splendida forma, ci sono l’impareggiabile Gérard Depardieu ( decisamente “appesantito” dai tempi de “L’ultimo metro” ) e il bravissimo Fabrice Luchini ( recentemente visto sugli schermi italiani nella pellicola “Le donne del 6°piano” ) nel ruolo, rispettivamente, del sostenitore e del detrattore dell’operato di Suzanne Michonneau.
Una menzione particolare spetta inoltre all’attrice Karin Viard, per la sua interpretazione di Nadège, la segretaria-amante di Robert Pujol che durante il film diventa la fedele e attiva collaboratrice di Suzanne.
Grazie all’eccellente fotografia, all’accuratezza delle scenografie e dei costumi, nonché all’effetto “nostalgia” provocato dalle canzoni che fanno parte della colonna sonora, François Ozon riesce con naturalezza a farci rivivere le atmosfere tipiche della fine degli anni settanta; e già guardando il trailer del film ne potete avere  la conferma.
Come di consueto,  vi aspetto su questo blog con un’altra cartolina dalla Francia e, ovviamente, vi auguro buon divertimento con la visione di “Potiche”.




Titolo: Potiche – La bella statuina ( Potiche )
Regia: François Ozon
Interpreti : Catherine Deneuve, Gérard Depardieu, Fabrice Luchini, Judith Godrèche, Jérémie Renier, Karin Viard
Nazionalità : Francia
Anno : 2010


giovedì 21 giugno 2012

“Un po’ per caso, un po’ per desiderio” di Danièle Thompson: alla scoperta del quartiere parigino di Avenue Montaigne.


La cartolina dalla Francia di oggi arriva da Parigi, e più precisamente dal quartiere di Avenue Montaigne dove, nel 2006, la regista Danièle Thompson girò "Un po' per caso, un po' per desiderio": una commedia corale sui desideri e le debolezze del genere umano. 
Jessica (Cécile De France), una ragazza orfana cresciuta con la nonna, arriva a Parigi dalla Borgogna alla ricerca di un impiego.
Sebbene non abbia alcuna esperienza lavorativa specifica, si propone presso diversi esercizi commerciali, fino a quando non viene assunta in prova dal gestore del Bar des Théâtres, nel lussuoso quartiere di Avenue Montaigne, in vista di un’importante serata, durante la quale avranno contemporaneamente luogo il concerto di un famoso pianista, la prima di una commedia teatrale e un’asta.
Claudie, la portinaia del Théâtre des Champs-Élysées che a giorni andrà in pensione, la ospita per la notte nel suo piccolo appartamento, dandole così la possibilità di entrare in contatto con il mondo dello spettacolo.
E’ qui, infatti, che Jessica conosce Catherine (Valérie Lemercier ), un’attrice di soap opera, al momento impegnata a teatro nelle prove di una commedia di Georges Feydeau, la cui vera aspirazione, però, è di lavorare nel cinema.
Conosce inoltre Jean-François Lefort ( Albert Dupontel ), un famoso pianista stancatosi della sua invidiabile carriera internazionale, il cui unico desiderio è quello di esibirsi nelle scuole e negli ospedali. Ha una moglie, Valentine ( Laura Morante ), che non appoggia assolutamente la sua intenzione di abbandonare le scene e che, per questo motivo, medita di lasciarlo.
Vi è infine Jacques ( Claude Brasseur ), un ricco e anziano vedovo, fidanzato con una donna giovane e bellissima, il quale sta organizzando un’asta per mettere in vendita la sua incredibile collezione di opere d’arte. Ha un figlio, Frédéric, con il quale è in conflitto.
Jessica entra in confidenza con quest’ultimo, e con la semplicità e la schiettezza che la contraddistinguono riesce non solo a ridargli fiducia nella vita, ma anche a farlo riavvicinare al padre.
Nel frattempo Catherine convince un importante regista di Hollywood ( Sidney Pollack ) a scritturarla nel suo prossimo film, mentre Jean-François abbandona la sua carriera di pianista evitando, però, di compromettere il suo matrimonio. E a Jessica, sempre disponibile ad ascoltare e consigliare gli altri, cosa avrà invece riservato il destino?


“Un po’ per caso, un po’ per desiderio” è stato ambientato nel quartiere parigino di Avenue Montaigne, rinomato per i teatri, le sale da concerto, le gallerie d’arte e gli hotel a cinque stelle.
All’epoca in cui venne girata la pellicola, nel quartiere si trovava anche il Bar des Théâtres, la famosa brasserie che nel gennaio del 2011 si è trasferita in Rue Jean Goujon, a due passi dal Pont de l’Alma e non molto distante dai teatri che l’hanno resa celebre; ed è proprio al Bar des Théâtres che si incrociano le storie dei singoli personaggi che ci vengono presentati dalla regista, e con i quali entra casualmente in contatto Jessica, la nuova cameriera della brasserie.
A poco a poco quest’ultima viene a conoscenza dei loro desideri e delle loro debolezze, cercando allo stesso tempo di portare, con i propri consigli, un po’ di luminosità e ottimismo nelle vite di ognuno di essi. 
Grazie alla pellicola di Danièle Thompson, abbiamo la possibilità di entrare in un quartiere della capitale francese non propriamente turistico, ma comunque in grado di affascinare tutti coloro che, visitando Parigi, sono alla ricerca dei suoi angoli più eleganti ed esclusivi.
Lodevoli le interpretazioni dell’intero cast, prettamente francese, del quale fanno parte anche il regista americano Sidney Pollack e la "nostra" bravissima Laura Morante nel ruolo della moglie-manager del pianista.
A regalare un ulteriore tocco di magia a questa pellicola contribuisce indubbiamente la colonna sonora di Nicola Piovani ( Premio Oscar nel 1999 per “La vita è bella” ) che potete ascoltare anche durante la visione del trailer di “Un po’ per caso, un po’ per desiderio”.
Prima di lasciarvi quindi alle eleganti atmosfere del quartiere di Avenue Montaigne, rinnovo come di consueto il mio invito su questo blog per la prossima cartolina dalla Francia. A presto! 



Titolo: Un po’ per caso, un po’ per desiderio (Fauteuils d'orchestre )
Regia: Danièle Thompson
Interpreti : Cécile De France, Valérie Lemercier, Claude Brasseur, Laura Morante, Sidney Pollack
Nazionalità : Francia
Anno : 2006

sabato 16 giugno 2012

“French kiss” di Lawrence Kasdan: all’inseguimento dell'amore perduto.


Il film che vi propongo con la cartolina di oggi è “French kiss", diretto nel 1995 da Lawrence Kasdan, e interpreto da Meg Ryan e dal bravissimo Kevin Kline. E’ una commedia romantica, la cui visione consiglio a tutti coloro che desiderino trascorrere una piacevole serata,  percorrendo in assoluto relax la Francia, da Parigi a Cannes.
Kate (Meg Ryan) è un’ex-americana, in attesa di ottenere la cittadinanza canadese e in procinto di sposarsi con Charlie (Timothy Hutton). Quando quest’ultimo si reca a Parigi per motivi di lavoro, incontra Juliette: una bellissima ragazza francese di cui si innamora. Con una semplice telefonata comunica quindi a Kate la sua intenzione di non  tornare più in Canada e, soprattutto, di voler rompere il proprio fidanzamento con lei. Kate, disperata ma al tempo stesso determinata a riconquistare l’amore di Charlie, decide di partire per Parigi, nonostante la sua paura degli aerei.
Durante il volo incontra Luc (Kevin Kline), un ladro professionista che sta cercando di trafugare dal Canada una piantina di vite e una  collana di diamanti, e che, con il ricavato dalla vendita di quest’ultima, intende acquistare un terreno da destinare a vigneto. Arrivati all’aeroporto di Parigi, Luc nasconde la refurtiva nella borsa di Kate, così da evitare di essere fermato dagli agenti della dogana. Si offre inoltre di accompagnarla lui stesso all’albergo dove alloggia Charlie; però, mentre lui viene momentaneamente trattenuto dall’Ispettore Cardon (Jean Reno), una sua “vecchia” conoscenza, Kate si allontana dall’aeroporto in taxi. Giunta all'Hotel George V, dopo aver visto Charlie baciare la sua nuova fidanzata, Kate cade a terra priva di sensi e, subito dopo, viene derubata della borsa, che contiene anche la refurtiva di Luc. Quest’ultimo nel frattempo l’ha raggiunta in albergo, e fingendo di volerla aiutare, l’accompagna direttamente a casa del ladro, che Luc conosce molto bene. Il contenuto della borsa, però, è già stato tutto rivenduto, ad eccezione della collana, che Kate ha trattenuto all’insaputa di Luc. Quando lui riesce nuovamente a rintracciarla alla stazione, Kate è in partenza per Cannes, dove Charlie si è recato per conoscere i suoi futuri suoceri, e Luc ovviamente la segue. Durante una sosta “forzata” a La Ravelle, Luc parla a Kate del suo passato, dei suoi contrasti con il fratello, e la porta a conoscere la propria famiglia. Adesso che il rapporto tra i due è più disteso, prima di ripartire per Cannes, Kate decide di tranquillizzare Luc, facendogli vedere la collana. Arrivati lì, lui l’aiuta a incontrare Charlie, ma oramai è troppo tardi…



Con “French kiss”, Meg Ryan torna a interpretare il ruolo, a lei in assoluto più congeniale, della “fidanzatina d’America”, nel quale l’abbiamo già apprezzata in pellicole come “Harry ti presento Sally” o “Insonnia d’amore”; mentre Kevin Kline, nel divertente ruolo del ladro-gentiluomo francese, dà un’ulteriore prova della sua incredibile bravura.
In questo film gli ingredienti per divertire e far sognare il pubblico, soprattutto quello femminile, ci sono tutti. L’idea della ragazza americana che, per cercare di riconquistare l’amore del suo fidanzato, si precipita in Europa, riuscendo perfino a superare la sua fobia per gli aerei, indubbiamente funziona; come del resto funziona la scelta del regista di ambientare la storia in Francia; in particolar modo a Parigi.
Seguendo Kate e Luc durante i loro innumerevoli battibecchi, ci ritroviamo a camminare in alcuni dei più suggestivi vicoli della Ville Lumière, mentre, di tanto in tanto, la Tour Eiffel appare sullo sfondo, confermandosi ancora una volta inequivocabile simbolo della capitale francese.
L’azione si sposta poi verso il sud della Francia, più precisamente nella regione dell’Auvergne , nel momento in cui Kate e Luc scendono alla stazione di La Ravelle, nei pressi di Paulhaguet, dove lei viene a conoscenza della storia personale di Luc.
La scena della colluttazione tra Luc e suo fratello è stata invece girata a Valbonne: un piccolo villaggio situato a nord di Cannes; e parlando di Cannes, l’Hotel Carlton, con la sua elegante spiaggia, è una delle locations scelte per le riprese delle scene ambientate proprio lì.  
French kiss” è anche un’ottima occasione per riascoltare alcuni dei più bei classici della canzone francese, come “Verlaine” di Charles Trenet ( che sentiamo in sottofondo nella scena in cui Kate balla con Luc ) o “La mer”, dello stesso Trenet, interpretata da Kevin Kline durante i titoli di coda.
QUI  di seguito trovate il trailer del film, giusto per iniziare ad assaporarne le atmosfere. Vi auguro, come al solito, una buona visione e vi aspetto su questo blog con la prossima cartolina dalla Francia.



Titolo: French kiss ( French kiss )
Regia: Lawrence Kasdan
Interpreti : Meg Ryan, Kevin Kline, Jean Reno, Timothy Hutton, François Cluzet
Nazionalità : USA
Anno : 1995



sabato 9 giugno 2012

“Un uomo, una donna” di Claude Lelouch: una struggente storia d’amore per un indimenticabile classico della cinematografia francese.


Per la cartolina dalla Francia di oggi ho scelto un vero e proprio classico della cinematografia francese: “Un uomo, una donna”; la pellicola  diretta nel 1966 da Claude Lelouch, e interpretata da Jean-Louis Trintignant e da Anouk Aimée.
Anne Gauthier (Anouk Aimée) è una giovane assistente di edizione, rimasta vedova da poco a seguito di un incidente avvenuto su di un set cinematografico, dove il marito lavorava come stuntman. Ha una bambina, Françoise, che frequenta il collegio a Deauville. Quando una domenica sera Anne perde il treno per rientrare a Parigi, incontra Jean-Louis Duroc (Jean-Louis Trintingnant), un pilota automobilistico che si offre di riaccompagnarla a casa in auto. A seguito del suicidio della moglie, anche Jean-Louis è rimasto vedovo e, come Anne, anche lui ha un figlio in collegio: Antoine. L’attrazione tra i due è immediata. Anne e Jean-Louis hanno occasione di rivedersi e di frequentarsi nel corso dei fine settimana seguenti, permettendo così al loro rapporto di crescere. Anna, per la quale la perdita del marito è una ferita ancora troppo recente, è all’improvviso assalita dal dubbio se continuare o meno la sua relazione con Jean-Louis; e così una sera, anziché tornare a casa in auto insieme a lui, decide di rientrare in treno. Al suo arrivo alla stazione di Parigi, però, troverà Jean-Louis ad attenderla. Il film si conclude con il loro struggente abbraccio e, soprattutto, con un interrogativo per lo spettatore: la loro storia d’amore avrà effettivamente un seguito?



Durante la visione di “Un uomo, una donna” si ha come la sensazione di essere costantemente accarezzati dal romanticismo che ne caratterizza la storia, dalla rarefatta eleganza della sua fotografia e dall’incredibile delicatezza della sua colonna sonora.
Sebbene si tratti di una pellicola che diversi critici cinematografici hanno definito “zuccherosa”, è indubbiamente una struggente storia d’amore tra due persone che, accomunate da un triste passato, cercano di reagire, sebbene in modo diverso, al dolore e alla paura della solitudine.
Sono particolarmente intense le interpretazioni di Jean-Louis Trintignant (recentemente applaudito a Cannes per il suo ruolo in “Amour”: l’ultima pellicola di Michael Haneke ) e di Anouk Aimée, la cui eleganza riesce ben a sottolineare tutta la sofferenza del suo personaggio, non ancora pronto a lasciarsi coinvolgere in una nuova relazione sentimentale.
Deauville, la celeberrima località della Bassa Normandia, nel nord della Francia, ci viene presentata sotto un grigio cielo invernale e con le sue spiagge costantemente battute dal vento, e rappresenta lo scenario ideale per una storia d’amore velata di malinconia.
La colonna sonora di “Un uomo, una donna”, e in particolar modo il suo tema conduttore che potete riascoltare QUI, è divenuta particolarmente celebre ( forse anche di più della pellicola stessa ). Mentre la musica è stata composta da Francis Lai, i testi delle canzoni sono stati scritti e interpretati, insieme a Nicole Croisille e Jean-Claude Briodin, da Pierre Barouh, che nei vari flashback del film vediamo nel ruolo del marito defunto di Anne.
Nel 1966 “Un uomo e una donna” fu presentato al Festival di Cannes dove vinse la Palma d’Oro come miglior film; mentre l’anno successivo si aggiudicò l’Oscar come miglior film straniero.
Lelouch, esattamente vent’anni dopo, ne girò il seguito, “Un uomo, una donna oggi”, senza però riuscire a bissare lo stesso successo di critica e di pubblico della pellicola del 1966.



Titolo: Un uomo, una donna ( Un homme, une femme )
Regia: Claude Lelouch
Interpreti : Jean-Louis Trintignant, Anouk Aimée, Pierre Barouh
Nazionalità : Francia
Anno : 1966



domenica 3 giugno 2012

“Giorno di festa” di Jacques Tati: le divertenti avventure di un postino di campagna nella Francia dell’immediato dopoguerra.


La cartolina di oggi arriva dal centro della Francia, e più precisamente da Sainte-Sévère-sur-Indre. Qui, nel 1947 Jacques Tati girò “Giorno di festa”, il suo primo lungometraggio, dove riprese il divertente personaggio di François: il postino già visto ne “L’école des facteurs”.
In un paesino della campagna francese fervono i preparativi per la consueta festa annuale. Tra le varie attrazioni, oltre alla giostra, vi è anche un cinematografo ambulante dove viene proiettato un documentario sulla consegna della posta negli Stati Uniti. François, uno dei postini del villaggio, dopo essere venuto a conoscenza degli innovativi sistemi adottati dai colleghi americani, prova ad imitarli, sebbene con risultati catastrofici, suscitando l’ilarità di tutti gli abitanti del paese.


Jacques Tati iniziò a girare “Giorno di festa” nel 1947 con due macchine da presa e due differenti tipi di pellicola: una  a colori ( in via del tutto sperimentale ) e l’altra in bianco e nero ( per una copia di sicurezza ). Però, poiché dopo diversi tentativi il laboratorio non riuscì a stampare la copia a colori, nel 1949 il film venne proiettato in bianco e nero. Nel 1994 è stata poi finalmente portata sugli schermi anche la versione a colori, dopo il restauro realizzato grazie all’intervento della figlia del geniale cineasta francese.
In questo suo primo lungometraggio notiamo già tutti gli elementi che caratterizzano la sua comicità e la sua abilità di “fare cinema”, e che ritroveremo successivamente anche nelle pellicole che vedono protagonista Monsieur Hulot: l’originale personaggio creato da Tati.
In effetti François, il postino di “Giorno di festa” interpretato dallo stesso Tati, può tranquillamente considerarsi un antesignano di Hulot. A differenza di quest’ultimo, però, che in pellicole come “Le vacanze di Monsieur Hulot” e “Mio zio” viene quasi emarginato per la sua “originalità” da coloro che lo circondano, François e la sua ingenuità sono invece oggetto di derisione da parte degli altri abitanti di Sainte-Sévère, soprattutto dei due giostrai che fingono di impartirgli consigli utili su come migliorare la sua efficienza nella consegna della posta.
In “Giorno di festa” Tati ritrae la realtà del mondo rurale durante il dopoguerra francese, e riesce a trasmetterci perfettamente tutta l’eccitazione e il fermento degli abitanti del villaggio durante i preparativi che precedono la festa annuale.
La vecchietta che vediamo più volte attraversare le strade del paese portando con sé una capretta, tra i tanti curiosi personaggi che ci vengono presentati durante la visione del film, è indubbiamente colei che con i suoi commenti rimane maggiormente impressa nella mente dello spettatore.
Sainte-Sévère-sur-Indre è un piccolo comune nel dipartimento dell’Indre ( regione del Centro ) che  Tati scelse per le riprese e dove, insieme al suo amico e collaboratore Henri Marquet, si era precedentemente rifugiato durante la guerra, nel 1943. Oggi Sainte-Sévère è la sede della Maison de Jour de Fête, un esclusivo museo all’interno del quale turisti e cinefili hanno la possibilità di rivivere le atmosfere di “Giorno di festa” e conoscere tutti i retroscena legati alle riprese del film. QUI trovate maggiori informazioni su come raggiungere Sainte-Sévere-sur-Indre e sulla visita alla Maison de Jour de Fête.


Titolo: Giorno di festa ( Jour de fête )
Regia: Jacques Tati
Interpreti : Jacques Tati, Paul Frankeur, Guy Decomble
Nazionalità : Francia
Anno : 1949